28. Sei ubriaca o hai il pieno controllo delle tue facoltà mentali?

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<<Sicuro che non sia un problema?>>

<<Sono sicuro>>

<<Ma tu avevi detto solo io e te>>

<<Ehi, ascoltami, va bene anche così>> mi dice mantenendo lo sguardo diritto davanti a sé e io sospiro cedendo.

<<Gira a destra>> gli indico la direzione e lui segue le mie istruzioni. Mi volto per controllare Baffo e lo trovo acciambellato, per quanto le sue piccole dimensioni lo permettano, e addormentato sui sedili posteriori. Che carino che é, mi sciolgo.

Lo accarezzo leggermente e poi torno a guardare anche io la strada. <<Okay, puoi fermarti qui. La casa é quella>> punto con l'indice una porta alla nostra destra mentre lui parcheggia.
Neanche il tempo di aprire la portiera della macchina che il portone d'ingresso si spalanca lasciando uscire due persone, Viola e Giacomo.

Mentre la prima indossa un abitino elegante lilla e i suoi capelli sono perfettamente sistemati, un po' come il trucco sul suo viso, il secondo un semplice pantaloncino azzurro e una polo bianca.
<<Guarda chi é arrivato! Sei contento di passare il pomeriggio con loro?>> Domanda Viola al figlio che annuisce meccanicamente.

Ha gli occhi un po' gonfi e la faccia del sonno tipica di chi é stato svegliato proprio nel centro del suo riposino e costretto a prepararsi. Stringe le manine intorno alle spalline dello zainetto rosso e giallo e, dopo aver puntato Mattia, corre nella sua direzione.

Approfitto del momento per avvicinarmi a mia sorella.
<<Non hai idea del favore che mi stai facendo>> il tono é riconoscente.
<<Fidati, lo so. C'è un motivo se non voglio figli>> puntualizzo <<E sappi che la serata la voglio libera>>
<<Non ti preoccupare, faccio il prima possibile. Giacomo non starebbe fermo e zitto durante la seduta di Laurea, ma questa sera può venire con noi. Non penso che per la cugina di Carlo ci siano problemi per il ristorante ma sai é così pesante che non voglio sorbirmela. Poi lo sai come va a finire: interviene mia suocera e...>>

<<Okay, okay. Frena, troppe informazioni: bastava un sì>>
Mi porto una mano in fronte cercando di assimilare tutto quello che mi ha detto e accertarmi di non dimenticare nulla. Questa non é una donna, é una cazzo di macchinetta.

<<Oh c'è Mattia. MATTIA! Posso farti gli auguri?>> Lui si avvicina riconoscente e noto che la sua mano sinistra stringe quella piccola di Giacomo.
<<Buon compleanno caro, spero di non aver rovinato i vostri piani>>

<<Ma se mi hai costrett->>
<<Nessun problema, stai tranquilla>> mi interrompe Mattia. <<Passeremo un bel pomeriggio insieme. Vero campione?>> Domanda al bambino che smette di stropicciarsi gli occhi e allunga le braccia nella sua direzione per farsi prendere in braccio.
Mattia cede alla sua richiesta e in pochi secondi Giacomo si trova stretto tra le sue braccia. Annuisce davvero poco convinto, poi appoggia la testa sulla sua spalla e chiude gli occhi.

<<Lo prendo per un sì>> scherza e davanti a quella scena anche una maniaca del controllo e della precisione come me che vede i suoi piani sfumare via, non può fare a meno di minimizzare il tutto e sorridere intenerita.

<<Grazie mille, ragazzi. Mi tratterrei ancora con voi ma purtroppo siamo già in ritardo>>
<<É di famiglia allora>> mi, o per una volta dovrei dire ci, prende in giro Mattia.
<<É di famiglia>> confermiamo noi due trattenendo una risata.
<<Vai Vi, non preoccuparti, te lo trattiamo bene>> la rassicuro.

<<Grazie...Come sto?>> Stende nervosamente con le mani il tessuto del vestito all'altezza delle cosce. Poi le lascia ricadere impaziente.

<<Sei una figa pazzesca>> sorrido io esternando il mio pensiero.

(Re)TurningWhere stories live. Discover now