Capitolo 51

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ARON:
Gioia sta dormendo.
È mattina e nessuno è ancora sveglio, se non io.
Rimango a guardare mia moglie per lunghe ore mentre rifletto.
Mi dispiace averla ridotta in questo stato.
Lei mi odia.
Non riesco a darmi pace, e il fatto che prima abbiamo fatto sesso lo ritengo una conseguenza di tutto l'alcol che lei ha ingerito o non sarebbe mai successo.
Mi ha trattenuto proprio nel momento in cui stavo venendo, ma adesso non ho paura.
Se dovesse realmente rimanere incinta un'altra volta non commetterei gli stessi errori, non lo farei mai.
Ci ho pensato molto ultimamente.
Sono stato un codardo, non è nella mia indole scappare senza affrontare i problemi, per questo motivo voglio essere felice con lei e con una famiglia completa.
Ma prima dovrei aiutarmi con il percorso di disintossicazione che mi ha proposto il dottore.
D'ora in poi voglio fare le cose bene.
"Aron.." Sento che Gioia mugola appoggiando la testa sul mio petto.
Mando entrambe le mani sui suoi fianchi, attirandola a me. È bollente santo cielo.
"Mi fa male la testa." Lagna.
"Non avresti dovuto bere tutto quell'alcol."
Adesso si volta dandomi le spalle, e spinge il sedere contro la mia erezione mattutina.
Ringhio contraendo la mascella.
Indossa ancora quel maledetto tanga.
"Aron dobbiamo parlare." Dice seria all'improvviso.
"Lo so." Mi metto seduto e accendo una sigaretta.
Sento il materasso gonfiarsi, volto la testa e trovo Gioia praticamente nuda, affacciata alla finestra con una mano tra i capelli.
Mi avvicino bagnando le labbra con la punta della lingua mentre i miei occhi navigano sulle sue natiche sode, sulla sua schiena piena di cicatrici e sui capelli lisci che le sfiorano il sedere.
Sembra essersi ripresa dalle lesioni e dai tagli, ma non del tutto.
"Prendi questa." Apro il cassetto e le porgo una pastiglia.
"Non voglio più prendere pastiglie." Rammenta e questo mi lascia molto a pensare.
Non abbiamo ancora affrontato il discorso del suo rapimento. Può essere successo di tutto dentro quel magazzino, un giorno di questi devo prenderla con le pinze e farla parlare.
Mi posiziono accanto a lei, appoggio i gomiti sul davanzale e fumo osservando il giardino.
"Non devi sentirti in colpa." Parla e con la coda dell'occhio mi accorgo che sta fissando le mie nocche sfasciate.
"E tu non devi fingere che vada tutto bene. Mi merito la tua indifferenza." Espiro il fumo dal naso.
"So che eri solo spaventato."
"Ma?" Domando e la guardo. Ha gli occhi lucidi.
"Ma mi hai deluso, perché mi hai voltato le spalle quando avevo più bisogno di te."
"Ti chiederò scusa fino all'ultimo giorno della mia esistenza Gioia. Perché non posso più tornare indietro, se potessi cambierei ogni cosa ma dammi modo di dimostrarti che sono davvero dispiaciuto, non commetterei più gli stessi errori."
Annuisce semplicemente.
Si volta pronta ad entrare in bagno ma l'afferro dal polso.
"Aron lasciami adesso."
"Possiamo davvero riprovarci Gioia."
"Aron ci sono troppe cose che non funzionano. Mi hai tradita, io non dimentico ciò che hai fatto. E delle semplici scuse non cancellano quello che è successo."
"Mi crederesti se ti dicessi che ho finto di averti tradita per allontanarti da me?"
"No." Afferra la vestaglia e la indossa.
"È così Gioia. Non sono stato con nessuna ragazza dopo che ci siamo sposati."
"E prima? Perché il video risale al giorno prima del matrimonio."
"Non sono stato con lei. Ho vinto la scommessa, ho preso i soldi di Nordit e ho lasciato a lui la ragazza."
"Non ti credo Aron."
"Amore.."
"Smettetela tutti di riempirmi la testa con queste stronzate!"
"Gioia!"
"È così, sono stanca di voi Aron!! Non ne posso più!"
"Io ti sto dicendo tutta la verità, ma anche tu devo dirla a me."
"Quale verità? Io sono sempre stata onesta nei confronti di tutti voi!"
"Voglio sapere cos'è successo dentro quel magazzino."
Noto che impallidisce improvvisamente.
Manda giù un nodo di saliva poi incomincia a giocherellare con il lembo della vestaglia.
"Non voglio parlarne ora."
"Dovrai farlo prima o poi." Faccio un passo in avanti, afferrando i suoi fianchi.
Mi fa tanta tenerezza.
"Una volta che questa questione sarà risolta andrò a disintossicarmi in una clinica specializzata, voglio farlo per me ma anche per te, ma desidero che prima tu mi dia un vero motivo per farlo."

GIOIA:
La mano di Aron stringe con forza i miei fianchi, sento che il suo pollice adesso mi accarezza il ventre e automaticamente il mio cuore vibra di dolore.
Chiudo gli occhi, una lacrima riga il mio viso.
Appoggio la testa contro il petto di Aron, abbracciandolo forte.
Non posso credere che abbia usato la scusa del finto tradimento per allontanarmi da lui. Vorrei odiarlo con tutta me stessa e invece sono incredibilmente felice.
Sono stupida. Ecco cosa sono.
"Quale sarebbe questo motivo?" Sussurro sollevando lentamente la testa.
"Un figlio." Dice schietto, ciò che stavo pensando.
E una scossa mi fa tremare il corpo.
Le sua labbra sfiorano il mio naso, rabbrividisco sbattendo la ciglia e il suo angolo destro della bocca si solleva.
"Aron non ti perdonerò mai per quello che è successo, ma voglio andare avanti."
"Ti amo Gioia." Mi scuote leggermente avvolgendo il mio bacino con le sue braccia muscolose.
È la seconda volta che mi dice una cosa del genere. Fisso il mare nei suoi occhi e premo le labbra contro le sue.
"Anche io ti amo Aron."
"Vendicherò nostro figlio, è una promessa." Sussurra e la rabbia si fa sentire nel petto.
"Lo faremo insieme."
"Cosa?" Domanda sorpreso.
"Non me ne starò con le mani in mano."
Annuisce leggermente, mi bacia e mi trascina dentro la doccia, girando la manopola dell'acqua calda.
Le goccioline si mischiano con le mie lacrime salate. Aron apre la mia vestaglia ormai bagnata e la getta sul pavimento.
"Smettila di piangere, ti prego."
Mi getto tra le sue braccia piangendo a dirotto.
Questo dolore non passerà mai. Mi sta consumando.
"Metti una pietra sopra al passato. Pensiamo a noi e ad essere felici insieme." Accarezza i mei capelli.
Vorrei che fosse così facile.
"Voglio un figlio da te Gioia. Rincominciamo, io te e il bambino che arriverà. Possiamo essere una famiglia felice."
"Ho paura di rimanere sola, ancora una volta Aron." Ammetto tra un singhiozzo e l'altro.
"Non lo sarai più, ci sarò io a prendermi cura di voi questa volta."
Non riesco a credergli. Vorrei davvero.
"Aron.. io ho bisogno di un po' di tempo per schiarirmi le idee, lontano da qua."
Lo sento sospirare.
Prende un po' di shampoo e incomincia ad insaponarmi i capelli.
"Io non voglio che ti allontani da me Gioia." Mi fissa intensamente.
"Ne ho davvero bisogno."
Lascia cadere le mani lungo i fianchi e sposta lo sguardo, quasi ferito. Poi prende un lungo respiro.
"D'accordo, ma prima.." Sibila posizionandosi alle mie spalle. Afferra il doccino e rimuove tutto lo shampoo dai miei capelli con una tale delicatezza che quasi non lo riconosco.
Mi sta coccolando.
Perché sembra un addio?
"Prima cosa Aron?"
Spegne l'acqua improvvisamente.
"Fai l'amore con me."

"

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L' EREDEWhere stories live. Discover now