47 - Logan

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La canzone dell'oceano si perde sulla spiaggia o nel cuore di chi l'ascolta?
~Sergio Bambarén

"Non sono stato del tutto sincero" incomincio tenendo lo sguardo basso.

"Come sono andate veramente le cose?" domanda non troppo sicura.

Subito la mia mente ritorna a quella sera.

"Cosa stai facendo?" la presi per il braccio facendola voltare verso di me.
"Mi sto lasciando andare" mi urlò in faccia, mi resi subito conto che il suo alito sapeva eccessivamente di alcol.
"Vieni" senza lasciare la presa, la trascinai in una stanza vuota.
"Cosa ci facciamo qui?" chiese con uno strano sorrisetto in volto.
"Devi calmarti, non ti fa bene restare di là" non mi stava ascoltando, infatti incominciò ad avvicinarsi pericolosamente.
"Forse anche tu hai bisogno di lasciarti andare" mi diede un bacio a stampo per poi fare un passo indietro e sfilarsi il vestito.
Vidi di fronte a me l'immagine del suo corpo con addosso solo un paio di mutandine nere, ma capii subito che era sbagliato e allora mi voltai il più velocemente possibile.
"Come se non mi avvessi già vista" sentii le sue mani sulle mie spalle, un brivido mi percorse la schiena.
"Brooke non è quello" continuai a darle le spalle.
Mi girò lentamente intorno e, una volta arrivata di fronte a me, iniziò a baciarmi lentamente il collo, mi eccitai all'istante.
"Lasciati andare" disse di nuovo sussurrando.
Mi sfilò velocemente la maglietta e iniziò a disegnare una striscia di baci che andava dal mio collo al pube.
"Brooke" cercai di dirle per fermarla ma lei non mi ascoltò e iniziò a slacciarmi i pantaloni.
"Fermati" proprio mentre stava per prendere il mio membro in bocca, la allontanai e feci pure dei passi indietro per mettere una distanza ragionevole tra noi.
"Miller, non è da te" cercò di nuovo di farsi avanti mentre mi tiravo su la zip dei pantaloni.
"È semplicemente sbagliato" in imbarazzo, le diedi di nuovo le spalle.
"Perché sono io?" pareva offesa.
"Perché sei ubriaca e io non mi approfitterei mai di te" raccolsi la mia maglietta da terra e gliela lanciai dicendole di mettersela e che l'avrei riportata a casa.
Sbuffò ma poi lo fece, ero così fiero di aver fatto la cosa giusta ma allo stesso tempo mi sentivo in colpa per non averla fermata prima.

Continuando a sentirmi uno stronzo le racconto tutto per filo e per segno, ma non sembra schifata da me.

"Sei arrabbiata e disgustata?" provo a capire come si sente alla fine del mio racconto.

"Disgustata no, arrabbiata sì" risponde senza concedermi il contatto visivo.

"Perché?" chiedo incerto.

"Perché continui a mentire Logan!" urla talmente forte che credo l'abbiano sentita pure i vicini. "Non mi dici mai la verità, cosa ci guadagni a mentirmi? Tanto prima o poi la verità sarebbe venuta fuori lo stesso" è sempre più spazientita.

"Avevo solo omesso qualche particolare" faccio spallucce anche se so che la farà arrabbiare il doppio.

"Particolari importanti, credevo non fosse successo nulla di che" appunto.

"Brooke mi dispiace, se sei arrabbiata con me lo capisco ma per favore non mettere fine a quello che siamo" la supplico.

"Non lo farò, ma ho davvero bisogno di starti lontano per un po'" si volta e va nella mia stanza per prendere le sue cose.

"Non dire così Brooke" le corro dietro, sono profondamente offeso da questa sua volontà.

"Ascolta, sono letteralmente gli ultimi tre giorni di scuola, poi inizieranno le vacanze natalizie, durante le quali devo andare a trovare mio padre, quindi staremo comunque lontani anche se per poco più di una settimana" spiega con fin troppa calma.

"Ma ci andiamo lo stesso insieme alla festa di capodanno in baita da Clark?" provo a chiederle sperando di ricevere un sì come risposta.

"Se per allora mi sarà passata l'incazzatura parteciperemo come coppia alla festa di Pit" mi rassicura anche con un tenero bacino sulla guancia per poi uscire e dirigersi verso casa sua.

Torno al piano di sotto per chiedere scusa ad Adelita anche a nome di Brooke per non aver concluso il pasto e averle quindi fatto sprecare tempo e cibo ma trovo solo mio padre.

"Vi siete lasciati?" domanda con uno stupido sorriso in volto.

"No, perché l'hai fatto?" lo attacco.

"Sei mio figlio, ti conosco troppo bene" fa spallucce.

"Che vuol dire?" sono estremamente confuso.

"Sapevo che non eri diventato il ragazzo perfetto in così poco tempo, avrai sempre uno scheletro nell'armadio" ammette per poi ricominciare a mangiare.

"Che stronzo" penso tra me e me, cosa si può dire a uno che fa di tutto per farti lasciare con la tua ragazza?

"È troppo una brava ragazza per stare appresso a un coglione come te" questa è la goccia che fa traboccare il vaso.

Arrabbiato, esco di casa correndo e alla ricerca di un modo per calmarmi, come si è permesso mio padre a intromettersi così nella mia vita sentimentale privata?

Chiunque abbia detto che camminare aiuta a liberare la mente dai pensieri negativi non stava sicuramente passando quello che mi sta succedendo e soprattutto non aveva un padre così di merda.

Non so nemmeno quanto tempo possa essere passato quando mi ritrovo alla spiaggia, dove decido di fermarmi.

Amo l'oceano, mi piace vedere come una cosa così elementare come l'acqua possa essere forte e imponente, per certi versi mi ricorda Brooke: da fuori appare minuta e molto fragile ma nessuno sa cosa ha dovuto passare veramente e come l'ha superato con coraggio.

Ascolto il suono delle onde che si infrangono sugli scogli, per fortuna urlano più forte del casino che ho in testa.

Mi accendo una sigaretta, la penultima del pacchetto, mi sa che lo finirò e nel tornare a casa passerò a ricomprarle.

La mia testa diventa un turbinio di domande: perché non sono capace di trattare Brooke come si merita?
Cos'è che sbaglio sempre?
Sarò mai alla sua altezza?
Passeremo mai periodi di tempo felici che durano più di una settimana?

Inizio ad avere dei forti dubbi, magari ha ragione mio padre e non sono quello giusto per lei, una ragazza così buona e pura mentre io sono solo un casino totale, mi vergogno molto di me stesso e per tutto quello che le ho fatto passare da quando la conosco.

Inoltre mentirle non è stata sicuramente la più brillante delle idee ma l'ho fatto per lei, a quel tempo mi odiava ancora e a parer mio ho detto le informazioni più essenziali, cos'altro avrei potuto fare?

Dal momento in cui ci siamo sfioratiWhere stories live. Discover now