Capitolo 60

20.7K 597 29
                                    

ARON:
La situazione mi è leggermente sfuggita di mano, io e Martin ci stiamo picchiando per terra come due stronzi ubriachi, fuori dal carcere.
Sento le sue nocche che colpiscono la mia guancia, non provo dolore, solo tanto rancore nei suoi confronti che mi porta a sferrare una serie di pugni micidiali sul suo volto.
Forse lui è una delle poche persone nella mia vita che mi ha fatto davvero male. Quella voragine scavata anni fa, che ha contribuito ad allontanare chiunque provasse ad essermi confidente è stata solo colpa sua.
Martin era tutto per me, era quella persona con cui ho combinato le peggio cavolate, condividevamo ragazze, droga, auto, motorini e persino soldi.
Lui conosceva ogni sfaccettatura di me.
Se ci penso, ancora non posso credere che mi abbia schifato in questo modo, mi sembra assurdo.
Lui era quella persona per cui avrei sacrificato la mia stessa vita.
"Ti ammazzo, hai capito?" Grido pieno di rabbia e lacrime ma l'attimo dopo mi accorgo di quanto in realtà sia conciato male.
Ha il volto gonfio e perlopiù spaccato. Mi sollevo dal suo corpo fissandolo dritto negli occhi e tamponando il sangue che fuoriesce dalla mia bocca.
"Fottiti Aron. Sei un figlio di puttana." Urla.
"Tu sei un infame Martin, non voglio mai più vederti o la prossima volta ti farò fuori sul serio." Sputo il sangue per terra strillando come un matto, nessuno del carcere osa intervenire, mi guardo intorno e noto che anche le telecamere sono state spente.
Mi avvicino alla macchina, metto in moto e parto con un dolore al petto più forte di quello di prima.
Sapevo che non sarebbe stata una buona idea raggiungere mio cugino.

GIOIA:
È tarda mattina quando mi sveglio.
Sento qualcosa di duro premere tra le mie gambe, metto a fuoco stropicciando gli occhi e riconosco Aron, completamente nudo e con un taglio sul labbro.
Mi acciglio guardandolo meglio, con il dito tento di sfiorare la sua ferita ma lui non me lo permette e afferra le mie mani portandole sopra la mia testa.
Che cos'ha combinato?
"Aron.. che stai facendo?" Mi lascio sfuggire, notando di essere nuda anche io.
Le mie guance si tingono di rosso, mentre lascio navigare lo sguardo sui suoi tatuaggi tetri, e sul suo volto che sembra arrabbiato.
Quel taglio ha un non so che di strano, non può esserselo procurato da solo.
In tutta risposta mi bacia con prepotenza, schiacciando il bacino contro di me. Ansimo spalancando la bocca quando sento che mi penetra senza esitare, e lo fa in modo sfacciato.
Le sue mani afferrano le mie gambe, le stringe intorno al suo bacino e incomincia a spingersi prima dentro e poi fuori. Dentro e fuori.
Cerco disperatamente le sue labbra e quando le trovo incomincio a morderle come piace a lui.
La mia schiena s'inarca, sento la sua mano ruvida posarsi sul mio torace e scendere lentamente fino ad afferrare il mio seno.
Lo stringe tra le dita giocando con il capezzolo mentre fa schioccare le nostre lingue calde.
Tuttavia questo non sembra bastargli, e in un secondo ribalta la situazione facendomi sistemare a cavalcioni sopra di lui. Aron scivola di nuovo dentro di me con una facilità solita e mi aggrappo alle sue spalle.
"Scopami Gioia." Porta una mano sulla mia natica, stritolandola. Le sue parole emanano un calore micidiale nel mio ventre.
Incomincio a muovermi ritmicamente, Aron tiene le mani sui miei fianchi e mi aiuta con i movimenti.
Mio marito è bellissimo.
Ha la bocca schiusa, la mascella rigida e i capelli bagnati e senza gel che amo tantissimo su di lui.
Dio, se è bello.
"Gioia sei stupenda." Dice con affanno e sembra quasi che stiamo pensando la stessa cosa.
Sorrido con le palpitazioni, perché nonostante siano passati dei mesi è sempre questo l'effetto che mi fanno le sue parole. Poi sento che ci sono quasi, tiro indietro la testa, sento con piacere che il suo pollice si posa sul mio clitoride e torno a guardarlo mordendomi forte il labbro inferiore per non urlare.
Incomincia a tracciare dei cerchi su di esso, mentre io lo lascio scivolare e poi uscire da me con costanza.
Mi sento esplodere. Le gambe incominciano a tremare, Aron aumenta la velocità del movimento e caccio un urlo strozzato cadendo sul suo petto, sensibile e liberata.
Cerco di riprendere fiato ma Aron non me lo permette e divora il mio seno continuando a spingere il bacino contro di me.
"Dovevi aspettare a venire." Mi sussurra leccando i miei capezzoli.
"Allora aspetterai tu al posto mio." Sorrido portando una mano sul suo petto, lo obbligo a stendersi meglio e con l'altra mando i miei capelli dietro le spalle e incomincio ad oscillare i fianchi lasciandogli la perfetta visuale del mio corpo nudo.
So quanto gli piace vedermi in queste condizioni, stanca e vogliosa.
Sento che la sua erezione incomincia a pulsare più del dovuto, capisco che sta già arrivando al limite e mi comporto come so che piace a lui.
Lo guardo dal basso, sorridendo, mi piego e mentre continua a scoparmi bacio i suoi addominali scolpiti, quella V che mi fa impazzire solo a guardarla e poi passo ai capezzoli.
"Smettila di trattenerti." Lo rimprovero.
Aron mi fissa famelico, proprio come farebbe un cacciatore con la sua preda mentre dei rivoli di sudore colano sulle tempie.
"Gioia non resisto più." Ammette sul punto di non ritorno.
"Va bene." Annuisco sorridendo e sollevo i fianchi lasciandolo uscire da me.
Mi piego sul letto, prendo in mano il suo fallo e lo porto alla bocca, leccando la sua punta bollente.
Aron spalanca la bocca.
Lo accolgo tutto quasi fino a soffocare, incomincio a succhiare e a stimolarli piacere aiutandomi con la mano, poi il suo corpo s'irrigidisce, tento di ritrarmi per lasciarlo venire ma le sue dita acciuffano i miei capelli e spingono il suo pene in profondità nella mia bocca.
Aron emette un ruggito che mi procura i brividi, prima di sentirlo esplodere completamente nella mia gola.

ARON:
Che cazzo è appena successo? Gioia era così passionale e disinvolta che mi sono lasciato andare e non ho più ragionato, sono venuto nella sua bocca.
Cerco di riprendere aria, Gioia solleva la testa, il mio liquido bianco cola dalla sua bocca e penso che quasi quasi posso venire una seconda volta solo a guardarla.
Con il lenzuolo pulisco le sue labbra.
"Ti è piaciuto?" Domanda con un filo di voce.
Certo che mi è piaciuto, eccome.
Afferro il suo braccio e l'attiro contro il mio petto.
"Ti amo Aron." Sussurra portando una mano sulla mia guancia. Chiudo gli occhi rasserenandomi.
"Anche io ti amo tanto Gioia."
Accarezzo la sua schiena nuda, mentre il mio pensiero ancora una volta va a quel coglione di Martin e a quello che è successo poche ore fa.
Mi perseguita ormai.
"Che cos'hai fatto alla bocca?" Domanda improvvisamente Gioia.
"Sono caduto."
"Non ti credo, quella che cade sono io, non tu."
"Può succedere anche a me qualche volta."
"Hai fatto a botte con qualcuno?" Domanda di nuovo.
Sospiro e fisso il soffitto.
"Con mio cugino."
"Cosa? Quale cugino?"
Sto per risponderle e raccontarle tutta la verità, sia sul campo sia su quello che è successo fuori dal carcere, quando all'improvviso mi ricordo dell'appuntamento con il dottore e dell'ecografia.
Afferro subito il cellulare dal comodino.
"Che c'è Aron?"
Controllo l'orario.
Merda, è tardi.
"Gioia dobbiamo sbrigarci, hai l'ecografia tra mezz'ora."
"Oddio, me n'ero dimenticata!" Sobbalza e scende dal letto.
"Vado a fare una doccia veloce, tu vestiti e aspettami al piano di sotto." Ordina entusiasta.
"Non ci mettere troppo." Dico mentre indosso i boxer.
"Farò veloce, ma sappi che questa conversazione non è finita qua." Mi punta il dito contro.
Mi alzo dal letto e con un cenno di testa la incito ad affrettarsi.
"O preferisci che ti lavi io?" Continuo portando una sigaretta alla bocca.
"Sì certo! Così arriveremo dopo domani alla visita." Apre la porta del bagno e si chiude dentro.

GIOIA:
Ho appena finito di lavarmi, indosso un pantaloncino nero in pelle e una camicetta bianca con le spalle a sbuffo, decido di legare i capelli in una treccia laterale, infilo un paio di stivali bassi e raggiungo finalmente mio marito che mi aspetta seduto in salotto in compagnia di Hansel e di Gaia. Sta mandando messaggi con il cellulare.
"Buongiorno fiorellino! Dormito bene stanotte?" Mi saluta quest'ultima ammiccando un sorriso provocatorio. Che stronza.
"E tu invece?" Alzo e abbasso le sopracciglia.
"Aron hai davvero una bella casa, ma temo che le pareti in Germania siamo davvero troppo sottili per ospitare tutte queste coppie."
"Gaia!" Spalanco la bocca mentre Hansel le rivolge un'occhiata terribile.
Ma Aaron è troppo impegnato a mandare i messaggi e credo non si renda nemmeno conto della mia presenza.
"Merda, devo andare!" Esclama all'improvviso.
"Cosa? Andare dove?" Strabuzzo gli occhi.
"È saltato fuori un problema all'ultimo minuto, devo andare, tornerò presto." Si alza dal divano e stampa velocemente un bacio sulle mie labbra.
È un fottuto scherzo questo?
"Abbiamo l'ecografia.." Gli ricordo confusa.
"Lo so, mi dispiace Gioia ma è importante, salterò solo questa, promesso."
Non so nemmeno io che cosa rispondere, rimango impalata ad osservarlo mentre afferra la giacca ed esce di casa in fretta e furia.
Mi viene da piangere.
Aveva promesso di esserci.
Che cos'ha da fare di più importante di conoscere suo figlio? O sua figlia.
"Non preoccuparti, possiamo accompagnarti noi." Gaia interviene.
Il lavoro prima di tutto, non è vero Aron?
Stronzo spezza cuori!
Mi stringo tra le braccia annuendo con la testa.
"D'accordo andiamo."

"

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
L' EREDEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora