51 - Brooke

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*immagini forti*

Arrivo al parcheggio sotterraneo dell'aeroporto di Monterey

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Arrivo al parcheggio sotterraneo dell'aeroporto di Monterey.

Devo ammettere che mi ha fatto molto bene staccare da tutto anche se per una sola settimana: infatti durante questi giorni non ho mai acceso il cellulare poiché non volevo avere problemi dato che da troppo tempo non vedevo papà e volevo godermi la sua compagnia.

Raggiungo la mia auto, poso la mia piccola valigia nel bagagliaio e mi accingo ad aprire la portiera quando noto per terra un guanto che mi sembra di riconoscere, ma non ci faccio troppo caso dal momento che non vedo l'ora di tornare a casa per rilassarmi.

Mi siedo al posto di guida e, prima di mettere in moto, accendo il telefono, chiamo il mio ragazzo e seleziono il viva voce per avere meno ostacoli mentre sono sulla strada.

"Piccola?" il tono di Logan suona assai incredulo. "Ti ho cercata di contattare in tutti i modi possibili" mi rimprovera subito dopo.

"Lo so, mi dispiace ma ho veramente staccato da tutto" ammetto.
"Però adesso sono tornata, e domani andremo insieme alla festa di capodanno in baita da Pit" gli faccio notare per consolarlo.
"Non vedo l'ora di cominciare l'anno nuovo con te" portò sembrare eccessivamente sdolcinata ma la verità è che amo tutto ciò, per me ha un significato simbolico di alta rilevanza concludere e iniziare l'anno con una persona.

"Sarà il miglior bacio di mezzanotte di sempre" in questo momento lo immagino fare uno dei suoi più sinceri sorrisi.
"Adesso ti lascio così ti concentri bene sulla guida, ma prometti di richiamare quando arrivi a casa" è così dolce quando si preoccupa in questo modo.

"Va bene, a domani" gli dico e aspetto che riattacchi.

"A domani" risponde lui per poi porre fine alla telefonata.

Questa chiacchierata mi ha resa felice, la situazione con Logan è decisamente migliorata rispetto a settimana scorsa e mi piace il modo in cui abbiamo superato i nostri diverbi, ci ha fatto bene questa piccola pausa.

Passano pochi secondi da tutto ciò quando due mani, da dietro, mi tappano la bocca premendoci sopra con eccessiva forza.

"Continua a guidare fino al vecchio centro commerciale abbandonato" mi ordina una voce che sfortunatamente conosco molto bene.

L'opzione di ignorare la sua richiesta viene smentita quando sento il freddo metallo di una pistola premuta contro la tempia.

"Baby non sei mai stata capace di mentire" faccio fatica a respirare.
"L'avevo capito che avevi stregato anche lui" alza la voce.
"'Sarà il più bel bacio di mezzanotte di sempre'" scimmiotta con cattiveria quanto ha appena sentito.

"Da quanto tempo eri nella mia macchina?" gli domando insicura.

"Da diciassette ore prima che arrivassi, avevo quasi perso le speranze" con la mano libera mi accarezza la guancia.

"Rischi tanto" gli faccio notare.

"I miei genitori mi hanno denunciato dopo che sono andato a trovarli per Natale, ho pensato di fare un'ultima visita pure a te dato che è finita" la droga gli ha proprio fuso il cervello, se sei ricercato cosa ci vai a fare dai tuoi per le vacanze?

Arrivo nel luogo che mi ha indicato e arresto il mio veicolo.
Sento come un pizzicotto sul braccio, mi volto a guardare e noto una siringa infilata nella mia pelle.

"Cos'è?" lo guardo direttamente negli occhi.

"Qualcosina che ti aiuterà a lasciarti andare" estrae l'ago con un inquietante sorriso in volto. "Così non reagirai" accarezza di nuovo la pelle del mio viso.

Scende dall'auto e apre la mia portiera per prendermi in braccio e portarmi nei sedili posteriori.

Istintivamente afferro il mio telefono cercando di non farmi notare, la vista incomincia ad appannarsi e diventa difficile respirare.
Faccio fatica a muovere i muscoli ma utilizzo le poche forze che mi rimangono per muovere l'indice sullo schermo e digitare il numero della detective Sawyer.

"Questa droga è la migliore perché rimmarrai cosciente ma ti toglierà la possibilità di ribellarti al mio volere" mi spiega mentre si avvicina pericolosamente al mio viso.

Mi sforzo per sputargli in un occhio, quanto mi fa schifo questo ragazzo.

"Non avresti dovuto" mi arriva uno schiaffo in pieno volto ma non lo sento più di tanto.

Inizia a svestirmi ma non riesco a fermarlo poiché i miei arti non rispondono ai comandi del mio cervello, in questo momento spero solo che la polizia stia ascoltando tutto e mi abbia già rintracciata.

Si abbassa i pantaloni e, dopo avermi rivolto un inquietante sorriso, entra dentro di me.

Provo ad urlare ma non emmetto alcun suono e , per questo, le lacrime iniziano a sgorgare spontanee, so di non meritarmelo ma non riesco a fare a meno di pensare che avrei dovuto trattare meglio quello che, un tempo, era il mio migliore amico.

La mia mente rimane per tutto il tempo fissa su Logan, stavamo finalmente iniziando ad essere felici e so che questa cosa cambierà tutto all'interno del nostro rapporto partendo da me stessa.

Dopo un tempo che mi sembra essere durato un eternità, udisco in lontananza la polizia arrivare a sirene spiegate.

"Fred Baker, allontanati tenendo le mani ben in vista" la voce della detective viene amplificata dagli altoparlanti.

Si tira su velocemente i pantaloni e recupera la pistola puntandola verso di me.

"Sto cazzo" risponde lui.

Ormai non lo conosco più come prima e non so dire se avrà o meno il coraggio di uccidermi, però capisco che si tratta di paura quando la provo e adesso ne ho tanta.

"Deponi l'arma e nessuno si farà del male" continua la donna.

"Avvicinatevi e la faccio fuori" sbraita lui.

"É finita Fred, non ne vale la pena" cerca di convincerlo a fermarsi.

"Lo faccio proprio perché è finita, non ho niente da perdere" gli risponde come se fosse la cosa più logica al mondo.

Non sento più niente per un po' fino a quando la voce della Sawyer arriva da molto vicino e non più dagli altoparlanti.

"Ti dichiaro in arresto" dice lei e mi chiedo come abbiano fatto a disarmarlo.

"Mandate subito un ambulanza al centro commerciale abbandonato" parla al walkie-talkie.

"Sei al sicuro adesso Brooke, è finita" si toglie la giacca per usarla con l'intento di coprire le mie nudità.

Continuo a piangere perché cerco di chiederle di avvisare mio padre ma ancora non riesco a parlare.

Dopo qualche minuto arrivano di corsa verso di me due medici che mi sedano per portarmi via, sono completamente nelle loro mani.

Dal momento in cui ci siamo sfioratiWhere stories live. Discover now