30. È tutto finto

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La porta si spalanca e immediatamente avverto due paia di occhi puntati su di me.

Entrambe sgranano gli occhi quando si rendono conto di chi fosse la persona nel bagno. Sembrano pietrificate.
I miei occhi, però, sono puntati principalmente su di lei.
Vedo le dita di Bianca cominciare a tremare impercettibilmente mentre con lo sguardo mi prega di non giungere a conclusioni affrettate.
Il suo atteggiamento, però, mi dà in qualche modo una conferma delle parole di Giovanna.

Mi sento come se mi avessero dato un calcio nello stomaco.
Falso. Tutta una macchinazione.

<<Vanessa>> la voce esce strozzata e tenta di avvicinarsi a me ma la fermo con un gesto della mano.
<<Non muovere un passo>> scandisco molto lentamente ogni singola parola e mi sento davvero uno schifo quando vedo i suoi occhi riempirsi di lacrime.
Non guardarmi così, perché mi viene voglia di piangere insieme a te.
Ma é colpa tua se siamo arrivate a questo punto.

Mi sistemo i capelli per riacquisire un contegno e scaccio via le lacrime. Non adesso, Vanessa, non adesso.
Non darli questa soddisfazione e fai vedere loro chi comanda.

<<Non ho potuto fare a meno di sentire la vostra conversazione>> non so con quale forza, incomincio a parlare mentre cammino in direzione dello specchio dove mi osservo un attimo di troppo prima di continuare. <<Vorrei solo aggiungere qualche insignificante dettaglio>> giro di scatto nella direzione di Giovanna e comincio ad avvicinarmi a lei che mi fissa, immobile e confusa.

<<Anzi, devo dire che a te potrei dedicare un intero libro ma mi accontenterò di fissare giusto qualche semplice concetto, magari il tuo cervello ci arriva.
Punto primo. Non riesco a capire se odio di più la te ragazzina che voleva fare la prima donna o la te adulta che si comporta ancora come una stupida ragazzina>> alzo le spalle fintamente indecisa. <<Non lo so. C'è davvero l'imbarazzo della scelta, non credi?>>
Lei mi guarda curiosa di dove io voglia andare a parare.

<<Punto secondo. Mi hai sempre fatto paura, quando ero piccola. Forse anche qualche mese fa, quando qui non ci volevo tornare.
Posso dirti la verità? Ad oggi mi fai soltanto pena.
Non hai un briciolo di integrità morale e i tuoi "successi" non sono altro che la consolazione per i tuoi fallimenti.
Cos'è? Dov'è finita la futura modella? L'attrice? La star?
Com'è guardarsi allo specchio e farsi schifo? Perché io lo so che tu non sei soddisfatta della tua vita. Te lo si legge negli occhi che non é questo il traguardo dove volevi arrivare e che, per giunta, sono abbastanza convinta tu abbia raggiunto solo ed esclusivamente grazie ad una raccomandazione dei tuoi.
É brutto, vero?
Sai, ci sono passata anche io. Peccato che questa convinzione me l'avevano in messa in testa altri, la causa dei tuoi mali sei solo e solamente tu.
Io ero felice prima che entrassi nella mia vita, mentre tu con il mostro che sei ci dovrai convivere per tutta la vita, quindi probabilmente non lo sarai mai. Lo dimostra il fatto che avverti l'impellente bisogno di rovinare la vita alla gente per rendere la tua un tantino più intrigante.>>

<<Punto terzo>> ormai sono praticamente di fronte a lei. << Tu tocca Mattia e io giuro che te la faccio pagare. Non che non mi fidi di lui, anzi.
Sei tu che non ti meriti neanche l'aria che lui respira.
Dunque se io ti vedo ancora una volta ronzargli intorno, faccio quello che fanno tutti con le mosche>>
Sorrido prima di allontanarmi di un passo da lei.
<<Ti schiaccio>> rendo l'idea chiudendo velocemente la mano.

Finisco così. Lei non spiccica una parola, deglutisce nervosamente e mi fissa ad occhi spalancati.
Io mi giro per uscire dalla stanza.
Non ho intenzione di dire una parola a Bianca.
Non avrei né la forza di farlo, né mi va di farlo davanti a Giovanna. Non so quanto la nostra amicizia sia stata finta, fino a che punto fosse finzione e fino a quale verità.
Adesso ho solo bisogno di tornarmene a casa e piangere tutta la notte.

(Re)TurningWhere stories live. Discover now