18 - Brooke

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Sto pulendo da mezz'ora la palestra, di Miller nessuna traccia ma meglio così, una scocciatura in meno

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Sto pulendo da mezz'ora la palestra, di Miller nessuna traccia ma meglio così, una scocciatura in meno.

Raccolgo i bicchieri di plastica rossi lasciati per terra da quegli incivili dei miei compagni e li metto in un sacchetto della spazzatura, posso contarlo come workout?

"Buongiorno!" mi fermo sul posto, speravo non sarebbe arrivato, parlerà sicuramente del ballo, in più questa sua energia non la sopporto già più.

"Sei in ritardo" non credo finiremo mai di stuzzicarci, mi piace farlo innervosire.

"E tu sei in ritardo per il ballo" ma che sta dicendo?
"Era ieri sera" precisa poi facendo il suo solito ghigno che oggi sembra diverso, la simpatia non è mai stata una delle sue qualità principali.

"Ci siamo svegliati simpatici stamattina" infastidirlo è più forte di me ma anche lui ci si mette. Non smette di fissarmi, vedo i suoi occhi fare su e giù sul mio corpo, il suo sguardo è più spento del solito ma mi mette comunque in soggezione.

Si avvicina lentamente a me con ancora quel ghigno in volto, a pochi centimetri da me si abbassa per raggiungere il mio orecchio, sento il suo respiro sul collo farmi venire i brividi.

"Balla con me" sussurra con voce roca. Lo guardo male, non può esser serio.
"So di non essere il cavaliere che vorresti ma balla con me" nella sua voce c'è qualcosa di rotto. "Se no non pulisco" minaccia dopo aver visto la mia espressione, adesso lo riconosco un po' di più.

Mi guardo intorno per valutare se potrei riuscire a fare tutto da sola ma vengo smentita dal macello che vedo, maledico mentalmente i miei coetanei, dopo un po' incontro i suoi occhi e annuisco sconsolata.

Mi mette una mano dietro la schiena per avvicinarmi a lui, lo lascio fare svogliatamente. Prende la mia mano destra nella sua sinistra e gli appoggio l'altra mia mano sulla sua spalla. Affondo lentamente il mio volto nel suo petto e mi sento protetta.

Ho sempre trovato patetici quei film in cui i protagonisti ballano senza la musica che viene poi aggiunta come colonna sonora, ma qui con Miller mi sfugge un sorriso, in fondo è come un lungo abbraccio e io ho davvero bisogno di un abbraccio dopo quello che ho passato.

Prendo un profondo respiro beandomi del suo buon profumo: l'odore del fumo mischiato a una fragranza che non riesco a riconoscere ma gli sta benissimo addosso, potrei restare tra le sue rassicuranti braccia per sempre, è un piacere per l'olfatto.

A un certo punto la sua mano stringe ancora più forte la mia, quasi fino a farmi male, d'istinto mi stringo di più al suo corpo, potrei sbagliarmi ma ho percepito avesse bisogno di consolazione.

Passano altri istanti prima di venir interrotti dall'aprirsi delle porte della palestra, istintivamente mi stacco da lui che invece rimane immobile dov'era prima, che gli prende?
Spero nessuno abbia visto.

Sulla porta compaiono la preside e il ragazzo che mi ha rovinato le uniche due feste a cui sia andata, mi viene un brivido per il ribrezzo ripensando alle sue mani su di me, la donna ci annuncia che il nostro coetaneo ci farà compagnia poiché aveva dato fuoco allo stanzino del bidello proprio ieri sera, mi sono trattenuta a fatica dal ridere quando ce l'ha detto.

Il ragazzo cerca di presentarsi ma Miller si mette di fronte a me per impedirglielo, me ne vado alla vista di quella scenetta, vuole ancora proteggermi? Non sarà mica geloso?

Comunico ai miei compagni le loro mansioni e ci mettiamo al lavoro.
In meno di due ore finiamo di pulire quel casino e finalmente possiamo tornare a casa.

Mentre guido verso la mia abitazione mi continuano a tornare in mente i gesti di Miller, vorrei dargli il mio aiuto, si vedeva che dietro al suo solito sorriso c'era un po' di malinconia, non mi avrebbe mai chiesto una cosa del genere.

Non riesco a smettere di pensare, perciò vado in spiaggia, l'unico posto in cui riesco a calmare la confusione che ho in testa, ma riesco solo a confondermi le idee pensando a quello che ho sentito ieri sera.

Torno velocemente a casa per l'ora di pranzo, durante il mio pasto sento il campanello suonare così vado ad aprire.

Sulla porta compare Pit con il fiatone che pretende di entrare, gli faccio spazio ma come entra in casa va a prendere il gelato, quando dobbiamo parlare di cose delicate mangiamo sempre gelato, non so nemmeno io perché ma ormai è tradizione.

Mentre ci accomodiamo sul divano mi vengono le peggio paranoie in merito a quanto ha da dirmi, sono tremendamente in ansia per lui.

"Come ben sai ieri sono andato al ballo con Kim" lo so bene, ho dovuto subire i mille cambi d'abito di lei e le paranoie di lui.

"Dopo il ballo siamo andati a casa sua" mi guarda e prende una cucchiaiata di gelato al cioccolato.

"È fantastico!" esclamo mettendogli una mano sul ginocchio e scuotendo la sua gamba. La sua espressione si fa di colpo molto più triste.

"L'abbiamo fatto" dice mettendo in bocca il cucchiaio straboccante.

"È una bella cosa, perché stai così?" vorrei essere felice per loro ma non riesco a capire perché il mio amico stia così male.

"Era la sua prima volta" questo significa che lei si fida molto di lui, è una cosa dolce. Ormai sono sempre più felice per loro ma sono ancora bloccata dallo sconforto che prova il biondo.

"Mi puoi dire che ti prende smettendola di girarci intorno?" sto perdendo la pazienza, mi sta mettendo addosso un'ansia pazzesca.

"Mi ha chiesto di restare anche a dormire e l'ho fatto, ma stamattina mentre stava ancora dormendo me ne sono andato" dice tutto d'un fiato mentre mette giù il cucchiaio.

"E perché te ne sei andato?" che rincoglionito.

"Perché sono un coglione, dovevo calmarla, e se non se la sentiva e, e poi non sapevo cosa dirle stamattina e" sta balbettando incomprensibilmente perciò gli faccio segno di fermarsi con un gesto della mano.

"Tu sei un bravo ragazzo e per questo so che gliel'avrai chiesto almeno dieci volte se fosse sicura, e secondo me lo era perché lei è una che sa quello che vuole. Inoltre stamattina avresti potuto chiederle come stava o com'era stato, vi piacete a vicenda e sono sicura che sia andata in ansia pure lei" provo a tranquillizzarlo ma mi guarda male.

"Mi odierà per essermene andato, vero?" come faccio a dirgli di si senza farlo sentire in colpa?

"Potrebbe pensare che tu l'abbia voluta usare per il suo corpo" mi gratto la nuca, io lo penserei se non lo conoscessi. "Quindi devi farle vedere che non è stato così, falle una sorpresa, dei gesti romantici o qualcosa del genere" non sono brava in relazioni amorose ma se succedesse a me vorrei qualcosa del genere.

"Grazie, sei un'amica fantastica" mi abbraccia e esce correndo di casa mentre si porta via la vaschetta di gelato, tanto l'aveva quasi finita, è così tenero che mi fa sorridere.

Dal momento in cui ci siamo sfioratiWhere stories live. Discover now