Capitolo 15

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Salve a tutti ragazzi!
Vi chiedo la gentilezza di aggiungere questa storia al vostro elenco di lettura pubblico in modo da farla conoscere anche ad altra gente. E anche in maniera tale da rimanere aggiornati suoi nuovi capitoli.❤️
Ringrazio già se lo farete!
Buona lettura..

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ARON:
Gioia si è addormentata come un sasso con la testa premuta contro il finestrino della mia macchina, ha le gambe accavallate rigidamente e un'espressione sofferente, credo di averle fatto male poco fa.
Ero pieno del suo sangue.
E dalla sua postura capisco di non essere stato delicato come avrei dovuto.
Fermo la macchina sotto casa sua, la prendo in braccio ed entro nella villa raggiungendo la cameretta.
È tutto silenzioso, la sua famiglia è partita con mio fratello, siamo solo io, lei e la sicurezza.
"Aron?" Apre gli occhi.
L'adagio sul letto e mi stendo accanto a lei che si affretta a rannicchiarsi contro il mio petto.
"Avrei bisogno di una doccia." Dice vergognosa ma non mi guarda.
"Perché?"
"Mi hai sporcata."
Strofina nuovamente le gambe, sorrido scostandole i capelli dal viso.
"Sei tu che hai sporcato me." Dico e lei solleva il volto ormai rosso.
"Cosa?" Sgrana gli occhi.
"È normale Gioia."
Annuisce mortificata, mi fa tenerezza.
"Come faremo con mio padre? Lui lo scoprirà."
"Corromperò il suo medico."
"E se non si lasciasse corrompere?"
"Lo ammazzo e corrompo il prossimo."
Gioia scoppia a ridere.
"Dico sul serio Aron."
"Anche io."
Impallidisce sbattendo le ciglia.
"Tu.. ammazzi le persone?" Sembra turbata.
Non dovrebbe esserlo essendo figlia di un altro mafioso. Eppure non smette di sorprendermi.
"Pensi che tuo padre non lo faccia Gioia?"
Torna ad appoggiare la testa sul cuscino.
Fissa il vuoto pensierosa poi si gratta la nuca.
"Non avrei mai voluto vivere questa vita Aron. Insomma.. siamo degli assassini, imbrogliamo le persone e.."
"Tu non sei un'assassina."
"Ma sono coinvolta anche io." Mi fissa.
Mi ricorda tanto me da bambino, la pensavo ugualmente, mi spaventava la mia vita poi tutto è cambiato, con il tempo impari ad accettare ciò che sei perché non c'è una via di scampo. Tuttavia credo che lei non lo farà mai.
"Aron mi spaventa pensare che un giorno anche mio figlio sarà come te."
"Ora è presto per pensarci."
"Non è vero, in macchina mi hai detto che presto dovrò darti un figlio. So come si concepiscono i bambini, Gaia me l'ha spiegato e tu ti sei liberato dentro di me senza alcuna protezione."
"La probabilità che tu rimanga incinta al primo rapporto è molto bassa Gioia."
"E se dovesse succedere? O se accadesse dopo il matrimonio? Io non voglio questo per me, desidero prima vivere come non ho mai fatto in vita mia, insieme a te."
Sospiro.
"Stai tranquilla, non succederà."
Mi metto seduto sul letto, sento le sue mani accarezzarmi i tatuaggi sulla schiena, mi piace il suo trucco è molto delicato. Mi volto verso di lei e le porgo la mano.
Gioia mi sorride. Si sistema a cavalcioni sopra le mie gambe e mi bacia.
"Mancano pochi giorni al giuramento." Sibila lussuriosa mentre mordo le sue labbra carnose.
Sono peggio della droga.
Incomincio ad ondeggiare i suoi fianchi sopra di me, Gioia sorride e mi stringe la nuca graffiandola.
"Aron potrebbero entrare i miei genitori!"
"Sono partiti per un viaggio di lavoro."
"Che cosa?" Si blocca all'istante.
"Torneranno tra pochi giorni."
"Perché non mi hanno avvisata? Lo fanno sempre."
"Eri con me al mare, hanno ricevuto una chiamata urgente e sono dovuti partire."
"Aron e tu? Rimarrai qua con me?"
"Si Gioia."
Annuisce incredula.
Probabilmente se non si trattasse di una questione importante la sua famiglia non ci avrebbe mai lasciati da soli, non è nostra usanza farlo ma in questo caso è per dovere.
"Va a lavarti, io userò la camera degli ospiti." L'aiuto a scendere dalle mie gambe.
"D'accordo."
"Alle nove fatti trovare pronta, ti porto con me in un posto."
Spalanca la bocca gettandosi tra le mie braccia.
"Oddio, dici sul serio?" Urla euforica.
"Niente vestiti corti." L'afferro dalle spalle e lei annuisce.
"Gioia sono serio, niente abiti provocanti o ti chiudo in casa."
"Sei geloso Aron Salinas?"
"No."
Scoppia a ridere raggiungendo il bagno.
"Fingerò di crederci. A dopo!" Urla e chiude la porta a chiave.

L' EREDEWhere stories live. Discover now