6 - Brooke

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Il sole filtra dalla finestra aperta e una brezza leggera mi accarezza il viso. Cerco di aprire gli occhi anche se sto troppo male.
A fatica mi alzo dal letto e per poco non cado a terra per come mi gira la testa, tante domande si attanagliano nella mia mente nel primo vero momento di lucidità. Cos'è successo alla festa? Come sono tornata a casa? Chi mi ci ha portata? Ma soprattutto, perché indosso una t-shirt enorme al posto del vestito?

Arrivata in salotto vedo Kim, giacente sul divano, mi avvicino piano e inizio a scuoterla per la spalla, dopo aver mugugnato un po' finalmente apre gli occhi, dai connotati non sembra star male come me.

"Potevi anche non svegliarmi, guarda che ha lasciato un bigliettino sul frigo prima di andarsene" chi?

Corro il più velocemente possibile verso la cucina, voglio capire di che sta parlando.

"Sono dovuto andare,
la maglietta puoi tenerla.
Logan"

Oh no! Non ditemi che è quel Logan. Chi altro può essere, dai. Giusto, il karma ce l'ha con me.

"Kim che è successo ieri?" uno strano senso di angoscia mi attanaglia lo stomaco.
"Non ne ho idea, come siamo entrate sei sparita, dopo un po' Logan mi è venuto a cercare dicendomi che ti riportava a casa, così sono venuta con voi" mi ha riportata a casa? Non farti strane idee, ti ha portata via dalla festa dato che non ti ha mai voluta lì. La mia coscienza ha completamente ragione, non trovo altre spiegazioni.

"E anche se mi ha detto di non dirtelo, ha dormito nella stanza degli ospiti" perché non voleva lo sapessi?

Necessito di sapere quello che è successo, di sapere se ho fatto casini o mi son messa in imbarazzo. È molto probabile. Ringrazio la mia coscienza per esser sempre presente.

"E tu sai che fine ha fatto il mio vestito?"
"Quando stavamo tornando a casa non ce l'avevi già più" come ho fatto a lasciarlo alla festa? Devo andare a riprenderlo, così se trovo qualcuno mi faccio spiegare cos'è successo.

Corro in camera e prendo dei pantaloni della tuta, non posso andare in giro con la maglietta oversize di quel decerebrato e basta. Entro nella mia bellissima 500 bianca e sfreccio a tutta velocità verso la casa dove si è tenuta la festa.

Arrivata di fronte all'enorme portone mi ritorna in mente quella patetica scenetta avvenuta prima di entrare a festeggiare, scuoto la testa amareggiata.

Ad aprire la porta è un ragazzo che non conosco, vedo sul divano giacere della gente e penso che non siano mai andati via dalla sera precedente, per terra è pieno di bicchieri di plastica rossi e bottiglie di birra vuote e non vorrei essermelo immaginato ma credo di aver visto la carta di un preservativo. Che animali.

Il ragazzo sgrana gli occhi, come se mi avesse riconosciuta, infatti grida a gran voce agli amici "Guardate ragazzi, è arrivata la spogliarellista" la che?
Non ho voglia di starli a sentire perciò entro inizio a cercare il vestito, o forse Miller, o forse tutti e due perché ho bisogno di spiegazioni.

Intenta a vagabondare per l'immensa casa vado a sbattere contro qualcuno che per mia fortuna si rivela essere Peter, magari lui sa qualcosa.
"Pit menomale che ti ho trovato" trovo strano il suo sguardo, non riesco a capire cosa stia pensando.

"Brooke sembri agitata, respira" mi dispiace farlo preoccupare, ho solo una strana sensazione non sto mica male.

"Tu sai cos'è successo ieri sera?" pongo la domanda con la voce più tremante di quanto vorrei.

"Io so solo che a un certo punto sei salita su un tavolo e hai gridato che stavi per fare uno spogliarello" Cosa? Non è per niente da me.

"Ma poi l'ho fatto? Non l'ho fatto? Perché non mi hai fermata?" le domande che mi tormentavano prima non sono niente a confronto di quelle che si stanno impossessando di me dopo quell'affermazione.

"Hai iniziato a slacciare il vestito" nella mia testa prende forma quell'immagine, come posso farmi vedere a scuola dopo di questo? "Poi è arrivato Miller, che ti ha portata via" che adesso avrà un motivo in più per prendermi in giro.

"Brooke non ti preoccupare, nessuno ha visto niente" menomale dai.
"Tranne Miller" ho parlato troppo presto.

"In che senso?" chiedo innocente.
"Nel senso che prima ti ha portata via, in una stanza, ma quando sei uscita avevi addosso la sua maglietta, quella che hai su anche ora" mi è venuta un'improvvisa voglia di levarmela e bruciarla con la fiamma ossidrica.

"Brooke sei venuta qui in auto?" chiede Pit, per cambiare discorso, improvvisamente in imbarazzo.
"Sì, perché?"
"Mi dai un passaggio a casa, ho detto ai miei che ero a dormire da te" lo capisco, sicuramente non poteva dirgli che dormiva a casa di uno sconosciuto dopo essersi ubriacato.

Il viaggio di ritorno passa in fretta ma con uno strano e imbarazzante silenzio, non mi era mai successo con Pit.

Dal momento in cui ci siamo sfioratiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora