37 - Questa sua fissazione

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GRACE🔴

«Comunque sapevi di avere la coscienza sporca, per questo non mi hai richiamata» rispondo ironica a Robert, che finalmente ha avuto il coraggio di richiamarmi.

«Non fare così, solo per un ballo poi... E comunque me ne ero dimenticato!» ha anche il coraggio di obiettare.

Porto un braccio al fianco, dopo essermi sfilata la cintura. Certo, dimenticato. Mi cade un ciuffo di capelli sul viso, che Jess sposta delicatamente prima di scendere dal suv.

«Poi non c'è quel ragazzo che ti gira attorno? Quello che ti chiamava la scorsa estate mentre eri qui?» commenta.

«Guarda che James è solo un amico» e farei andare fuori di testa Jess.

«Non ho detto che te lo devi sposare, solo farti accompagnare!»

«Come sta Tania?» cambio discorso.

«Bene, il termine è vicino... Alex non vede l'ora di conoscere sua sorella» mi dice cambiando tono, ora più dolce.

«Già so che sarà una bellissima bambina, magari quest'estate verrò»

«Ti aspettiamo, lo sai» mi dice prima di salutarmi diretto ad una riunione di lavoro.

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Jess mi aspetta davanti al cancelletto di casa, con le mani nelle tasche dei pantaloni. Non posso negare a me stessa di guardarlo ora con occhi diversi dal solito, adesso che ho delle consapevolezze in più. Allo stesso tempo, però, è come se anche lui stesso fosse diverso, il suo viso mi sembra più rilassato, nonostante quella scintilla provocatrice che lo caratterizza.

«A che ora devi andare da Sammy?» mi chiede mentre percorriamo il vialetto.

«Ci vediamo alle nove al Desk.» Nel pomeriggio mi ero messa d'accordo con lei per cenare insieme e chiarire giusto un paio di cose che nel bagno di Jess non abbiamo affrontato.

«Quindi mi toccherà partecipare ad una serata tra donne?» mi sorride malizioso.

«Esattamente» faccio spallucce.

Entriamo in casa richiudendoci la porta alle spalle e finalmente risento le sue labbra sulle mie.

E no. L'attesa del piacere non è esso stesso il piacere. Il piacere è questo.

«È una tortura» mi dice schioccando un bacio delicato al mio labbro inferiore «non poterti baciare ogni volta che ne ho voglia.»

«E quand'è che ne avresti voglia?» gli chiedo ferma, appoggiata alla penisola della cucina.

«Sempre Paris.» Risponde secco, prima di ributtarsi su di me. Basterebbero anche solo le sue parole a farmi perdere ogni senso.

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«Comunque, ho intenzione di prendere qualche lezione di italiano, potrebbero sempre tornarmi utili... Per il lavoro» solleva poi un sopracciglio, mentre mi sfilo la giacca e le scarpe.

«Dici?»

«Perché no? Sembra una bella lingua...» commenta alzando un sopracciglio, il suo sguardo rimane su di me, mentre il suo corpo si fa di nuovo vicino al mio, che inizia a infiammarsi. «Anzi, potresti insegnarmelo tu» ora il suo bacino è sul mio, prepotente.

«E da cosa vorresti iniziare?» chiedo mordendomi leggermente il labbro quando vedo la scintilla di Jess illuminarsi nelle sue iridi chiare.

«Vediamo un po'...» passa un dito sulla mia guancia, mentre posa l'altra mano sul bancone in granito alle mie spalle.

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