Capitolo 57

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GIOIA:
"Dove pensi di andare vestita in questo modo?"
"È una gonna, ed è anche lunga Aron."
"Questa maledetta gonna è proprio l'ultimo dei miei problemi, guarda la camicia, è troppo scollata."
"Ma l'ho allacciata fino al penultimo bottone!"
"Gioia cazzo, non farmi perdere la pazienza."
"Verrò vestita in questo modo se non rimarrai a casa con me stasera."
"È un ricatto?"
"Peggio. Una minaccia." Incrocio le braccia al petto sorridendo sotto i baffi.
"Tu, stai minacciando me?" Sputa una risata piombando ad un centimetro di distanza dal mio viso.
Riesco a sentire il profumo di dopobarba.
"Oh si. Sto proprio minacciando te Aron Salinas, non ci credo che non puoi rimandare un incontro per una dannata volta nella tua vita."
"Dovrei avere un buon motivo per farlo."
"Io non sono un buon motivo?"
"Tu, nuda, intendi?" Solleva l'angolo della bocca.
"Potrei anche rimanere nuda se tu mi assicurassi di rimanere con me. Nuda e sopra di te." Afferro il colletto della sua camicia e glielo sistemo, per poi sollevare lo sguardo e sorridere in modo seducente.
Scosto i capelli dietro la schiena, lui segue attentamente ogni mio movimento. Mi viene da ridere, ha una faccia da pesce lesso.
"Mi stai provocando Gioia?"
"Tu che dici mister muscolo?" Mi volto, camminando sui tacchi in maniera elegante perché si sa, stuzzicarlo mi piace parecchio, e prima che possa raggiungere il bagno la sua mano afferra con forza il mio gomito, mi attira a se e preme la mia schiena contro il suo petto.
Socchiudo la bocca sentendo la sua erezione gigante.
Aron ha il respiro affannato e i muscoli in tensione. Dio, non lo ricordavo così in forma.
"Ringrazia il cielo che tu sia incinta Gioia o a quest'ora ti avrei già scopata con tutta la forza che non ho potuto usare in questi due mesi." Ringhia a denti stretti.
"Ma non mi dire? Vorresti negare il fatto che ti sia toccato da solo pensando a me, quando eri chiuso in quel centro?"
"Invece io immagino che tu non l'abbia mai fatto, per vergogna o forse perché sai che solo io, in carne ed ossa, so come darti piacere. So come toccarti.. dove toccarti e quando.." Porta una mano sul mio seno e lo stringe attraverso la camicia, facendomi godere in silenzio come una poco di buono.
Odio come reagisco al suo tocco, ma non posso farci niente. Aron per me è una bomba di sesso, mi attrae come una calamita.
"Scommetto che sei già bagnata." Infila le dita all'interno della camicia e incomincia a giocare con i miei capezzoli.
Non sono bagnata, sono fradicia ed è bastato così poco per arrivare a questi livelli.
Sono incinta, i miei ormoni sono a fuoco, soprattuto in questo periodo di inizio gravidanza e basta davvero poco per farmi eccitare.
Sento tutte le emozioni amplificate, in questo momento vorrei saltargli addosso e lasciarmi scopare come vuole lui, ma ho un orgoglio, e voglio che sia lui a cercare il contatto.
"Profumi.." Sibila annusando i miei capelli, mentre continua a giocare con il mio seno.
Sento un calore intenso nel ventre.
Poi lentamente incomincia a sbottonare la mia camicia fino a quando non se ne sbarazza e mi lascia in reggiseno, con solo una gonna indosso.
Entrambe le sue mani si poggiano sul mio grembo, le stesse che sono rovinate e macchiate di inchiostro. Fa un certo effetto. Sembrano enormi su di me.
"Gioia non posso ancora crederci."
"Nemmeno io.." Ammetto posando la testa contro il suo petto.
"Di quante settimane sei?"
"Credo otto."
"Otto?" Domanda flebilmente.
"Siamo stati insieme prima che tu iniziassi il percorso di disintossicazione, ed è stato due mesi fa."
Mi fa voltare verso di lui.
Sembra radioso.
"Vi renderò felice. È una promessa questa."
"Lo so Aron io mi fido di te."
Schiaccio le labbra contro le sue, che sono morbidissime e perfette e assaporo la sua bocca accarezzando la nuca rasata con la mano.
Amo moltissimo quest'uomo, l'ho sempre amato e lo amerò per altri mille anni, questa è l'unica certezza che ho.
Ma è così pericoloso affezionarsi a qualcuno, tuttavia a me il pericolo è sempre piaciuto. E ringrazio me stessa per essermi messa in gioco per Aron o non sarei qua, innamorata e soddisfatta del mio percorso.
Alzo lentamente lo sguardo, sorridente e felice e noto che i suoi occhi azzurri adesso mi stanno guardando in modo strano. Mi sento quasi sotto esame.
"Che cosa c'è?"
"Sei l'unica donna per la quale io sacrificherei tutto Gioia."
Una scossa mi trapassa il cuore.
"Sei arrivata nel periodo in cui avevo perso ogni speranza di essere davvero felice. Credevo che la felicità fosse altro, poi sei arrivata tu."
Una lacrima riga il mio volto.
"Non so come andranno le cose e non posso garantirti che andrà sempre tutto per il verso giusto, posso solo assicurarti che noi due insieme troveremo un modo, un modo per farcela comunque."
Queste parole mi toccano nel profondo.
Aron che dice queste cose.. non sembra nemmeno lui.
Vorrei davvero rispondergli ma non mi lascia nemmeno il tempo di farlo che molto velocemente mi ritrovo la sua bocca contro la mia, mi bacia di nuovo e di nuovo ancora, baci dolci e allo stesso tempo prepotenti.
Sento il suo sapore di fumo. Non mi è mai piaciuta la sigaretta ma su di lui amo anche quella.
Riesco a percepire la voglia che ha di me dal suo modo di toccarmi, dal suo respiro tremante che mi dice palesemente che non ha più tempo per aspettare.
La pelle si accappona, il cuore dentro il petto esplode e allaccio le braccia intorno al suo collo socchiudendo la bocca.
Aron porta le mani sotto i miei glutei, mi solleva appoggiandomi delicatamente alla specchiera e slaccia velocemente il suo jeans per poi alzarmi la gonna fino all'ombelico e strappare con brutalità le mie mutandine.
Sorrido quando lo fa.
Poi sento la sua lingua liscia sulla pelle del mio collo, succhia e morde facendomi perdere il lume della ragione mentre si affretta a prendere in mano la sua erezione e a strofinarla contro il mio sesso pulsante.
"Aron potrebbe entrare qualcuno, chiudi a chiave la porta."
In tutta risposta mi penetra con una spinta violenta. Un verso strozzato di shock e piacere mi sfugge dalla gola.
Sono sbigottita dalla sua passione, non mi aspettavo questa intrusione ma mi piace e stringo le gambe intorno il suo bacino per farglielo capire.
"Nessuno entra in camera mia senza il mio permesso."
Senza volerlo la mia schiera s'inarca. Getto la testa all'indietro mentre lui affonda dentro di me in tutta la sua lunghezza.
Mi sento completamente piena di lui. Non riesco a trattenermi e urlo il suo nome cercando avidamente la sua lingua.
"Aron più forte.." Mormoro mentre affonda il volto tra i miei capelli.
Continua a farmi sua sorreggendomi dai fianchi, prende a muoversi più velocemente, il piacere è quasi doloroso, impazzisco ogni volta che mi tocca nel punto giusto.
Mi fa sua come se fossi un trofeo, e giuro che non sono mai stata così tanto eccitata in tutta la mia vita.
Sento che ansima e mordicchia i miei seni.
Ci amiamo in questo modo, dura poco perché Aron è davvero passionale oggi, ma chiunque lo sarebbe dopo mesi di lontananza. Mi sta scopando come se fosse ubriaco e fuori controllo, sbatte dentro di me talmente forte che temo possa addirittura lasciarmi dei lividi. Tuttavia credo che stia cercando di sembrare gentile baciandomi e accarezzandomi, pur non riuscendo a trattenersi.
So cosa lo eccita, stare dentro di me e possedermi. Ed è esattamente quello che sta facendo.
Le mie mani arrivano al suo sedere, cerco di attirarlo più profondamente dentro di me, ma le sue dita riportano le mie braccia lungo i fianchi, perché so anche quanto adori avere il controllo del mio corpo.
Poco dopo piccoli spasmi mi travolgono, non voglio arrivare al limite ma non riesco più a trattenermi e piego la testa all'indietro mentre mi stringo intorno alla sua erezione come una morsa. Urlo inevitabilmente.
È una sensazione stupenda.
Sento i suoi versi strozzati vicino al mio orecchio, Aron viene dentro di me acciuffando i miei capelli tra le mani, e solo quando sento che finisce di svuotarsi del tutto lo bacio nuovamente per rasserenarlo.

ARON:
Mi trovo in giardino. È pomeriggio.
Gioia è seduta sulla panchina in cemento con Isa e con Gaia, stanno parlando dei loro argomenti, mentre io e Andrea c'è ne stiamo in piedi, davanti alla porta d'entrata a fumare in silenzio.
Rifletto su quello che ho detto prima a Gioia, lei è davvero la donna della mia vita, mi sento completo al suo fianco e voglio rendere felice sia lei che mio figlio.
Questo bambino sarà l'erede Salinas. La persona più acclamata e famosa tra tutti i clan mafiosi, i giornali non appena scopriranno che Gioia è in dolce attesa faranno spargere la notizia per il mondo, e per questo motivo sono tenuto a proteggere la mia famiglia. Ho molti nemici, la sicurezza aumenterà notevolmente, voglio che vivano sereni e al sicuro.
"Aron, mi ha chiamata nostra madre."
Volto la testa verso Andrea, che abbassa gli occhiali da sole e stringe la sigaretta tra i denti.
"Vive al campo."
"Quello è il posto in cui deve stare."
"Ora fingi di disprezzare quelle persone? Le stesse con cui sei nato e cresciuto? Non dirmi che lo fai solo perché pensi come papà che siano sporchi zingari, perché non ti crederei. Mi ricordo del tuo rapporto con loro, e con nostro cugino Martin."
Non appena sento il suo nome drizzo la schiena.
"Era il tuo migliore amico."
"Andrea non ho voglia di parlare di questo."
"Cos'è successo tra voi due? Perché non me ne hai mai parlato?"
"Perché non sono affari che ti riguardano." Spengo la sigaretta nel posacenere. Ora voglio solo pensare a Gioia e ai miei affari, non a queste stronzate.
"Tua moglie è incinta, e la nostra famiglia vuole conoscerla."
"Loro non sono la nostra famiglia! E come cazzo fai a sapere che Gioia è incinta?"
"Un giorno l'ho sentita parlare con Gaia in salotto."
"Tienitelo per te."
"Aron, le sorelle di nostra madre lo sanno già. Alcune di loro sono sensitive, sai già come funzionano le cose da quelle parti, vogliono che porti Gioia al campo per farle conoscere il resto della famiglia e per dare la benedizione al bambino, oppure loro ti chiuderanno le porte in faccia una volta e per tutte."
"Io non porto Gioia da nessuna parte, tanto nemmeno da loro! Che facciano quello che vogliono, io le porte le ho chiuse da anni ormai." Stringo i denti.
"Amore." All'improvviso sento la sua voce delicata, spedisco un'occhiata ad Andrea per fargli capire che deve chiudere questa conversazione immediatamente.
"Amore tutto bene?" Domanda Gioia nuovamente, affiancandosi a me.
"Tutto bene." Annuisco fingendo indifferenza.
Mi sorride.
"A mezzanotte è il compleanno di Gaia."
"Quindi?"
"Quindi.. io e Isa abbiamo pensato di festeggiarlo nel locale di Andrea."
Sbianco improvvisamente.
È uno scherzo?
Quel locale? Proprio quel locale? Pieno di troie e di droga?
No. No e no.
"Avanti amore ci divertiremo, è una piccola festicciola tra di noi." Gioia tira fuori il labbro inferiore, guardo Andrea che passa una mano davanti al viso voltandosi di spalle e sospiro.
"Ci divertiremo insieme." Insiste.
Non so che cazzo dirle, mi ha colto di sorpresa.
"D'accordo." Risponde mio fratello facendomi schizzare la rabbia dritta dritta al cervello.
Sgrano gli occhi.
Sento che Gioia lo ringrazia ingenuamente, quando si allontana afferro Andrea dal braccio che incomincia a ridere come se questo fosse tutto un fottuto gioco e lo trascino dentro casa.
"Coglione, che cazzo ti passa per la testa?!"
"Avanti Aron smettila di fare così, è solo una festa."
"Solo una festa? Mi fa piacere sentirti parlare in questo modo.
Incomincia a chiamare le tue bamboline e ordinale di sparire subito dal locale, aumenta la sicurezza, fai un controllo e togli tutta la droga in circolazione, voglio tutte le camere da letto chiuse a chiave e un fottuto bagno pulito dove far vomitare mia moglie incinta. Coglione del cazzo."

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