6. Ho bisogno di bere

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Il calore delle coperte mi circonda e mi trasporta verso una dimensione paradisiaca. Nonostante l'estate sia vicina continuo a bearmi della bella sensazione che solo il piacevole peso delle coperte può offrire. Eppure, nonostante il torpore e la comodità, un piccolo puntino nella mia testa mi infastidisce e mi rende impossibile riposare al meglio.
È proprio questo il motivo per cui questa notte faticavo a dormire e, una volta riuscitaci, mi svegliavo costretta a girarmi e rigirarmi prima di cascare nuovamente nel mondo dei sogni.

<<Cosa devo fare?>> chiede il mio cervello e schiaccio la testa sul cuscino per mettere a tacere quella vocina fastidiosa. Sta diventando assillante e ogni volta che la sento sento un'incredibile ansia impossessarsi di me stessa.

<<Non ci pensare>> gli risponde il cuore. Ben detto!

<<E quando dovrebbe farlo secondo te?>>

<<Il più lontano possibile da questo momento>> Vero, concordo pienamente con lui.

<<E quando non potrà più rimandare?>>

<<Scusate ma quando ci alziamo per fare colazione?>> interviene il mio stomaco

<<Allora sarà un problema della Vanessa del futuro>> riprende il cuore, ignorandolo.

<<E non ci pensi alla Vanessa del passato che ha lavorato per mesi a quel progetto? Le notti insonni? Le ore di straordinari non retribuiti?>> controbatte la testa. Vero anche questo.

Il mio dialogo interiore viene interrotto dal suono del telefono. Allungo la mano verso il comodino e non so come, procedendo a tastoni, riesco a sentire finalmente qualcosa di liscio e freddo sotto il palmo della mia mano. Afferro il telefono e lo avvicino il più possibile al mio viso, sollevando la mascherina che mi copre gli occhi. In un primo momento l'impatto con la luce mi porta a socchiuderli e continuo a stringerli per riuscire a mettere a fuoco e leggere sul display chi sia il mittente della mia chiamata.

<<Mamma>> dico con la voce impastata dal sonno.

<<Amore mio, ti ho svegliata per caso?>> mi domanda con voce preoccupata.

<<No tranquilla, mi stavo giusto trattenendo cinque minuti nel letto>> rispondo togliendo del tutto la mascherina da notte, mettendomi a sedere e passandomi una mano tra i capelli. <<Dimmi tutto>>.

<<Volevo solo sentirti. Ci manchi tanto>> mi dice con voce triste.

<<Mamma...>> sospiro in difficoltà.
<<Quando prenderai le ferie quest'estate? Siamo tutti impazienti di vederti, anche il piccolo Giacomo non vede l'ora di giocare con la sua zietta preferita, devi vederlo: chiede sempre di te. E poi vorrebbe anche conoscere Mattia di persona! Magari se andiamo in vacanza tutti insieme puoi portarlo con te...Anche a me e a tuo padre piacerebbe passare del tempo con una delle persone con cui trascorri buona parte delle tue giornate, non c'è mai stata l'occasione del resto. Direi che dopo tutti questi anni sia arrivato il momento>>

<<Ancora non lo so, mamma, non ho ancora organizzato niente>> rispondo <<Anche voi mi mancate tanto, però>>
<<Stavo pensando, sempre se per te non è un problema, ovviamente non devi sentirti obbligata in nessun modo>> gira intorno all'argomento e capisco che ciò che sta per dirmi non mi andrà esattamente a genio.

<<Mamma>> la richiamo in tono scettico.

<<Si?>> tentenna lei e scommetto che in questo momento sta deglutendo nervosamente mentre rimuove concentrata il semipermanente dalle sue unghie.
<<Vai al dunque. Se non mi dovesse piacere almeno ci leviamo via il dente>>. Un poco come la ceretta, uno strappo e via. Più o meno.

(Re)TurningDonde viven las historias. Descúbrelo ahora