49 - Brooke

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Vediamo se ci tengono davvero come dicono.

Il rumore del vetro di una beuta che si infrange sulla ceramica del bancone di fronte a me riempie la stanza, tanto che tutti si voltano per guardarmi.

Prendo in mano il pezzo che mi sembra più affilato e, dato che avevo già tirato su la manica, lo appoggio sulla mia pelle come minaccia.

"Brooke, che fai?" chiede Pit.
"Piccola fermati" mi implora Logan.
"Non lo faccia signorina Davis" mi minaccia il professore.

"Non muovete un muscolo o lo faccio" il mio sguardo resta fisso sui due ragazzi che stavano lottando, cerco di sembrare sicura di quello che sto compiendo ma entrambi sanno che in realtà non ne avrei mai il coraggio.

"Tutti e tre dalla preside" sbraita il signor Marquez dopo avermi preso di mano il pezzo di vetro.

Usciamo insieme dal laboratorio e, seguiti dall'adulto, ci dirigiamo nello studio della dirigente.

"Buongiorno" saluta il professore non appena entriamo nella piccola stanza.

"Buongiorno, come mai questa interruzione delle lezioni?" domanda lei preoccupata.

"Ragazzi uscite un attimo, guai a voi se vi allontanate" facciamo quello che ci dice: non vogliamo peggiorare la situazione.

La porta si chiude davanti a noi ma, nonostante questo, riusciamo lo stesso a sentire le urla disperate del nostro professore mentre racconta alla preside la vicenda.

"Siete due coglioni" appoggio le spalle a un muro.

"Mi dispiace" rispondono entrambi in coro per poi lanciarsi un'occhiataccia.

Rimaniamo in silenzio, non ho proprio idea di cosa dire in questo momento, non capisco se mi ha scioccata di più la rivelazione che mi ha fatto il mio ragazzo ieri oppure quella di poco fa.

"Entrate" comanda gentile la dirigente. "Accomodatevi" ci mostra tre sedie: le solite due di fronte alla sua scrivania e la sua seduta spostata apposta per questa situazione.

Occupo il posto centrale, non li lascerei mai vicini, non mi fido per niente. La donna resta in piedi dall'altro lato del tavolo fissandoci giudiziosa.

"Non vi vergognate per quello che avete fatto?" inizia la sfuriata.

"Voi due" indica i ragazzi. "Se già non tollero le risse figuriamoci in un luogo dove si trova del materiale fragile" fa una piccola pausa.

"Per te signorino Clark è la prima volta e sono disposta a passarci sopra dandoti qualche ora di punizione, per quanto riguarda il signorino Miller invece dovrò convocare un genitore" con la coda dell'occhio cerco di esaminare la reazione del mio ragazzo, è evidentemente affranto.

"Quello che hai fatto tu invece mi mette in seria difficoltà" si rivolge a me guardandomi direttamente negli occhi. "Danneggiamento di materiale scolastico e tentativo di autolesionismo, non so come agire" abbasso lo sguardo, non so cosa pensasse prima ma adesso sono sicura che creda sia pazza.

"L'ho fatto col solo intento di fermare la rissa tra i miei compagni" ammetto la pura verità.

"Lo so Brooke ma capisci che se non prendo provvedimenti seri e qualcuno lo scopre, io potrei perdere il lavoro" si sporge verso di me e mi accarezza la guancia.

"Capisco" cerco di trattenere le lacrime.

"Posso evitarti la sospensione e la convocazione di tuo padre ma mi vedo obbligata a segnalarti a uno psichiatra serio" chiudo gli occhi e prendo un bel respiro, non me la sento di andare a raccontare i fatti miei a uno sconosciuto solo perché ho cercato di aiutare due persone a cui tengo.

"Guardami" dice dolcemente la preside. "So che avevi le migliori intenzioni" mi sorride.

È sempre più difficile per me trattenere le lacrime, Logan deve averlo notato perché mi stringe la mano e mi da un bacino sulla fronte per calmarmi.

Lo sguardo della preside si fa interrogativo, solo ora mi ricordo di quando mi disse di stare lontana da Miller perché avrebbe portato solo a casini.

"Intanto se volete, e ve lo consiglio vivamente, potete tentare tutti e tre di risolvere la questione parlandone tranquillamente sotto sorveglianza della signorina Gray" ci propone per poi congedarci.

Appena usciti dal piccolo ufficio li prendo per mano e li porto nel luogo nel quale ci è stato suggerito di recarci.

"Col cazzo che entro lì" sbotta il mio ragazzo.

"Secondo me invece ti farebbe bene" gli da contro apposta il mio migliore amico.

"Vedete? Fate apposta a dire l'uno il contrario dell'altro per litigare, dovete confrontare le vostre idee in modo civile, quindi adesso muovete il culo e fate come ha detto la preside" alzo la voce per farmi valere.

Apro lentamente la scricchiolante porta e sorprendo la Gray mentre sistemava quattro sedie in cerchio al centro della stanza.

"Sapevo che li avresti convinti" mi dice senza nemmeno salutarmi.

Ci accomodiamo, prendo sempre posto tra i due per distanziarli.

"La preside mi ha chiamato per raccontarmi la vicenda" comincia lei dopo un iniziale momento di imbarazzante silenzio.

"Volete spiegarmelo voi o iniziamo con delle semplici domande?" chiede lei, sembra così professionale in questo momento.

"Hanno litigato e poi si sono picchiati, non c'è molto da raccontare" faccio spallucce.

"Perché avete avuto questo scontro?" domanda ai diretti interessati.

"Perché il nostro amichetto è geloso di me e Brooke" continuano a sfidarsi con lo sguardo i due.

"Quante volte devo dire che ormai l'ho superata perché qualcuno mi creda?" la sua voce appare molto disperata.
"Penso solo che spezzerai il cuore a Brooke e voglio evitarlo dato che toccherà a me consolarla" si spiega poi con calma.

"Credimi Clark sto facendo di tutto per non farla stare male, mi sto impegnando sul serio con lei" prende di nuovo la mia mano.

"Aspettate, mi sono persa qualcosa" ci guarda corrugando la fronte la donna. "State insieme?" mi chiede e io annuisco.

"Sono così contenta che abbiate superato l'odio reciproco e adesso siate una coppia" si alza per poi venirmi ad abbracciare.

"È proprio per questo motivo che disapprovo la loro relazione" Pit cerca in tutti i modi di far sentire la sua voce.

"Io la trovo una cosa bella, Brooke ha sofferto molto e alla fine non era nemmeno colpa di Logan, quindi mi piace che oltre ad essersi chiariti su quella vicenda abbiano anche iniziato a uscire insieme" è un inguaribile romantica.

"Di cosa non ha la colpa?" si rivolge a me.

"La foto, era stato Cody" gli spiego.

"Impossibile, ho visto chiaramente lui mentre la appendeva" sarà difficile ora spiegargli come sono andate veramente le cose.

Dal momento in cui ci siamo sfioratiWhere stories live. Discover now