29 - Logan

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"Ma anche una grandissima rompipalle" è più forte di me dire cose che so la faranno arrabbiare, sono nato per infastidirla.

Mi allungo per scompigliarle i capelli perché so quanto le ragazze lo odiano, ma si divincola velocemente e finiamo sul pavimento come all'auditorium.

Sotto di me sembra molto piccola e indifesa, è così adorabile che non riesco a controllare i miei pensieri che mi dicono di baciarla proprio ora.

Siamo talmente vicini che la sento respirare ansiosamente ma, nonostante questa sua evidente inquietudine, non riesco a fermare il forte impulso di farla mia qui, su questo pavimento. Che diavolo mi succede?

Proprio adesso che capisco di non potermi più fermare dal fare quello che ho pensato le squilla il cellulare, 'menomale' penso sul momento.

Balzo velocemente in piedi e, con molto imbarazzo, cerco di scusarmi per quel che è successo e inventare un motivo per andarmene ma non riesco a farlo senza balbettare.

Voglio svignarmela velocemente ma prima di farlo mi volto un'ultima volta a guardarla, è seduta sul pavimento mentre si porta il telefono all'orecchio, se non la conoscessi direi che è molto dolce in quel vestitino fiorito.

Mi saluta con un gesto della mano come farebbe un bambino, questa cosa mi strappa un gran sorriso, ci penso costantemente fino a quando arrivo a casa.

Per evitare di incontrare papà mi butto subito in doccia, inzio ad insaponarmi ma non riesco a smettere di immaginarmi le mani di Brooke sul mio corpo, in più ogni volta che chiudo gli occhi vedo i suoi bellissimi occhioni verdi.

Capisco che il mio membro duro vuole di più e io decido di assecondarlo, il mio corpo inizia a sussultare, mi lascio completamente andare ai gemiti di piacere fino a quando raggiungo il culmine nella mia mano.

Mi fermo per un po' a pensare, l'ho davvero fatto pensando a Davis?
Cosa mi sta succedendo?

Penso a quanto possa essere fuori di me al momento, stiamo diventando amici e questo mi destabilizza anche dal punto ormonale in qualità di adolescente.

Per di più sono settimane che non vado con nessuna, troppo preso dalla vicenda con Davis ho trascurato chiunque.

...

Il weekend è passato in fretta ma il mio pensiero è sempre stato fisso su di lei. Quella ragazza mi ha 'stregato' per usare un termine sentito in precedenza.

Per questo motivo quando entro in classe e non mi degna nemmeno di uno sguardo mi arrabbio con me stesso per aver creduto di star iniziando a diventare amici.

Per attirare la sua attenzione le lancio delle palline di carta, della lezione non me ne può fregare di meno, ma lei si arrabbia molto con me e ribatte.

"Miller e Davis, fuori dalla classe ora!" il professore interrompe il mio tentativo di parlarle dandomi una stupenda opportunità, io e lei da soli, faccia a faccia.

"Si stava molto meglio quando non c'eri!" dopo un silenzio che sembra infinito cerco di farla arrabbiare come al solito con me, è l'unico modo che conosco per comunicare con lei, in più penso veramente che vivevo meglio senza pensarla ossessivamente ogni tre secondi.

"Non puoi esser serio" non si è arrabbiata, anzi è molto sorpresa per quello che ho detto.

"Non avrai mica creduto che avessimo superato l'odio che proviamo reciprocamente solo perché mi sono preoccupato una volta per te" ridacchio, non so cosa spero di ottenere trattandola male ancora una volta, magari voglio solo farla allontanare.

"Pensavo che stessi iniziando a cambiare, credevo di poterti finalmente perdonare" un pensiero mi attraversa la mente come un lampo, non è che anche lei si sente come me? Non si è arrabbiata con me, e questo è già strano di suo, ma, al contrario, ci è rimasta male.

"La verità è che sei solo un arrogante e un presuntuoso" mi urla contro con collera, questo mi fa solo arrabbiare con me stesso per essere stato scortese e con lei perché non riesco a farle capire come in realtà mi sento nei suoi confronti.

"E tu invece? Sei la povera vittima in questa storia? Ammettilo, non mi perdonerai mai completamente" fa un passo indietro e finisce contro il muro, ammetto che sono parole dure ma con un fondo di verità, nemmeno io riesco a perdonarmi per quello che le ho fatto passare.

"Si può sapere cosa ho fatto per farmi trattare così male da te sta mattina?" ci troviamo entrambi in uno stato emotivo parecchio alterato, siamo tornati quelli di una volta che si odiano a morte e non fanno altro che litigare, proprio quello che volevo evitare sapendo ciò che ha passato.

"È perché non riesco a smettere di pensarti" le rivelo con i sensi di colpa dopo averle letto la disperazione in volto, non voglio più che pensi che sia uno stronzo.

Mi appoggio al muro con le braccia, di fronte a me c'è una versione di lei così fragile che mi sento davvero molto in colpa per come l'ho trattata.

I nostri occhi si incontrano e subito la mia mente ritorna a quello che mi è successo in doccia, ricaccio indietro quello sporco pensiero perché lei è troppo buona per volere uno come me.

Il mio corpo mi dice di farlo, baciarla e togliermela così dalla testa, sfogare i miei istinti animali per smettere di pensarci, eppure non riesco a non pensare che se la baciassi non sarei più capace di andarmene poi.

Le porto dietro l'orecchio una ciocca di capelli e subito dopo metto la mano dietro la sua nuca, come per tirarla più vicina con l'intento di baciarla, il mio cervello sa che non dovrei farlo ma in questo momento è come se il corpo si muovesse autonomamente.

Ormai è inevitabile, sta per succedere e non lo posso fermare, mi chiedo solo cosa ne possa pensare lei che tanto mi odia.

Driin

La campanella suona distraendomi dal mio intento e i ragazzi inziano ad uscire sollevati dalle proprie classi, nessuno può vederci così allora mi allontano di qualche passo ma il suo sguardo è come un magnete per il mio che rimane a fissarla come un imbecille.

"Amico!" mi arriva una forte pacca sulla spalla che mi risveglia dallo stato di trace.

"Cody" lo saluto e mi prende sottobraccio per iniziare ad andare verso la prossima classe.

"Eri ancora lì con Davis" mi fa notare, come se non lo sapessi di già, il mio amico una volta distanti dalla ragazza.

"Il prof ci ha cacciati fuori dalla classe, niente di che" dico con sufficienza, non posso mica dirgli quello che mi passa per la testa visto quanto lui e quella vipera di Ethel la odiano.

"Amico sappi che da come ti guardava secondo me prova qualcosa per te, ti avevo messo in guardia di starle lontano, è una ragazzina che non sa quello che fa" mi tira uno schiaffo amichevole sulla nuca.

"Non so di che parli" alzo le mani in segno di resa, cosa intende dire con 'è una ragazzina che non sa quello che fa'?

"Perché non sai quello che è successo con me, se no staresti a distanza di sicurezza da quella" dice con tono disprezzante mentre prende posto al solito banco, voglio con tutto me stesso capire di cosa sta parlando.

Mi promette che mi spiegherà tutto oggi pomeriggio dopo l'allenamento, nel mentre ci alziamo per salutare la prof che è appena entrata.

Dal momento in cui ci siamo sfioratiWhere stories live. Discover now