Capitolo 16

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GIOIA:
È tarda mattina quando mi sveglio con un dolore lancinante alla testa. Sbatto le palpebre pesanti, metto a fuoco e riconosco le pareti rosa della mia camera.
"Aron?" Sollevo il busto.
Come ci sono finita qui?
Ho dei vaghi ricordi di ieri sera, mi sento stordita.
"Aron è uscito, ci sono io con te." La voce di Mea la riconoscerei lontano un miglio.
Sposto lo sguardo, è seduta sulla poltrona bianca accanto alla finestra che accarezza la testolina di Charlie, il gattino randagio che viene spesso a farci visita.
"Ti senti bene tesoro?" Mi sorride.
"Mi sta scoppiando la testa. Che cos'è successo? Ricordo solo di essermi sentita male alla festa."
"Hai avuto un mancamento, il signor Salinas dice che è dovuto al mancato riposo."
Mi acciglio perplessa.
"Era molto nervoso questa mattina." Ammette.
"Lui dov'è?"
"Ha ricevuto una chiamata ed è uscito pochi minuti fa."
Sospiro annuendo.
Tutta questa situazione incomincia a non piacermi.
"Ti preparo una tisana? Oppure un medicinale per il mal di testa Gioia?"
"Una tisana andrebbe bene, grazie Mea."
"Anche se.. dovrei essere molto arrabbiata per la fuga dell'altra sera con quella disgraziata di mia figlia."
"Oh.. mi dispiace davvero molto."
Scuote la testa divertita.
"Siete due incoscienti, tuo padre voleva licenziarmi. Spero almeno che vi siate divertite."
Sorrido annuendo, anche se infondo è stata una serata da dimenticare. Mea è una donna simpaticissima, la stimo molto.
"Riposati, io arrivo subito." Posa Charlie per terra che salta immediatamente sul letto e incomincia a miagolare cercando attenzioni mentre lei abbandona la stanza.
"Sei proprio terribile, vuoi sempre le coccole!!" Gli gratto la testolina.
Durante il pomeriggio Gaia viene a farmi visita, facciamo il bagno in piscina e chiacchieriamo come siamo solite a fare prima che suo padre venga a prenderla per riportala a casa sua.
Sono le sette di sera, Aron non è ancora tornato e sono a casa da sola, seduta sul divano con una serie di cataloghi di abiti da sposa da sfogliare.
Mea mi sta mettendo fretta per la scelta del vestito ma sono tutti bellissimi e sinceramente l'abito in questo momento è l'ultimo dei miei problemi.
I miei genitori sono partiti, Aron non c'è, sta succedendo qualcosa. Ne sono certa.
"Ho un'idea, perché non provi il vestito da sposa di tua madre? Almeno puoi farti un'idea di cosa ti piace e cosa no. Alla tua età la signora Vivian aveva un fisico stupendo, proprio come il tuo, dovresti avere proprio la sua stessa taglia."
"Mea puoi decidere tu stessa al posto mio. Ti do il permesso." Sospiro e guardo l'orario sull'orologio appeso al muro.
Dov'è finito Aron?
"Assolutamente no Gioia!! Il matrimonio è l'unico giorno che potrà essere davvero tuo. Devi decidere tu stessa."
"D'accordo, lo farò domani."
Mea afferra la mia mano.
"Cosa succede piccola?"
Scuoto la testa.
"Non lo so.. ho come la sensazione che tutti mi stiano nascondendo qualcosa.. mi sento tormentata, ho uno strano presentimento Mea."
Mi accarezza i capelli e mi culla sulla sua spalla.
Amo il suo profumo di acqua di rose.
"Sono sicura che non è così. Credo che tu sia agitata per il matrimonio e per il giuramento, mancano pochissimi giorni. O forse hai solo paura di incominciare una nuova vita insieme ad Aron."
"Delle volte non riesco a comprenderlo."
"Oh piccola mia, gli uomini sono fatti così!"
"Lui ha qualcosa di strano, è pieno di segreti, di oscurità.. come un armadio pieno di scheletri. Mi capisci?"
"Gioia, Aron è un mafioso, cosa ti aspettavi?"
"Lo so Mea."
"Tuttavia lui tiene molto a te, lo si nota."
Il mio cuore batte più forte a queste parole.
"Davvero?" Sollevo lo sguardo.
"Sei innamorata di lui Gioia, ti brillano gli occhi." Sorride contenta.
Porto le mani tra i capelli e senza nemmeno accorgermene, sto già sorridendo sotto i baffi.
"Sono sicura che lui ti tratterà bene, vedrai. Con il tempo imparerete a conoscervi e ti toglierai ogni dubbio."
"Grazie Mea, sei fantastica."
"Sei come una figlia per me tesoro.
Adesso niente musi lunghi e diamoci da fare, dobbiamo scegliere anche il trucco e gli accessori sia per il matrimonio che per il giuramento! Abbiamo un lungo lavoro da fare."
Annuisco cercando di scacciare via i brutti pensieri e riprendo a sfogliare le riviste.

ARON:
Gioia è figlia biologica di Oscar Kardingam.
Leggo e rileggo i risultati delle analisi, Nordit posa una mano sulla mia spalla e scuote la testa.
"Aron era una verità che già sapevamo."
Sospiro e passo le mani tra i capelli.
"Sei ancora sicuro di voler sposare quella ragazza? Oscar è potente, non dimenticarti questo dettaglio. Basterebbe consegnargliela Aron."
"Non era questa la volontà di mio padre!!" Urlo adirato.
"Voleva che proteggessi la mia famiglia!"
Non posso fare questo torto a mio padre.
"Così facendo non lo farai. Metterai a rischio tua madre, tuo fratello e te stesso. Ragiona cazzo, Gioia non è ancora sposata con te, non fa ancora parte della tua famiglia perciò non sei tenuto a proteggerla."
Serro la mascella lanciandogli un'occhiata.
"La conosco da molti anni. Quindi si, fa parte della mia famiglia."
"Aron ma che cazzo ti succede? Metti a repentaglio tutto ciò che hai costruito fino adesso per una ragazzina?"
"È per rispetto Nordit!"
"Rispetto per chi?!"
"Per mio padre."
"Lui non c'è più, desiderava che diventassi un grande uomo, astuto e spietato ed è esattamente ciò che sei ma c'è una cosa che non capisco, perché non consegni Gioia e la fai finita? Vuoi farci ammazzare tutti?"
"Perché possiamo combatterlo Nordit, io non ho paura di quel figlio di puttana."
"Lo so e ti stimo molto per questo."
"Allora chiudi la bocca e non osare più dirmi cosa devo fare."
"Aron lo faccio per te, sei come un fratello.."
"Io so cos'è meglio per me. Gioia non va da nessuna parte, questa è la mia ultima parola. Spedisci i risultati a Oscar, subito."

GIOIA:
Sono in bilico tra il sonno e la realtà.
Sono disturbata da qualcosa, percepisco dei rumori e anche il mio letto sprofondare. Qualcosa di duro ora preme contro la mia pancia.
Quando apro gli occhi trovo Aron completamente nudo e steso sopra il mio corpo.
Spalanco gli occhi, stupita, tento di allontanarlo spingendolo dal petto ma proprio quando sto per prendere parola lui mi bacia zittendomi.
Sento un forte odore di alcol dalla sua bocca.
"Voglio scoparti Gioia.." Mi allarga le gambe mentre preme la lingua dentro la mia bocca.
Non riesco a reagire perché il mio corpo si è risvegliato magicamente.
Odio quando succede, perdo la ragione e mi abbandono a lui.
Baciarlo per me è un po' come toccare il paradiso.
"Dove sei stato?" Domando nello stesso momento in cui si sbarazza del mio pigiama bianco.
Non risponde, sfila le mie mutandine nere e rimango turbata quando le usa come elastico per legare i miei polsi sopra la testa.
"Che.."
"Shhh." Mi fissa con uno sguardo famelico poi chiude a coppa i miei seni e incomincia a leccarli, succhiandomi i capezzoli duri.
Spalanco la bocca contorcendomi.
"Aron puzzi di alcol.."
"Ero con un amico."
"Amico?" Domando trattenendo un gemito quando la sua lingua umida scivola sul mio stomaco, sul ventre e finisce in mezzo alle gambe.
"Sei gelosa Gioia?"
Scuoto velocemente la testa.
Lo sento ringhiare prima che le sue labbra si posino sulla mia intimità. Ci lascia un bacio schioccante che mi fa letteralmente vibrare il corpo.
Sbatto le ciglia, l'attimo dopo però afferra con violenza il mio mento tra le dita e allarga le narici.
Cosa gli prende?
"Avrei voluto scoparmi tutte le puttane del locale del mio amico. Ma tu non mi dai tregua. Sei qua!" Punta il dito sulla tempia.
Spalanco la bocca per le sue parole.
"Non so più che cazzo devo fare con te!! Sto diventando un coglione, vorrei che tu uscissi dalla mia testa anche solo per un fottuto secondo!"
Sembra un pazzo. Mi fa paura.
"Aron.. quanto hai bevuto?"
"Che cosa te ne frega Gioia? Vuoi forse sgridarmi?!!"
"No, però mi stai spaventando." Ammetto.
La sua espressione cambia radicalmente.
Passa una mano tra i capelli e torna a baciarmi con passione, stringendo forte i miei fianchi.
"Gioia io non so cosa fare con te.."
Mi fa piacere sentirglielo dire.
"Aron nemmeno io."
Mi lascia un ultimo bacio prima di posizionarsi di nuovo tra le mie gambe.
Si avventa in quel punto e mi tortura con la lingua come solo lui può fare. Chiamo più volte il suo nome perché il piacere è intenso, incontenibile e lui sembra soddisfatto visto l'erezione gigante.
Le mie gambe incominciano a tremare, getto la testa sul materasso e lui si ferma.
Respiro a fatica mentre si lecca le labbra e torna a posizionarsi sopra di me.
Tutto di lui è maledettamente sensuale. Aron sa farci con le ragazze, sa come darti piacere, come farti sentire sua. Ammetterlo mi dà molto fastidio ma ora capisco perché è così acclamato dalle donne, sono sicura che pagherebbero milioni di soldi per passare una sola nottata di fuoco insieme a lui.
"Avevamo detto una sola volta Aron."
"Se non chiudi la bocca ti tengo incollata su questo letto tutta la notte."

"

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L' EREDEWhere stories live. Discover now