Capitolo 31

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GIOIA:
James mi ha portata in hotel ieri pomeriggio, ora è mattino e sono sdraiata sul letto di questa stanza rosa e bianca.
Mi sento incredibilmente vuota.
Qualcuno bussa alla porta, James, che ha insistito a dormire sulla poltrona va ad aprire e gentilmente afferra il vassoio che la cameriera ci ha portato.
"Avrei preferito mangiare insieme alle altre persone in sala."
"Hai il lusso di farti portare la colazione in camera Gioia." Posa il vassoio sopra il letto e si siede difronte a me.
"Mangia qualcosa." Indica la brioche alla crema.
"Come sai che mi piace la brioche con la crema?" Mi acciglio.
"Quando ero di turno in villa ascoltavo le tue conversazioni con Mea."
"Oh.. dovrei preoccuparmi di questo."
"No, solo che oltre che girare per il giardino con due pistole dentro il pantalone per il resto della giornata non c'è molto da fare."
"Capisco."
La vita di questi uomini è davvero uno strazio.
"Hai famiglia?" Mi viene automatico chiederglielo.
James annuisce lasciandomi sorpresa.
"Sei sposato?"
"Si, e ho una figlia."
"Dove sono loro? Insomma.. tu sei sempre al fianco di Aron, passi tutto il tuo tempo insieme a lui, quando vedi la tua famiglia?"
"Mia moglie mi ha lasciato proprio per questo motivo." Guarda fuori dalla finestra ed è evidente che non vuole parlarne.
"Mi dispiace James."
"Sono cose che succedono quando conduci questa vita."
"Ma lei prima di sposarti e prima che aveste una figlia conosceva il lavoro che facevi."
"No.. le ho mentito tutti questi anni per evitarle sofferenze inutili."
"Ma poi l'ha scoperto." Inclino la testa e lui annuisce.
Capisco molto bene sua moglie, si trova nella mia stessa situazione.
Addento la brioche e li porgo il piatto con i biscotti ripieni.
"No mangia tu." Scuote la testa.
"James, avanti mangia, hai bisogno di forze per affrontare la giornata."
Si alza dal letto e lo afferro dal polso.
"Mangia questi biscotti altrimenti mi comporterò come ieri in spiaggia. E giuro che questa volta ti farò impazzire." Sorrido e lui fa lo stesso.
"Adesso capisco perché Aron è così legato a te."
"Cosa?" Torno seria.
Solo il suo nome mi procura dei brividi per tutto il corpo.
"Tu non sei come le altre persone, intendo le altre persone come te, come Aron. Non t'importa della ricchezza, sei gentile e non sei altezzosa."
"Perché dovrei essere altezzosa?"
"Perché vieni da una famiglia di mafiosi Gioia."
"Questo non significa nulla James, tu stesso scegli la persona che vuoi diventare, io non ho mai voluto essere come loro e non lo sono diventata."
"E hai tutta la mia stima per questo."
Sorrido leggermente quando afferra un biscotto dal piatto e lo porta alla bocca.
Rido perché si lamenta per i dolori alla schiena.
"Avremmo potuto prendere una camera con due letti separati James, ti avevo avvisato che..."
"Così il capo mi avrebbe staccato la testa."
"Che esagerato." Incrocio le braccia al petto.
"Questa conversazione non è mai esistita!" Apre la porta e torna a guardarmi serio.
"Se hai bisogno di me, mi trovi in corridoio Gioia."

ARON:
"Marbella è la città che preferisco in assoluto tra tutte quelle che ho visitato." Esclama Andrea scendendo dall'auto.
"Aspetta di visitare le terre della mia Inghilterra." Interviene Oscar ricavando un'occhiata fulminante da parte di Francesco che ormai non spiccica più parole da ore.
Nordit salta giù dalla sua jeep nera e mi stringe la mano, fa lo stesso con gli altri ma quando si tratta di Oscar scatta gli occhi su di me alla velocità della luce.
"Che cazzo ci fa lui qua?"
"Ti spiegherò più tardi."
"Ciao anche a te Nordit." Oscar lo esamina in silenzio, fumando.
"Dobbiamo muoverci ad entrare." Dico e indico la struttura davanti ai nostri occhi.
"Questo è l'hotel dove sta alloggiando mia moglie con James, dobbiamo riportarli in macchina e andarcene prima che quel bastardo giochi d'anticipo e li trovi. Useremo le porte anti panico. Le telecamere le ha già scollegate James."
"D'accordo, andiamo."

GIOIA:
Canticchio sotto la doccia, mi strofino lo shampoo tra i capelli e una volta finito di risciacquarmi avvolgo l'asciugamano intorno al corpo.
Sobbalzo improvvisamente quando sento il rumore dei passi.
"James sei tu?" Urlo.
Non ricevo alcuna risposta. Il panico mi assale.
"James non fare scherzi." Indietreggio.
La porta del bagno improvvisamente viene spalancata.
Urlo coprendo il volto con le mani e questa voce mi paralizza all'istante.
"Sono io." Pronuncia flebilmente.
Sento il cuore scoppiare dentro il petto. È Aron.
Oddio. È realmente qua.
Sento che le sue dita spostano le mie mani dal viso, quando apro gli occhi rimango di stucco nel vederlo davanti a me in carne e ossa.
Le sue pozze azzurre mi fissano inclementi.
"Che cosa ci fai qui?" È l'unica cosa che mi riesce dire. Perché è qua?! Io non volevo essere trovata.
"Vestiti e andiamo via."
"Cosa? No! Vattene via tu! Io non torno a casa!"
"Muoviti!" Ringhia e mi trascina in camera.
Sento la rabbia bollire nelle vene e sollevo la mano colpendolo in pieno viso.
"Bastardo traditore!" I miei occhi si riempiono di lacrime.
La sua mascella si contrae, rimango a guardarlo con un'espressione di disgusto stampata in pieno viso prima che lui apra con violenza la mia valigia e afferri un vestito e l'intimo.
"Muoviti ho detto." Li lancia sul letto.
"Io non torno a casa con te, è chiaro?" Strillo a pieni polmoni e l'attimo dopo mi ritrovo premuta contro il muro.
"Francesco!" Urla Aron fissandomi con tutta la cattiveria di questo pianeta.
Francesco? Che cosa sta dicendo?
Sgrano gli occhi quando dalla porta della stanza sbuca mio papà, ha gli occhi rossi, mi fissa poi porta le mani tra i capelli.
Sul mio viso colano lacrime salate.
"Papà.." Sibilo e lui si avvicina velocemente.
"È per il tuo bene Gioia."
Non capisco.
"Che cosa sta succedendo?" Sgrano gli occhi.
Papà ha una siringa tra le mani.
"Aron!" Incomincio ad agitarmi.
"Gioia è per il tuo bene." Accarezza il mio viso e l'attimo dopo tiene la mia faccia bloccata lateralmente.
L'ago entra nel mio collo. Strizzo gli occhi.
"Quando ti sveglierai sarai a casa Gioia." Papà mi bacia la fronte, Aron mi prende in braccio e sento le mie palpebre diventare sempre più pesanti.
"Aron.."
Il suo sguardo è dolce.
"È solo un sonnifero. Dormi Gioia."
"Ti.. ti odio."
Schiude la bocca quasi sorpreso.
Incomincio ad avere sonno, sbatto le palpebre più volte, voglio rimanere sveglia.
Perché mi stanno facendo questo?
Io li odio, odio tutti.
L'effetto della puntura mi disarma nel giro di pochi secondi e crollo in un sonno profondo.

ARON:
"Usciamo da qua." Fisso Francesco e lui scuote la testa. La sicurezza entra rapidamente in camera.
"Non possiamo, Oscar e Andrea sono appostati all'entrata e sono entrambi feriti.
Davide è già arrivato."

"

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L' EREDEWhere stories live. Discover now