3. Siamo una squadra, vero?

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<<Nocciola o cioccolato?>> mi chiede Mattia, urlando dall'altra stanza.

<<Entrambi!>> rispondo.

<<Sei proprio un'ingorda!>> mi rimprovera.

<<Io ingorda?>> ripeto offesa <<Vorrai dire buongustaia!>>.

<<Pensala come ti pare!>> continua entrando in salotto con i due barattoli di gelato e un paio di cucchiaini. <<Per me rimani ingorda!>>
<<Per me rimani ingorda>> lo scimmiotto scoppiando a ridere mentre lui mi guarda divertito.

<<Ti ricordo che ho ancora il tuo amato gelato tra le mani. Se non la smetti non ne avrai neanche un cucchiaino>> mi minaccia sorridendo.

<<Sto scherzando! Sono un'ingorda o tutto quello che vuoi tu!>> allungo le braccia verso la sua direzione. Ogni tanto nella vita bisogna scendere a compromessi, <<Ora sgancia il gelato>>.

<<Altrimenti?>> mi chiede strafottente prendendo posto accanto a me sul divano.

<<Altrimenti ti odierò a morte per tutta la vita>> rispondo mettendo il broncio.

<<E noi non vogliamo che accada?>> Mi domanda con un piccolo sorriso che non tarda ad arrivare.
<<Non vogliamo>> affermo convinta.

<<No>> gli sfugge una leggera risata <<Non vogliamo>> ripete fissandomi divertito.
Sospira con lo sguardo ancora fermo su di me e allungando il braccio finalmente mi passa quel cremoso tesoro inestimabile.<<Va bene. Allora goditi il gelato>>

Io amo il gelato, potrei mangiarne quantità industriali e vivere solo di quello. Menomale che esiste, una delle poche gioie della mia vita! Forse addirittura la più grande, dopo la mia collezione di scarpe ovviamente!

Continuo a gustarmi il mio buon gelato quando la voce di Mattia interrompe il mio momento perfetto facendo scoppiare la bolla di apparente tranquillità che precedentemente mi aveva aiutato a costruire. Perché alla fine bisogna sempre arrivare a questo punto?
Insomma, per quanto ritenga sbagliato scappare dai problemi, a volte credo che fingere che non esistano sia la soluzione migliore.

<<Ti senti meglio?>> mi chiede serio.
<<Molto>> rispondo prontamente <<Insomma, mi serviva un po' di tranquillità>>
<<Bene>> sospira rincuorato. Affonda il cucchiaio nella vaschetta di gelato e tentenna prima di parlare <<Vanessa io non voglio costringerti a parlare, se non te la senti>> dice <<Però se tu mi dicessi cosa ti è preso stamattina, io potrei in qualche modo cercare di aiutarti... E ti giuro che lo farò ma per farlo ho bisogno che mi spieghi>>
Capisco che voglia capire che cosa mi passi per la testa, io stessa a parti invertite ne sentirei la necessità e forse non sarei neanche così pacata come lui, eppure parlare di cosa mi preoccupa, e quindi rivivere tutto quello da cui ho cercato di scappare, seppur vanamente, nel corso pomeriggio, non è esattamente ciò che avevo programmato per la serata. Eppure sento di dovergli dare delle spiegazioni.

Non so per quanto tempo siamo rimasti abbracciati fuori dalla porta, ho sentito anche i signori del piano di sopra scendere e salutare Mattia che ha risposto con un lieve cenno del capo. Dopo un bel po', però, mi ha preso per mano e mi ha portato dentro il suo appartamento, mi ha dato una sua tuta e una felpa, dentro cui di me ce ne starebbero due e mi ha prestato il phon per asciugare i capelli ancora leggermente umidi.
Una volta terminato, sono uscita dal bagno e ho trovato una coperta in pile e due cuscini sul suo divano. Ci siamo stesi e riparati dal freddo e lui mi ha abbracciato un'altra volta. Poi, nel silenzio della casa ha sussurrato a voce bassa nel mio orecchio <<Dimmi cosa posso fare per farti sentire meglio>>.

(Re)TurningUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum