52 - Brooke

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Apro gli occhi a fatica, mi sembra di aver dormito quattro giorni di seguito.

"Si è svegliata" dice un uomo vestito di blu al walkie-talkie.

Mi alzo di scatto: in questo momento sto ricordando tutto quello che è successo e non è per niente piacevole.

Entra dalla porta la detective Sawyer accompagnata da un'infermiere e una dottoressa.

"Come stai?" domanda la poliziotta mentre le altre due persone scrivono i miei parametri su una cartellina.

"Da quanto tempo sono qui? Che giorno è oggi?" sono impanicata, avrei dovuto chiamare Logan una volta a casa e sicuramente adesso sarà molto preoccupato.

"È il 31 dicembre, hai passato qui solo la notte" potrò dire a Logan che avevo il telefono scarico, per questo non l'ho contattato. "Mi sai dire cosa ti ricordi di ieri?" prova a continuare a far chiarezza sul caso.

"Era nella mia auto, mi ha minacciata con una pistola" non riesco ad articolare una frase di senso compiuto.

"Com'è che si trovava all'interno del tuo veicolo?" va avanti l'interrogatorio.

"Mentre ero via, stazionava nel parcheggio dell'aeroporto, l'ha forzato e ha aspettato che arrivassi per farsi avanti" spiego dopo aver fatto un profondo respiro.
"Non ha usato il preservativo" stringo forte il braccio della Sawyer.

"I medici lo sanno, tuo padre dopo averlo scoperto ha richiesto esplicitamente che ti dessero una pillola del giorno dopo, si trova lì" alza il braccio e indica una piccola scatolina sopra al comodino.

"Adesso ti lasciamo sola, mandala giù con dell'acqua" mi comunica l'infermiere.

"Tra un'ora viene una psicologa per parlare dell'accaduto" annuncia la dottoressa.

Tutte e tre le persone nella stanza la abbandonano, non ho alcuna intenzione di vedere la psicologa e saltare la festa di capodanno.

Mi allungo verso la pillola che devo prendere, apro la scatolina e estraggo il contenuto: il dispositivo medico e il foglio illustrativo.

Inizio a leggere le controindicazioni e la paura prende il sopravvento, davvero devo rischiare tutto questo per colpa di quel coglione?

Penso a mio padre e, con una botta di coraggio, la mando giù mettendo a tacere tutte le preoccupazioni.

Mi alzo barcollando dato che mi formicolano le gambe, proprio come dopo un lungo viaggio in auto senza soste.

Raggiungo una sedia sulla quale si trovano i miei vestiti ben piegati e il mio cellulare. Indosso le scarpe e prendo gli altri indumenti per riporli nel piccolo bagaglio che avevo con me durante il mio viaggio.

Trascino fuori dalla stanza il trolley ignorando lo sguardo perplesso dei due anziani che stanno sostando sulle sedie nel corridoio.

Esco da una porta di servizio e mi avvio alla fermata del pullman, che arriva poco dopo.

Faccio il biglietto e mi siedo di fronte a un bambino che continua a indicarmi alla madre, forse perché ho addosso solo una vestaglia da ospedale.

"Tesoro tutto bene? Sembri a pezzi" si fa avanti la donna.

"Alla grande" le sorrido per non farla preoccupare.

Passano altri cinque minuti e arrivo alla mia fermata, percorro a piedi una ventina di metri e suono il campanello.

"Brooke, che ci fai qui? Come stai messa?" domanda la persona che mi ha appena aperto.

"Ti prego promettimi di non fare domande" lo supplico io.

"Ok, mi sei mancata molto" mi abbraccia il mio migliore amico.

"Non so se posso tornare a casa, ho bisogno di una doccia e del cibo" faccio una stupida smorfia con la bocca per cercare di fargli compassione.

"Certo Brooke, non devi neanche chiedere, entra" mi fa poi strada verso la sua stanza. "Usa la doccia del mio bagno in camera, è più riservata" mi consiglia.

"Uuh bagno in camera, sei ricco da far schifo" lo prendo un po' in giro.

"Cosa vorresti da mangiare? Te lo preparo mentre ti lavi" continua ad essere gentile dopo aver smesso di ridere per la mia battuta.

"Mi va bene un toast con quello che hai, mangio qualsiasi cosa" dico per poi avviarmi verso la doccia.

Apro il getto d'acqua e inizio a rilassarmi per davvero ma come al solito è un sollievo passeggero.

"Ehi amico!" urla una voce che conosco fin troppo bene.

"Che ci fai qui?" domanda Pit.

"Ho dimenticato qui, in camera tua, la mia felpa ieri e poi" fa una piccola pausa. "Sono preoccupato per Brooke" in questo momento mi sento molto in colpa, accidenti a queste pareti sottili.

"Perché? Che è successo?" chiede curioso il biondo.

"Ieri le ho detto di chiamarmi non appena fosse arrivata a casa ma non l'ha ancora fatto" la voce del mio ragazzo è sconsolata.

"Magari aveva il telefono scarico" non ho la minima idea di come abbia fatto ma il mio migliore amico usa la stessa scusa pensata da me.

"Non credo, ha ricevuto sia le chiamate che i messaggi, anzi li ha pure visualizzati senza rispondere" non era mia intenzione ignorarlo, è che mi sono dimenticata.

Decido di lasciar perdere ciò che sta accadendo fuori e cerco uno shampoo.

Sposto una decina di flaconcini prima di trovarne uno, perché il mio amico dev'essere così disordinato?

Faccio per aprire la bottiglietta ma mi scivola dalle mani, così mi accovaccio per raccoglierla ma perdo l'equilibrio e cado miseramente sul piano doccia emettendo un urlo per lo spavento.

Mi tappo subito la bocca, non voglio che Miller scopra che sono qui.

"Potevi dirmelo che eri con una ragazza" in questo momento mi sento davvero stupida, come si fa a non riuscire nemmeno a restare immobile?

"Sì beh hai letteralmente fatto irruzione qui" immagino il mio amico grattarsi la nuca.

"È l'amica di Brooke, K-Kimberly" suona indeciso sul nome.

"No, con lei siamo in pausa, dopo quello che ha fatto all'ultima festa mi son concesso un momento per riflettere sulla nostra relazione" ammette sconsolato, perché non me l'ha detto?

"Intendi quando ha esposto la mia relazione segreta?" il moro vuole delucidazioni.

"Sì, abbiamo litigato dopo che ho scoperto come sono andate veramente le cose e adesso voglio capire cosa provo per lei" il mio migliore amico è molto triste.

"Vedo che ti sei già consolato però" ridacchia Logan.

"Coglione è mia cugina, se vuoi te la presento" risponde altrettanto giocoso Pit.

"No grazie, voglio solo Brooke" che dolce. "Sempre che mi risponda o mi faccia sapere come sta" aggiunge poi.

"Promettimi solo che non andrai a cercarla a casa sua, sembreresti un po' ossessivo" manda avanti la presa in giro scherzosa il mio migliore amico.

"Va bene, però sta sera passo comunque a prenderla, come ci siamo accordati, per la tua festa" ammette il mio ragazzo per poi andarsene.

Dal momento in cui ci siamo sfioratiWhere stories live. Discover now