8 - Brooke

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Eye contact is a dangerous,
dangerous thing.
But lovely.
Oh, so lovely.

Sono seduta sulla panchina, siamo al tie break e non vorrei portarci sfortuna ma sembra quasi che vinceremo.

Mi prendo un attimo per guardare sugli spalti, noto Pit che guarda imbambolato Kim, capisco il colpo di fulmine e quelle cose lì, ma la conosci da sole due settimane!

La mia attenzione si sposta su due adolescenti avvinghiati intenti a sbaciucchiarsi, noto con piacere che è Miller il ragazzo, osservo il modo in cui tiene la ragazza per un fianco, analizzo le dita che stringono con forza la pelle della ragazza, per un momento mi viene la pelle d'oca. Vorrei anch'io che qualcuno mi tenesse così. Ma non Miller.

"Davis!" la voce del coach mi risveglia, mi ero davvero imbambolata a guardare Miller per la seconda volta?
Mi arriva una pacca sulla spalla dalla ragazza che era seduta di fianco a me, è il mio momento di entrare.

Della squadra avversaria è andata in battuta la ragazza più forte, ho bisogno del supporto del tifo adesso.

"Vai Davis!" mi volto verso gli spalti per essere sicura di aver sentito bene. Miller che mi incoraggia? Non avrei creduto di poterlo mai sentire, mi ha fatto piacere e mi ha strappato un sorriso. Smettila di sorridere, ebete!

Il suono del fischietto mi risveglia dai miei pensieri, per fortuna sbaglia la battuta.
11-15 abbiamo vinto! Non mi ero neanche accorta mancasse un punto ma meglio così.

Ci riuniamo tutte per esultare e Kim propone di andare a casa sua a festeggiare la più importante delle nostre vittorie. Accetto volentieri, di sicuro me lo merito, poi cosa può succedere di male a festeggiare con solo le ragazze.

...

Mi sbagliavo, c'è quasi tutta la scuola qui!
Sono di fronte al beer-pong: Pit gioca, o meglio flirta, con Kim mentre dall'altra parte della rete ci sono Ethel e Cody, complici come sempre.

Sto tifando per i miei amici, stanno vincendo credo, ma a un certo punto sento una stretta sui miei fianchi, come quella che mi ha distratta alla partita, mi viene la pelle d'oca.

"Sei ubriaca? Andiamo di sopra?" non riconosco la voce, mi volto e vedo un ragazzo che credo di aver già visto. Il ragazzo che ha detto quella frase poco consona sulle scale alla festa di Aaron. "Eddai ragazzi fatela entrare, così ci grazia delle sue seducenti forme" rabbrividisco solo al ricordo.
Non riesco a liberarmi dalla sua presa troppo stretta sulla mia vita, dov'è Pit quando c'è bisogno di prendere a cazzotti qualcuno? Dietro di te, impegnato a conquistare la tua unica amica.

Un pugno arriva in pieno volto al ragazzo, riconosco la mano dagli anelli, questa volta mi sa proprio che dovrò ringraziare Miller, mi ha davvero aiutata.

"Andiamo piccola" piccola? Lo seguo solo perché mi ha portata in salvo e perché mi sta trascinando per il braccio.

Usciamo dalla casa e ci incamminiamo in strada con la sua mano ancora stretta al mio polso. Mi concentro su come le sue dita stringono forte la mia pelle, un brivido mi percorre la schiena, sarà il freddo dato che ho lasciato la giacca da Kim.

Improvvisamente mi lascia il braccio, come se a un certo punto avesse iniziato a scottare e lui volesse starne il più lontanto possibile.

"Grazie" dico un po' troppo timidamente dopo un lungo momento di silenzio.

"Dovere" risponde facendo spallucce mentre si accende una sigaretta. Deglutisco rumorosamente, c'è imbarazzo nell'aria, senza insultarci non abbiamo niente da dirci.

"Puoi anche smetterla di fissarmi ora, è abbastanza inquietante" a quelle parole rimango quasi offesa, io che lo fisso? Impossibile. Alza gli occhi dopo aver messo via l'accendino, i miei occhi verdi incrociano i suoi marroni, una scarica di adrenalina pura mi fa sentire fragile, cosa mi sta succedendo?

"Perché vivi da sola?" ad un tratto rimpiango il silenzio imbarazzante di prima.

"Se mai mi fiderò di te lo saprai" è complicato, nemmeno Pit lo sa.

"Di me puoi fidarti" ecco quel solito ghigno apparire sul suo volto, oggi sembra meno odioso. Cosa sto dicendo?

"Sappiamo entrambi che non è vero" adesso è il mio turno di fare spallucce. Una risata amara mi esce involontariamente dalla bocca.

"Ce l'hai ancora con me?" sembra sorpreso dalla mia affermazione ma io non posso di certo dimenticare.

"Hai appeso una mia foto intima, che ho mandato al tuo migliore amico, al mio armadietto, la gente mi crede ancora una poco di buono. Sai come mi fa sentire?" sicuramente no, cosa glielo dico a fare? Arresto di scatto la mia camminata, non voglio passare un secondo di più in sua compagnia, i ricordi riaffiorano.

Si prospettava una bellissima giornata, mi svegliai con un messaggio del mio più grande amore il quale mi chiedeva di uscire quella stessa sera, niente avrebbe potuto rovinarmi quella giornata perfetta, o almeno così credevo.
Quando fui quasi arrivata al mio armadietto notai una marea di gente guardare verso di esso. "C'è stata una rissa?" Questo è stato il mio primo pensiero, mi sbagliavo ancora.
Mi feci spazio tra la gente, sentii qualcuno sussurrare "È lei" "Oh mio Dio guardala" "Con che coraggio si va vedere qui?" il che mi spaventó ancora di più.
Come notai la foto osè che avevo mandato un paio di giorni prima a Cody cercai di andarmene ma mi si paró davanti Miller. Ho pensato volesse difendermi, non avrei mai potuto credere baggianata più grande. Lo vidi incitare tutti a prendermi in giro, non capii una parola poiché le lacrime sgorgarono furiose sul mio volto.

Quelle lacrime sono tornate sul mio volto a quasi un anno da quella vicenda, gli occhi di Miller mi scrutano facendomi sentire fragile, insignificante, trascurabile. Vorrei correr via ma le mie gambe non muovono un passo e, mentre Miller si avvicina al mio viso, mi faccio sempre più piccola.

Mi asciuga le lacrime con i pollici, il suo tocco mi fa ritrarre in maniera volontaria. Noto la sua espressione delusa mentre mi allontano, è tutto così strano.

"Non posso sapere quanto ti abbia fatta soffrire, ma so che mi dispiace" sembra sincero ma le parole che dice sono un copione visto e rivisto. Credo di aver fatto una smorfia, perché abbassa il capo e dice "Sono sincero" vorrei credergli, perché vorrei credergli?

Dal momento in cui ci siamo sfioratiWhere stories live. Discover now