54 - Logan

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Il pulmino scolastico sta per partire senza di me e Brooke la quale non capisco propio come mai sia in ritardo dal momento che è una a cui piace arrivare con almeno mezz'ora di anticipo.

"Miller adesso però dobbiamo assolutamente partire" si sporge dal finestrino il coach spazientito.

"Mi può concedere solo altri cinque minuti? Sono sicuro che Davis stia arrivando" controllo il telefono ma la ragazza non ha minimamente calcolato le quattro chiamate e la ventina di messaggi che le ho lasciato.

"Cinque minuti, non un secondo di più. Se non sarà arrivata per allora andremo via senza di lei" mi concede severo per poi far veramente partire il conto alla rovescia.

Come l'adulto smette di parlare mi volto e la vedo arrivare di corsa facendo fatica a portarsi dietro la valigia, le corro incontro per aiutarla e soprattutto salutarla.

"Si può partire!" annuncio con il fiatone una volta salito sul mezzo.

Con lo sguardo cerco due posti vicini per me e lei ma essendo arrivati per ultimi sono rimasti quelli meno ambiti: uno di fianco a Ethel e l'altro vicino al coach.

Dopo averne discusso velocemente e sotto voce decidiamo che sarò io a fare il viaggio vicino alla bionda mentre la mia ragazza starà vicino all'adulto, spero non le faccia una ramanzina troppo cattiva.

Lungo la strada faccio per quasi tutto il tempo finta di dormire per evitare chi mi circonda ma sono costretto a 'svegliarmi' quando sento la mia vicina di seduta sfilare il mio cellulare direttamente dalla mia tasca.

"Che fai?" riprendo immediatamente ciò che è mio.

"Hai il sonno veramente molto leggero" ridacchia lei con voce acuta. "Davvero molto carino lo sfondo con tu e lei" parla della mia ragazza con tono dispregiativo, alzo gli occhi al cielo.

"Cosa vuoi Ethel?" domando scocciato.

"Assolutamente nulla, siete una coppia davvero carina" impossibile non cogliere la falsità nel suo tono di voce e successivo sorriso.

"Lasciami dormire in pace e tieni le mani a posto" la ammonisco dato che stava iniziando ad avvicinarsi un po' troppo.

"Perché? Hai paura di eccitarti al mio tocco?" sussurra nel mio orecchio mentre allunga la verso sulla mia gamba, in direzione del pacco.

"No e smettila di rompere" la allontano bruscamente per poi zittirla con un tono di voce forse un po' troppo forte.

Tutti i presenti si ammutoliscono all'istante e inziano a guardare incuriositi nella mia direzione perciò fingo di tornare a dormire come se non fosse successo nulla.

Continuo il viaggio con la musica a palla nelle orecchie per evitare qualsiasi tipo di interazione con la mia vicina.

Arrivati, scendiamo dal pullman e il coach ci chiede di poterci mettere in cerchio per "farci un discorsetto".

"Ragazzi, so che siete in un periodo dove gli ormoni hanno il controllo pure sul cervello" faccio molta fatica a trattenermi dal ridere. "E so che la vostra generazione è molto, come dire, aperta in merito al tema della sessualità ma non transigo: i ragazzi non vanno dalle ragazze e viceversa" noto i miei compagni scambiarsi strane occhiate di complicità con alcune delle ragazze.

"In particolare Davis e Miller, mi è giunta voce che state insieme" sorride poi punta l'indice nella mia direzione.

"Non si preoccupi" lo tranquillisco mentre la mia ragazza mi rivolge un ghigno malozioso.

"Ah e non pensate che mi sia dimenticato di chi è omosessuale, vale anche per voi la regola del 'niente sesso'" mima le virgolette in aria quando esclama quelle parole. "È un ritiro sportivo, non una vacanza orgiastica" si rivolge a tutti in generale mentre noi scoppiamo a ridere per il termine da lui utilizzato.

"'Non si preoccupi'" mi scimmiotta Brooke mentre posiziono il braccio intorno alle sue spalle.

"Sono un bravo ragazzo io" sfodero un sorriso innocente, mi da un dolce bacino a stampo.

Entriamo nell'hotel e ci distribuiscono le chiavi delle camere, fortunatamente riesco a fare un cambio di compagno di stanza all'ultimo momento: non penso di poter sopportare Cody in questo periodo, poi così ho aiutato Bennet dato che nessuno dei miei omofobi compagni voleva averlo in camera.

"Strano che sia tu l'unico che non sembra infastidito dalla mia sessualità, un tempo saresti stato il primo a deridermi" dice Samuel non appena entriamo in camera.

"Se ti riferisci al comportamento degli altri sappi che non sono come loro, non più, anzi mi da fastidio questa loro incapacità di capirti e accettarti" provo a tranquillizzarlo ma è difficile trovare delle parole adatte.

"Cosa ne hai fatto del vecchio Miller?" ridacchia lui allora gli lancio il mio cuscino. "Cosa ti ha fatto Brooke? Sei cambiato da così a così" rivolge il palmo della mano prima verso il pavimento poi verso il soffitto. "Oserei dire che sei diventato una persona nettamente migliore da quando state insieme" queste sue parole mi strappano un sorriso sincero.

Lui non sa quanto abbia dovuto lottare con il vecchio me stesso per stare con lei: ho eliminato i comportamenti tossici e imparato a mettere la felicità di qualcun altro, la sua, prima della mia, inoltre cerco sempre di essere la versione migliore di me perché si merita un gentiluomo che voglia solo vederla felice.

Disfiamo velocemente le valige e scendiamo per pranzare in una sala enorme, tutta bianca con tavoli da massimo quattro persone.

Mi siedo di fronte alla mia ragazza e invito il mio compagno di stanza ad unirsi a noi, accetta volentieri e si accomoda sulla seduta di fianco alla mia. Il quarto posto rimane vuoto per un po' e devo dire che ho sperato restasse così per il resto della durata del pasto.

Sfortunatamente il mio ex migliore amico e la ragazza che si prende gioco di lui dal primo anno fanno il loro ingresso in sala per ultimi, non voglio saperne il motivo, e Anderson decide di prendere posto proprio di fianco alla mia ragazza.

"Ciao ragazzi" sorride lui mentre Brooke mi rivolge uno sguardo preoccupato, devo dire che nemmeno io sono tranquillo ma spero non succeda niente.

Il pranzo lo passiamo per tutto il tempo in imbarazzante silenzio dato che la presenza di Cody non è gradita da nessuno dei commensali.

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