Capitolo 13

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GIOIA:
Mi trovo in macchina con Aron.
È bellissimo, a petto nudo e con il vento tra i capelli. Parla al cellulare e sfreccia per la strada senza paura. Da una parte è proprio questo mi piace, il fatto che non tema niente.
Noto che ora anche lui mi sta guardando e arrossisco spostando immediatamente lo sguardo.
La musica alta, il suo profumo, sembra una scena di un film ma è reale.
Devo abituarmi a tutto questo.
Mi domando cosa provi lui per me, prima è sembrato così sincero in mare, quasi un'altra persona, ho sentito una forte connessione con lui, tuttavia non credo minimamente alle sue parole.
Mi sta mentendo. Non sono una bambina come crede lui.
Sta succedendo qualcosa con i miei genitori e ho intenzione di scoprirlo.
Incrocio le gambe scoperte, perché riesco a percepire il suo sguardo bruciare sulla mia pelle, e mi sento sotto esame.
Mi trema il cuore.
"Dove siamo?" Domando non appena mi rendo conto di trovarmi in una specie di vicolo cieco mai visto prima d'ora.
Mi guardo intorno, non c'è nulla se non dei cassonetti della spazzatura.
"Aron.."
Scende velocemente dalla macchina e lo seguo.
"Perché siamo qua?"
Urlo quando due mani pesanti mi spingono contro la carrozzeria dell'auto.
Apro gli occhi e mi scontro con un mare limpidissimo.
"Gioia mi fai impazzire." La sua voce è famelica, piena di passione. Si tuffa nel mio collo e incomincia a lasciarci sopra baci umidi, mi stringe forte contro di lui quasi come se avesse paura che possa scappare.
È realmente eccitato, il suo fallo sta premendo sulla mia pancia.
"Aron che cosa stai facendo?"
Sembra soggiogato dal desiderio. Ha i muscoli in tensione e la mascella contratta, non mi risponde.
Gemo sfacciatamente quando allaccia la mia gamba intorno al suo bacino e mi mostra tutta la sua durezza, premendosi contro di me.
Una scarica di brividi mi fanno tremare il ventre.
Sento il suo cuore battere con il mio, il suo respiro vicino al mio orecchio e il suo corpo muscoloso che mi fa ombra, aderendosi a me.
Sa di sale.
Poggia la fronte contro la mia, e tenta di combattere una lotta interiore, ma io non voglio questo, non voglio che si fermi, e la mia mano che accarezza il suo viso glielo fa capire chiaramente.
"Gioia.." Chiude gli occhi.
Allaccio le braccia intorno al suo collo e mi sollevo in punta di piedi.
Incomincio a torturarlo esattamente nello stesso modo che ha utilizzato lui con me. Gli bacio il collo e con le dita traccio le linee dei suoi tatuaggi, fino ad arrivare all'ombelico.
È soddisfacente vedere un uomo attratto da me, sentirlo in difficoltà per una volta nella vita, avendo la consapevolezza che in realtà lui ha sempre tutto sotto controllo. Ma ora no.
"Vuoi farlo Gioia?"
Fare cosa?
Sento le sue dita scivolare tra i miei capelli.
Però poi, inaspettatamente, accorcia le distanze e mi bacia.
Tutto esplode. Persino ogni singola fibra del mio corpo.
Sento il respiro bloccarsi dentro la gola, le mie mani tremano perché non mi aspettavo un simile gesto da parte sua.
Questo è il mio primo bacio.
Sa di birra e di fumo.
Mi prende in braccio, spingendomi maggiormente contro la sua auto e con la lingua mi chiede il permesso di assaporarmi.
Non voglio rifiutarlo. Infondo non sempre Aron è questa persona, e ho intenzione di godermi ogni secondo di questo momento.
Mi lascio andare, permettendo che entri dentro la mia bocca. Incominciamo a baciarci intensamente, la sua lingua è bollente e balla una danza erotica con la mia.
Ma non avevo previsto che da questo, potesse nascere altro.
Tento di serrare le gambe quando le sue dita spostano delicatamente il mio costume inferiore, però il suo grosso bacino non me lo permette e incomincia a procurarmi piacere, roteando il pollice nel punto più sensibile del mio corpo.
Spalanco la bocca, Aaron mi morde forte il labbro e curvo la schiena per le forti emozioni che sto provando.
Mi piace questo brivido di follia che solo lui riesce a darmi. Siamo in un vicolo cieco, chiunque potrebbe passare di qua e vederci, ma quando sono con lui questo non sembra importarmi.
Mi fa sentire sua, al sicuro.

ARON:
Gioia è fradicia. E io temo di essermi appena svuotato nelle mutande.
Continuo a toccarla fino a quando non percepisco le sue gambe tremare, allora mi fermo.
"Perché..?" Sibila sconvolta.
Calo i pantaloncini e afferro in mano la mia erezione.
"Aron, santo cielo."
Premo le labbra contro le sue e la zittisco.
Incomincio a strofinare la punta bagnata dei miei liquidi contro la sua entrata.
Gioia è maledettamente liscia e stretta.
Sento che chiama più volte il mio nome. Basterebbe una sola spinta per prendermi quello che voglio adesso, le farei male ma non mi importerebbe. Tuttavia non posso.
È un fottuto angelo della morte.
Una tentazione troppo grande, per me, che non ho mai avuto limiti nella vita.
Raccolgo una goccia del mio sperma e con il pollice bagno le sue labbra.
"Aron.." Geme spingendo il bacino contro di me.
Mi ritraggo quando lo fa.
Vuole che entri dentro di lei.
"Ti prego.." Lecca le labbra e si stringe forte a me.
"Solo una volta." Insiste sul limite della sopportazione.
Sorrido.
"Gioia smettila di chiedermelo, o non riuscirò più a controllarmi."
Afferra il mio volto a coppa e mi bacia.
Sento nuovamente le sue gambe tremare quando mi muovo velocemente contro il suo centro.
Cazzo, è bellissima.
"Aron una sola volta." Mi supplica con gli occhi lucidi.
Fanculo.
Apro velocemente la portiera della macchina e la stendo nei sedili posteriori, le allargo le gambe e mi sistemo sopra il suo corpo.
Gioia esamina ogni mio movimento con attenzione. So bene che è la sua prima volta, non sarà come le mie solite scopate.
"Sei sicura Gioia?"
Stenta qualche secondo poi annuisce.
Molto delicatamente le slaccio il copri costume bianco. Sento il suo respiro preoccupato e le bacio la fronte.
Non ho mai avuto rapporti con una ragazza vergine. Sotto questo aspetto posso dire che sia anche la mia prima volta.
Passo al costume, me ne sbarazzo e rimango ad osservarla.
Ha un corpo pazzesco.
Esile ma anche formoso per lei.
La pelle è abbronzata, così come il viso e le guance scottate dal sole.
Faccio scivolare la lingua sul suo ventre, succhio la sua pelle salata e molto lentamente calo scontrandomi con la sua intimità.
"Aron.. aspetta." Serra le gambe.
"Gioia ti piacerà."
Annuisce con una certa titubanza.
Premo la lingua in quel punto e la sento sussultare.
Le sue mani stringono i miei capelli, mentre le mie, le sue natiche. Incomincio a leccarla, a succhiarla, la sento contorcersi per me.
Ha un buon sapore.
Premo un dito nella sua entrata e Gioia spalanca la bocca.
Cazzo ma è strettissima.
Cerco di abituarla, allargandola ma invano.
Mi fermo solo quando sento che lei c'è quasi, e ritorno sopra il suo corpo spingendo la lingua dentro la sua bocca.
"Farà male?" Sibila contro le mie labbra.
"Un po'."
Mi sorride dolcemente e annuisce chiudendo gli occhi.
Sto per andare contro alla parola di suo padre, dovrò trovare un modo per nascondere questo rapporto o lui non avrà più fiducia in me.
"Aron il preservativo." Posa le mani sul mio petto.
"Gioia prima o poi dovrai darmi un figlio. Se rimani incinta lo annunceremo qualche settimana dopo il matrimonio."
"Cosa?! Ma io non sono pronta adesso."
Come posso spiegare a una come lei che la droga mi ha quasi reso impotente? E che probabilmente una gravidanza non arriverà mai?
Stringo forte i suoi fianchi.
"Fidati di me."
E mi faccio strada dentro il suo corpo.
La sento urlare, strizza gli occhi mentre una lacrima le scivola sul viso e graffia le mie spalle.
È bollente e troppo stretta per le mie dimensioni.
Fa male anche a me.
Tenta di ritrarsi ma non glielo permetto e la penetro fino all'ultimo centimetro.
"Aron.." Sussurra coprendo il volto con le mani tremanti.
Sta piangendo.
Mi sento in colpa, non dovrei.
"Va tutto bene. Ora ti piacerà Gioia, continua a fidarti di me."

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