65 - Venerdì trenta

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GRACE 

Abbasso per un attimo lo sguardo sull'orologio del laptop che segna le sei e mezza. Oggi, io e Caroline abbiamo lavorato a casa mia, dato che la Jodi's si sarebbe riempita di giornalisti per l'uscita di un nuovo disco e sarebbe stato impossibile per noi concentrarci a dovere. Per non parlare del fatto che il livello di intimità che c'è tra me e Jess inizia farsi sempre più palese in ufficio e l'arrivo dei fotografi avrebbe comportato dei rischi, che per il momento non siamo pronti a gestire.

Certo è, che con l'imminente ritorno della coppia che si sta rilassando in Indonesia, dovremo essere pronti nel prendere una decisione. Jess sa bene quanto il mio desiderio sia quello di averlo qui accanto a me e il solo pensiero di un ritorno in Italia mi causa un nodo allo stomaco capace anche di togliermi la fame, ma lui continua a non pronunciarsi sul da farsi, abbandonandomi in un alone di incertezze, da cui cerco di salvarmi appigliandomi solamente alla sua promessa di non lasciarmi più sola.

E io ne ho davvero bisogno, di non essere più lasciata da sola da lui. Perché Jess è l'unica persona in grado di farmi sentire davvero me stessa, di darmi libertà e amore, ma soprattutto è l'unica che sia mai stata in grado di comprendere appieno la mia anima, accarezzandola quando ne aveva bisogno e sgridandola quando si faceva del male da sola. E rinunciare a lui è qualcosa di impossibile, che mi porterebbe a cadere in un baratro ben più profondo di quello in cui sono sprofondata cinque anni fa.

«Questi documenti li riporto dopo in ufficio» Caroline si alza dallo sgabello, posando la tazza di caffè nel lavandino, risvegliandomi dai miei pensieri.

«Va bene» raccolgo un paio di fogli e autorizzazioni per poi passarglieli «porta anche questi, se non ti dispiace»

Nel mentre Jess rientra dal giardino sul retro, concludendo una telefonata. Ha lo sguardo concentrato e il viso teso, non lo vedevo così dall'incontro con sua madre. Dal tono che usa non riesco a capire con chi stia parlando, capisco solo che sta dando al suo interlocutore l'indirizzo di casa mia.

«Sì, alle sette e mezza... Il suv è qui, la benzina c'è»

Cerco il suo sguardo, che però ottengo per qualche secondo soltanto, distratta da Caroline, che mi prende i fogli dalle mani dicendo qualcosa che però mi sfugge.

«Va bene, mi raccomando» queste sono le ultime parole che dice davanti alla libreria, prima di terminare la chiamata.

«Qualche problema?» La mia domanda cattura anche l'attenzione di Caroline, la cui cotta per Jess sembra non essere mai passata, anzi, mi chiede di frequente della sua fissa per i lecca-lecca. Ma nonostante quel velo di gelosia che mi porto sempre dietro quando si parla di lui, la cosa non mi innervosisce, anzi, credo sia una reazione piuttosto naturale al fascino di Jess.

Si avvicina con le mani in tasca «stasera non ti accompagno io al Carovana» scandisce l'ultima parola quasi con ribrezzo, sapendo essere proprietà di James, «viene Kevin»

Faccio attenzione che Caroline non mi veda e assottiglio gli occhi. «Come mai?»

Che sarebbe più un in che senso, scusa?

Da quando in qua mi lascerebbe andare in qualche club senza la sua supervisione, per farmi sostituire dal bodyguard occasionale amico di John, che si occupa anche di noleggiare i nostri suv?

«Devo fare una cosa» dice soltanto, agitandomi. Sa di agire a suo favore mettendomi davanti al fatto compiuto e dicendomelo davanti a Caroline, perché non potrei chiedergli le spiegazioni che vorrei. Almeno per ora.

«Mi raccomando alle dieci e mezza voglio saperti a casa»

Pure.

«Contaci» lo provoco.

ImprevedibileWhere stories live. Discover now