Capitolo 25

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GIOIA:
È trascorso un solo giorno dal giuramento di sangue, io e Aron non possiamo vederci fino al matrimonio che fortunatamente si terrà domani mattina nella chiesa principale della città, è tipico allontanare i futuri sposi in modo da lasciare a ognuno il proprio spazio prima di impegnarsi per sempre.
Lui mi manca.
È strano pensarlo ma è così.
Non possiamo nemmeno sentirci tramite chiamata perché non ho un cellulare, papà non vuole che utilizzi la tecnologia per le sue stupide paranoie, non so dove sia Aron ne cosa stia facendo ma se chiudo gli occhi riesco ad immaginarlo accanto a me, imbronciato e con una sigaretta tra i denti.
Ho una voglia matta di lui.
"E questo invece è un regalo da parte dei signori Monticelli." Mea posa l'ennesima colla di valore nel porta gioielli, sono moltissimi regali, non immagino quanti altri ne arriveranno domani al matrimonio.
"Questa collana è molto elegante."
"Si è bella."
"Ma a te non interessa dei regali." Annuisce sorridendo.
"Vuoi il tuo Aron?" Continua cercando di tirarmi fuori le parola di bocca.
"Sei.. sei terribile accidenti!" Copro il viso con le mani e lei incomincia a solleticarmi i fianchi.
"Smettila!!" Scoppio a ridere.
"Allora parla con me! Mi spieghi cosa le frulla in quella piccola testolina signora Salinas!"
"Oddio basta ti prego!" Mi agito sul letto.
"C'è posto anche per me?" Questa voce paralizza entrambe.
Scatto gli occhi verso la porta della mia camera e riconosco Gaia. Spalanco la bocca.
"Il tuo simpatico fidanzato mi aveva vietato di mettere piede dentro la villa senza il suo consenso dopo ciò che è successo l'altro pomeriggio." Sbuffa e l'attimo dopo corre ad abbracciarmi. Il suo profumo m'inebria le narici.
"Oddio Gaia sono così contenta che tu sia qua."
Mi è mancata moltissimo, avevo proprio bisogno di lei in questo momento.
"Avrei voluto essere presente durante il giuramento ma sono ancora in tempo per il matrimonio."
"Certo! E poi sei una delle mie damigelle d'onore, non potevi mancare."
"Potreste anche fingere di interessarvi a me, che sono la prima damigella scelta dalla sposa!" Interviene Mea ironica.
Abbracciamo forte anche lei, è una delle poche persone ad essermi rimasta vicina da tutta la vita. Potrei persino dire che è quasi una seconda mamma per me.
"Come faremo senza di te quando ti trasferirai in Germania?" Gaia si rattrista.
"Troverò un modo, ho sentito dire da mio padre che Aron ha molti aerei privati, potrete venire a farmi visita o viceversa."
Annuisce abbassando lo sguardo.
"Ma adesso dimmi.. che cosa si prova ad essere l'esatta metà di un boss tedesco? Insomma.. a vivere nell'oro e ad essere protetta da mille uomini armati." Alza e abbassa le sopracciglia incuriosita mentre sua madre la colpisce, arrabbiata, sulla spalla.
Questo è un tasto dolente.
"Ho paura." Ammetto e il suo sguardo si addolcisce. Sono spaventata a morte anche se fingo che tutto vada bene, perché deve per forza andarmi bene. Non c'è molta scelta.
Le persone sostengono che solo perché sei nata in una famiglia mafiosa tua sia pronta a tutto, ma non è così. A certe situazioni non ti ci abitui mai, ci sono cose di cui sono all'oscuro, ho molti dubbi, curiosità e paure che solo il tempo riuscirà a togliermi.
O almeno è quello che spero.
"Scusami sono una stronza, so quanto odi tutto questo." Stringe le mie mani.
"Gaia da quando dici parolacce?" Mea alza la voce.
"Mamma lasciami in pace dannazione!!"
"Signore posso unirmi al pigiama party?" Mia madre apre la porta della camera, tra le mani mantiene un vassoio di biscotti e anche del the caldo.
Sorrido perché è una donna bellissima nonostante l'età. È invidiata da molte persone.
"Questo pomeriggio lo dedichiamo solo a noi donne che ne dite? Ogni tanto un po' di privacy ci fa bene e poi dobbiamo festeggiare per il giuramento di Gioia!!"

ARON:
"Fanculo Aron sono già ubriaco!" Nordit allenta il nodo alla cravatta e si stravacca sul divanetto.
Due bionde servono altri bicchierini pieni di tequila e si siedono accanto a noi.
Mi sorridono, volto la testa e punto gli occhi sulla figura di mio fratello che non fa altro che lamentarsi e bere in continuazione.
"Questo locale fa schifo!" Calcia il tavolino.
"Non è di tuo gradimento, coglione? Pensi che i tuoi locali in Germania siano meglio?" Risponde Nordit.
Passo una mano sotto gli occhi perché bruciano, sono imbottito di eroina e non capisco niente.
Non che mi servisse tutta questa merda per sentirmi soddisfatto stasera, ma quando ti ritrovi invischiato in una seria raccolta di droghe, la tendenza è di spingerla più in là che puoi.
"Guarda qua!" Nordit fa un cenno di testa a una delle due puttane che abbandona il privè e torna l'attimo dopo con un borsone nero in spalla, lo appoggia sul tavolo e torna a sedersi.
"Abbiamo due buste di erba, settantacinque palline di mescalina, cinque fogli di acido superpotente, una saliera mezza piena di cocaina, un intera galassia multicolore di eccitanti, scoppianti e calmanti."
"Domani mi sposo coglione, non posso presentarmi in chiesa in certe condizioni."
"È la tua ultima serata da uomo libero. Divertiti cazzo! Guarda qua che bambolina!" Schiaffeggia il culo della ragazza alla mia destra che ride e mi fissa famelica.
Che schifo. Ha troppo trucco sulla faccia.
"Lei è Matilde ed è il gioiellino della serata."
"Molto piacere signor Salinas." La bionda posa una mano sulla mia coscia.
La strattono con poca delicatezza, lei strabuzza gli occhi.
"Nordit insegna ai tuoi cani le buone maniere."
"D'accordo.. facciamo una scommessa." Sospira.
"Io intanto vado a svuotarmi le palle, voi fate quello che volete." Andrea prende per mano l'altra ragazza più giovane e abbandona la stanza.
Sbuffo pesantemente. Ho bisogno di dormire.
"Scommettiamo una scopata a carte. Chi vince si aggiudica Matilde e cinquemila euro in contanti."
Sputo una risata sollevandomi dalla poltrona lucida.
"Io me ne vado coglione."
"Hai paura di perdere Aron?"
Il mio sguardo si rabbuia.
"O forse Matilde non ti piace abbastanza? Credo che manchi l'incentivo, posso sempre chiamare Gioia e farla venire qua."
Quando sento il suo nome rabbrividisco. Ma odio le sfide, e odio ancor di più chi pensa di poter avere possibilità contro di me.
Sorrido ed estraggo una mazzetta di soldi dalla tasca della giacca. La lancio sul tavolo.
"Non vedo ancora le carte coglione."

"

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L' EREDEWhere stories live. Discover now