Capitolo 27

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ARON:
La festa è ormai conclusa, ci troviamo fuori dal ristorante, saluto la famiglia di Gioia mentre lei non fa altro che piangere abbracciando sua madre.
"Aron." Francesco mi porge la sua mano.
Gliela stringo e lo sento sospirare.
"Sei come un figlio per me, ci stai aiutato molto e lo apprezzo. Hai lo stesso coraggio di tuo padre."
Annuisco.
"Gioia è la mia vita, prenditi cura di lei, sempre."
"Lo farò." Dico e l'attimo dopo James si affianca.
"Capo è ora. L'aereo è pronto."
"Arrivo." Cerco mia moglie tra la folla di gente che sta uscendo dal ristorante, sta parlando con Gaia e con la donna di servizio della villa.
"Gioia dobbiamo andare."
Annuisce asciugando le lacrime.
Abbraccia la sua amica dopodiché mi raggiunge, è triste e ha agli occhi rossi dal pianto. Odio vederla piangere, mi fa diventare nervoso.
"Loro ti potranno venire a trovare quando vorranno."
"Lo so Aron ma non sarà più la stessa cosa."
"Farai l'abitudine Gioia, non sei più una bambina."

GIOIA:
Mi trovo seduta in macchina accanto ad Aaron che sta guidando per le vie illuminate della Puglia, saluto anche la mia terra perché non so quando tornerò, infondo non è un addio ma un arrivederci, non dovrei essere poi così triste ma quando cresci con le stesse persone, chiusa in una villa da quando sei nata è molto più difficile ambientarsi ad un altro stile di vita.
Inoltre il tedesco è una lingua difficile, Aaron sembra quasi madrelingua italiano mentre io sono sicura che farò fatica a capire la gente.
La mia paura più grande è di rimanere sola, ho paura di sentirmi esclusa e spaesata in un paese che non è il mio.
Guardo lo specchietto e mi rendo conto che i suoi scagnozzi ci stanno seguendo a bordo di un grosso SUV nero.
"Siamo arrivati." Annuncia Aron parcheggiando la macchina.
Scendo dall'auto sistemando il vestito, sollevo lentamente lo sguardo e rimango sbalordita quando i miei occhi memorizzano la figura di un grosso aereo bianco con tanto di scritta "Salinas" al centro.
Spalanco la bocca. È gigantesco.
Rimango a guardarlo per molto tempo.
Gli uomini di Aron invece incominciano a liberare le macchine portando i nostri bagagli a bordo dell'aereo, mentre mio marito chiacchiera nervosamente con James, il suo uomo più fidato da quanto ho potuto capire.
"Posso aiutare con i bagagli?" Domando non sapendo che fare e tutti si ammutoliscono quasi come se avessero davanti a loro un fantasma.
Mi acciglio confusa.
"Signora Salinas non si preoccupi, ce ne occupiamo noi." James mi raggiunge.
"D'accordo."
"Sali sull'aereo." La sua voce mi fa sobbalzare.
Perché è sempre così arrabbiato con il mondo?
"Da sola? E tu Aron?"
"Ti raggiungo tra poco." Sembra teso.
"Aron posso aspettarti se.."
"Gioia sali su questo cazzo di aereo! Adesso!"

ARON:
"Che cazzo significa che hanno avvistato Oscar nei dintorni?"
"Era in un bordello insieme alla sua spalla destra a est della città. Ha ammazzato due giovani ragazze e un vecchio miliardario."
Sospiro accendendo velocemente una sigaretta, mi appoggio alla macchina e osservo Gioia salire sopra l'aereo.
Non credo che quel figlio di puttana voglia attaccare, mi ha dato la sua parola d'onore, vuole solo spaventarci.
"Dove sono gli uomini che hanno reclutato Francesco e Vivian?"
"La stanno aspettando all'aeroporto di Berlino signore."
"James porta a casa mia Gioia." Apro il bagagliaio ed estraggo dal borsone nero due pistole.
"Signore cosa vuole fare?"
"Questo coglione mi ha già rotto le palle. Se pensa che rimarrò a guardare con le mani in tasca mentre lui mi minaccia si sbaglia di grosso. Io sono Aron Salinas e non mi faccio prendere per il culo da lui!!" Urlo e carico le armi.
"Signore scusi se mi permetto.. ma in questo modo Oscar non aspetterà lo scadere dei giorni per attaccarla."
"James, Oscar è nel territorio di mio suocero e quindi nel mio, sta spargendo sangue per far arrivare un solo messaggio: che il più forte è lui. Vuole piegarci. Non erano questi i patti."
"Quindi vuole attaccare per primo?"
"No, voglio un incontro con lui poi deciderò cosa fare."
"Il resto degli uomini sono in Germania, se dovesse attaccare noi saremmo pochi."
Vado faccia a faccia con James.
"Tu pensa a mia moglie e a mia madre James, qua ci penso io. Chiama Francesco e Andrea e falli venire qua."

GIOIA:
"Che cosa sta succedendo? Perché l'aereo sta partendo senza mio marito James?!"
"Signora si calmi."
"Si Gioia datti una calmata o rischierai le rughe cosi giovane." Caterina sbuca dal nulla e si accomoda nel sedile di pelle accanto al mio.
"Caterina.."
"Donna Caterina." Mi riprende e mordo forte il labbro per evitare di sputare cattiverie dalla mia boccaccia.
"Dov'è suo figlio?" Domando.
"Aveva una questione da risolvere, è saltata fuori all'improvviso, domani sarà a casa."
"È sicura?" Era così nervoso prima..
Annuisce e getto la testa sul sedile.
Sono preoccupata e delusa. Credevo che sarebbe venuto con me..
L'aereo parte, pensavo che avrei avuto paura invece mi piace da morire, siamo a migliaia di metri di altezza dalla terra ferma, la città sembra così piccola, ma è molto illuminata di notte, credo che questa immagine non la scorderò mai.
"La prima notte di nozze è rimandata!" Esclama Caterina a bassa voce, riportandomi alla realtà.
"Recupererete domani tesoro." Stringe la mia mano.
Ma che simpatica questa donna.
"Hai pensato al viaggio di nozze?" Continua.
"No." Guardo fuori dal finestrino.
"Tranquilla, anche questo si rimanderà tra un paio di mesi, quando tutto sarà sistemato, almeno avrai più tempo per scegliere la meta."
"Che cosa sarà sistemato?"
Il suo volto impallidisce più di quanto già non lo sia.
Sollevo un sopracciglio.
"Intendo che tu sia sistemata Gioia." Scoppia a ridere.
"Desidero che prima ti ambienti bene in Germania e che ti trovi a tuo agio a casa nostra, infondo sarà anche casa tua, no?"
Annuisco titubante.

"Desidero che prima ti ambienti bene in Germania e che ti trovi a tuo agio a casa nostra, infondo sarà anche casa tua, no?"Annuisco titubante

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L' EREDEWhere stories live. Discover now