41 - Brooke

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Si stacca per riprendere fiato e appoggia la fronte alla mia.

Con il cuore a mille e il respiro pesante ripenso a quello che è appena successo.

Capisco quasi subito che era quello di cui avevo bisogno: mentre mi baciava tutte le mille preoccupazioni dell'ultimo periodo erano sparite, c'eravamo solo noi e il resto non contava.

Interrompo il contatto indietreggiando un poco e il mio sguardo si fa interrogativo per incitarlo a spiegarmi il perché del suo gesto.

"Non voglio essere tuo amico, cazzo" si passa la mano in faccia. "Al campetto non ho voluto dirtelo per non ferirti ma appena te ne sei andata ho capito di dovertelo dire, per correttezza" abbozza un sorriso, non so più che pensare.

"Mi piaci Brooke" rivela prendendomi il mento con due dita per farmi alzare la testa e incatenare i nostri occhi.

"Ma-" non so proprio cosa dire, devo chiarire i mille pensieri che si sono attanagliati nella mia mente dopo questa sua confessione.

"Non dire niente, pensaci su e, quando sarai pronta, riparliamone" dice con talmente tanta sicurezza che riesco solo ad annuire per poi lasciarlo andare.

Mi fermo sul divano a riflettere sulle sue parole, gli piaccio e questa cosa mi da una forza incredibile: per lui non sono la ragazza sfigatella che sta sempre in disparte o magari mi vede così ma questa cosa non gli dispiace.

Una domanda mi sorge in maniera più che spontanea: ricambio i suoi sentimenti? La risposta non sembra essere altrettanto immediata dal momento che la mia razionalità si mette ad analizzare tutti i minuscoli particolari di questa storia.

Decido di andare a dormirci sopra ma nella notte continuo a svegliarmi di colpo a causa dell'immagine costante di Miller nei miei sogni.

Mi alzo alle sette con alle spalle solamente tre o quattro ore di sonno, ti aspetta una giornata davvero lunga Brooke.

Mi preparo il più velocemente possibile, vestendomi con il mio solito felpone, per andare a scuola. Durante la notte ho deciso che devo sentire il parere di una persona esterna alla vicenda, giusto per capire meglio cosa fare a riguardo.

Come arrivo vedo Kim al suo armadietto e le corro incontro impaziente di spiegarle ciò che mi è successo ieri sera.

"Andiamo in classe a parlare che tanto non c'è nessuno" mi dice facendomi segno con la mano di seguirla.

Ci sediamo vicine e inizio il mio racconto.

...

"... e io non so che fare, per questo te ne sto parlando" finisco di spiegarle.

"Vuoi un consiglio?" mi chiede visibilmente confusa.
Annuisco in silenzio.

"Se devo essere sincera con te, non mi è mai piaciuto quel ragazzo. Fossi in te gli starei lontana, non ci perderesti niente" sputa acida con lo sguardo pieno di odio.

"Cosa ti ha fatto per odiarlo così?" non riesco a capire il perché delle sue cattive parole, non ci ha praticamente mai parlato.

"È il classico ragazzo che pensa gli sia tutto dovuto, quello che ci prova con le ragazze per dimostrare qualcosa ai suoi amici. Non gliene frega mai niente delle persone che lo circondano, parlo per esperienza personale" continua a dire con tono sprezzante.

"Esperienza personale? Posso sapere di che parli?" cerco di rimanere calma e indagare sulle sue parole.

"Non sono ancora pronta a parlarne ma fidati quando ti dico che con quelli così non ci combinerai mai niente" mi dice prima di voltarsi verso la porta a vedere gli alunni che iniziano ad entrare.

La campanella è suonata senza che me ne sia resa conto e il prof arriva in classe, la lezione passa lentamente ma non riesco a seguire nemmeno per un secondo.
Il mio pensiero va costantemente a Miller, ho intenzione di dargli una possibilità perché sento di potermi fidare, poi vorrei dimostrare a Kim che si sbaglia di grosso su di lui.

Appena suona la campanella che determina la fine dell'ora corro fuori dalla classe nella direzione dell'armadietto del moro ma quando arrivo lo trovo con Anderson, quindi decido che è arrivato il momento di farmi valere.

"Miller, dobbiamo parlare" dico arrivando alle spalle del moro con passo deciso.

"Guarda qua chi c'è! Corri ancora dietro a Logan come un cagnolino?" dice perfido il biondo.

"Geloso Anderson?" gli risponde il ragazzo al mio fianco togliendomi le parole di bocca, poi si volta, mi mette un braccio intorno alle spalle e ci allontaniamo insieme.

Mentre camminiamo per i corridoi ho addosso lo sguardo di tutti, non è per niente una cosa da me, come diavolo fa Miller a stare sempre al centro dell'attenzione?

Arriviamo di fronte a una porticina che conduce al retro della scuola, lontano dagli occhi di tutti, e si gira per guardarmi con aria speranzosa.

"È complicato" ammetto mentre evito il suo sguardo. "Credo che tu mi piaccia per davvero ma-" non riesco a trovare le parole.

"Ma non vuoi una relazione con me?" chiede in tono deluso.

"La voglio, voglio che mi dimostri che sei cambiato, ma ho una forte paura che non funzioni tra di noi" ammetto con gli occhi lucidi.

"Se non ci proviamo non lo sapremo mai" mi prende il viso tra le mani, i suoi bellissimi occhi color nocciola brillano della luce della speranza poi mi fa l'occhiolino.

"Senti, la verità è che nessuno dei miei amici vorrebbe vedermi con te" ammetto a bassa voce.

"Non mi interessa di quello che dicono i tuoi amici e non dovrebbe importare neanche a te" dice completamente rattristito.

"Vorrei essere sicura prima di dirgli qualsiasi cosa, va bene se teniamo per un po' questo affare per noi?" domando speranzosa, all'inizio pensavo che sarebbe stato facile dire a Kim di aver ignorato il suo consiglio, poi però ho pensato a come avrebbe potuto prenderla Pit e sarebbe stato davvero troppo per me vederli arrabbiati entrambi.

"Va bene" stampa un piccolo bacino sulle mie labbra. "Devo andare piccola, sono in ritardo" se ne va velocemente, mi fermo a pensare che è stato un po' freddo il suo saluto, non si sarà mica offeso perché lo voglio tenere segreto?

Dal momento in cui ci siamo sfioratiNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ