39. Com'è andata?

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E per quanta strada ancora c'è da fare...

***

Silenzio.
É tutto quello che si sente nella stanza. Non vola una mosca ed é quasi più assordante di quanto lo sarebbe un qualsiasi rumore. Sento il cuore in gola e nelle orecchie e deglutisco per alleviare quella sensazione ma non succede niente. Rimane tutto uguale.

Mattia non si muove di un millimetro. Le sue pupille sono fisse sul mio volto e le labbra sono leggermente dischiuse a causa dello stupore. Resta fermo e comincio a preoccuparmi.
Abbasso lo sguardo e prendo a fissare le mie mani, sudate a causa dell'ansia. Le divido e, per il nervoso, comincio a giocherellare con l'orlo della mia camicetta.
<<Dimmi...>> subito alzo la testa quando lui sembra essersi ripreso. Noto che stava fissando le mie mani, adesso riporta i suoi occhi su di me. <<Dimmi che non é uno scherzo>> mi prega e scuoto leggermente la testa per fargli capire che é la verità.

<<É per questo che stamattina non mangiavi quasi niente? Non potevi in realtà?>>
Avverto una patina trasparente coprirmi gli occhi e all'improvviso tutto diventa sfocato. Annuisco e una lacrima scivola e cade sulla mia mano.
<<Il dottore mi ha detto che quasi tutte le donne incinta con un trauma cranico perdono il bambino, ci sono andata vicino>> gli spiego mentre le lacrime scendono indisturbate. In realtà non so per cosa sto piangendo, so solo che non é per il bambino. Probabilmente é uno sfogo, una maniera per buttare fuori la tensione accumulata negli ultimi giorni. Nell'ultima settimana ho rischiato di morire e, successivamente, ho scoperto di essere incinta: penso che un pianto liberatorio mi sia concesso.

<<Ho fatto molte analisi negli ultimi giorni, sono tutti d'accordo che sia un vero miracolo che non ci siano problemi>> tutta la preoccupazione che avevo mentre aspettavo il referto del medico ritorna nella mia testa come se stessi rivivendo quel momento proprio adesso. <<Ho avuto così tanta paura... Ci credi? Io che non ho mai voluto un figlio che tremavo per paura che il nostro stesse male>> mi lascio sfuggire una risata amara e lui porta la sua mano sulle mie.

<<Perché non me lo hai detto prima?>> Domanda spaesato. <<Io avrei voluto starti accanto, avrei dovuto farlo>>
<<Non ce l'ho fatta... La situazione ha preso alla sprovvista anche me. Ho pensato e ripensato in questa settimana e ogni tanto i miei pensieri sono diventati così fastidiosi che non so come io abbia fatto a non scoppiare>> spiego esausta, esternando tutto quello che per giorni mi sono tenuta dentro.
<<Mi dispiace>> sospira lui abbassando la testa e portando le mani tra i capelli disperatamente <<mi dispiace, é colpa mia, io avrei dovuto stare più attento>>
<<Non hai nessuna colpa>> lo blocco <<Le cose si fanno in due, soprattutto i bambini>> provo a sdrammatizzare ma lui scuote la testa ostinato.

<<Scusami, Vanessa, scusami>> ripete e mi allungo per portare una mano sotto il suo mento e incrociare i miei occhi con i suoi. Un sussulto mi sfugge quando noto che anche i suoi sono lucidi e che sta torturando le sue labbra per non scoppiare.
<<Non mi devi chiedere scusa, sono seria, non ha senso farlo>> cerco di fargli capire provando ad assumere uno sguardo rassicurante e un tono convinto, nonostante le tracce di pianto ancora presenti sul volto.
<<Sì invece>> insiste e comincio a pensare che la situazione lo stia rendendo fin troppo poco lucido per convincerlo del contrario.
Vede la situazione solo in un modo, il peggiore possibile, e non c'è verso di fargli cambiare idea.
<<Perché dovresti?>> gli domando, allora, per capire meglio cosa gli passi per la testa e, magari, per partire proprio da quello per convincerlo.
<<Perché avevo promesso che ti avrei resa felice e invece sto fallendo>> spiega mentre una lacrima gli scivola sul viso e le sue iridi sembrano riempirsi di tristezza e delusione.
Vorrei fargli vedere il mondo dal mio punto di vista per dimostrargli quanto lui sia importante e fondamentale nella mia vita. Perché lui fa sempre tutto quello che può per me ma, allo stesso tempo, non lo reputa mai abbastanza.

(Re)TurningDove le storie prendono vita. Scoprilo ora