E per quanta strada ancora c'è da fare...
***
Silenzio.
É tutto quello che si sente nella stanza. Non vola una mosca ed é quasi più assordante di quanto lo sarebbe un qualsiasi rumore. Sento il cuore in gola e nelle orecchie e deglutisco per alleviare quella sensazione ma non succede niente. Rimane tutto uguale.Mattia non si muove di un millimetro. Le sue pupille sono fisse sul mio volto e le labbra sono leggermente dischiuse a causa dello stupore. Resta fermo e comincio a preoccuparmi.
Abbasso lo sguardo e prendo a fissare le mie mani, sudate a causa dell'ansia. Le divido e, per il nervoso, comincio a giocherellare con l'orlo della mia camicetta.
<<Dimmi...>> subito alzo la testa quando lui sembra essersi ripreso. Noto che stava fissando le mie mani, adesso riporta i suoi occhi su di me. <<Dimmi che non é uno scherzo>> mi prega e scuoto leggermente la testa per fargli capire che é la verità.<<É per questo che stamattina non mangiavi quasi niente? Non potevi in realtà?>>
Avverto una patina trasparente coprirmi gli occhi e all'improvviso tutto diventa sfocato. Annuisco e una lacrima scivola e cade sulla mia mano.
<<Il dottore mi ha detto che quasi tutte le donne incinta con un trauma cranico perdono il bambino, ci sono andata vicino>> gli spiego mentre le lacrime scendono indisturbate. In realtà non so per cosa sto piangendo, so solo che non é per il bambino. Probabilmente é uno sfogo, una maniera per buttare fuori la tensione accumulata negli ultimi giorni. Nell'ultima settimana ho rischiato di morire e, successivamente, ho scoperto di essere incinta: penso che un pianto liberatorio mi sia concesso.<<Ho fatto molte analisi negli ultimi giorni, sono tutti d'accordo che sia un vero miracolo che non ci siano problemi>> tutta la preoccupazione che avevo mentre aspettavo il referto del medico ritorna nella mia testa come se stessi rivivendo quel momento proprio adesso. <<Ho avuto così tanta paura... Ci credi? Io che non ho mai voluto un figlio che tremavo per paura che il nostro stesse male>> mi lascio sfuggire una risata amara e lui porta la sua mano sulle mie.
<<Perché non me lo hai detto prima?>> Domanda spaesato. <<Io avrei voluto starti accanto, avrei dovuto farlo>>
<<Non ce l'ho fatta... La situazione ha preso alla sprovvista anche me. Ho pensato e ripensato in questa settimana e ogni tanto i miei pensieri sono diventati così fastidiosi che non so come io abbia fatto a non scoppiare>> spiego esausta, esternando tutto quello che per giorni mi sono tenuta dentro.
<<Mi dispiace>> sospira lui abbassando la testa e portando le mani tra i capelli disperatamente <<mi dispiace, é colpa mia, io avrei dovuto stare più attento>>
<<Non hai nessuna colpa>> lo blocco <<Le cose si fanno in due, soprattutto i bambini>> provo a sdrammatizzare ma lui scuote la testa ostinato.<<Scusami, Vanessa, scusami>> ripete e mi allungo per portare una mano sotto il suo mento e incrociare i miei occhi con i suoi. Un sussulto mi sfugge quando noto che anche i suoi sono lucidi e che sta torturando le sue labbra per non scoppiare.
<<Non mi devi chiedere scusa, sono seria, non ha senso farlo>> cerco di fargli capire provando ad assumere uno sguardo rassicurante e un tono convinto, nonostante le tracce di pianto ancora presenti sul volto.
<<Sì invece>> insiste e comincio a pensare che la situazione lo stia rendendo fin troppo poco lucido per convincerlo del contrario.
Vede la situazione solo in un modo, il peggiore possibile, e non c'è verso di fargli cambiare idea.
<<Perché dovresti?>> gli domando, allora, per capire meglio cosa gli passi per la testa e, magari, per partire proprio da quello per convincerlo.
<<Perché avevo promesso che ti avrei resa felice e invece sto fallendo>> spiega mentre una lacrima gli scivola sul viso e le sue iridi sembrano riempirsi di tristezza e delusione.
Vorrei fargli vedere il mondo dal mio punto di vista per dimostrargli quanto lui sia importante e fondamentale nella mia vita. Perché lui fa sempre tutto quello che può per me ma, allo stesso tempo, non lo reputa mai abbastanza.
STAI LEGGENDO
(Re)Turning
Romance«L'avresti mai detto?» gli domando tornando a guardarlo. Siamo faccia a faccia, occhi negli occhi. Lui aggrotta confuso le sopracciglia. «Cosa?» chiede. «Che saremmo finiti così, a ballare un lento, mentre tu mi fai sentire la più bella del mondo» s...