15. Sei abituata, vero?

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Continuo a guidare in tutta tranquillità scambiando solo qualche chiacchiera con Mattia che sembra essersi tranquillizzato. Sono esattamente le quattro di pomeriggio quando finalmente mi ritrovo a parcheggiare la macchina nel vialetto adiacente la villetta che l'azienda ha affittato per noi durante questo mese che, speriamo, passi presto. Mi duole dirlo, ma la mia testa mi suggerisce che sarà tutto tranne che questo, tutto tranne che veloce.

Abbasso i finestrini e pongo il cambio in folle. Molto meccanicamente spengo la macchina, metto il freno a mano ed estraggo le chiavi del veicolo. Non esco immediatamente ma rimango ferma ad osservare il mare di fronte a me seduta sul sedile. Rimane sempre così uguale...

Nonostante tutto capisco che in fondo mi era mancata casa, avevo semplicemente bisogno di una spinta per tornarci.

<<Tutto ok?>> la voce di Mattia mi porta a girarmi nella sua direzione. È fermo anche lui, non ha neanche slacciato la cintura, e mi sta osservando con una smorfia preoccupata.

Mi concedo un respiro e mi costringo a fingere un sorriso <<Certo!>> esclamo <<Va tutto alla grande!>>. Non l'ho convinto, ha il volto corrucciato e contrariato, ma non dice niente. Annuisce meccanicamente e finge di credermi.

<<Tutto alla grande>> ripete regalandomi un sorriso rassicurante. Si slaccia la cintura e distoglie lo sguardo dal mio volto per portarlo sulla villa alle mie spalle. Rimane un attimo a studiarla con gli occhi prima di rivolgersi nuovamente a me che, nel frattempo, ammetto di essermi incantata ad osservare i lineamenti del suo volto.

<<Andiamo a dare un'occhiata?>> mi domanda muovendo impercettibilmente la testa in direzione della costruzione. Io annuisco e mi affretto a scendere dalla macchina per poi chiuderla con le chiavi, che consegno al proprietario allungando il braccio nella sua direzione mentre lo vedo venire verso di me.

Afferra le chiavi ma non allontana la mano dalla mia. È un attimo, intreccia velocemente le dita con le mie e mi attira a sé stringendomi in un abbraccio. Le sue mani raggiungono i miei fianchi mentre io appoggio la mia testa sulla sua spalla. E poi restiamo così. Forse per cinque minuti, o forse per dieci. Non lo so, ma sto bene immersa nel suo profumo e cullata dalle sue braccia.

<<Mat>> sussurro così tanto a bassa voce che temo che il rumore delle onde gli abbia impedito di sentire le mie parole.
<<Mh?>>
<<Sto bene, te lo giuro>> mantengo il tono basso e gli occhi chiusi.
<<Lo so>>
<<Non sembra>>
<<Invece si>> ribatte.
<<E allora questo?>>

<<Questo era per me>> al suono delle sue parole le mie labbra si distendono automaticamente in un sorriso. <<Fingo di crederti solo perché si sta bene>>

<<Già, si sta bene>> mi fa eco lui. Sollevo la mia testa dalla sua spalla e mi allontano leggermente appoggiando le mani sul suo petto. Sento il suo cuore battere sotto la camicia nera che ha indossato solo per assecondare le mie stupidaggini e farmi contenta e al solo pensiero, il mio sorriso, se possibile, aumenta.

Anche lui deve essersene accorto perché studia ogni dettaglio del mio viso muovendo freneticamente gli occhi da un punto all'altro e rimanendo infine sul mio sorriso per qualche secondo.

Sembra voglia dire qualcosa, eppure si trattiene. Io assottiglio gli occhi confusa non osando spostarmi da quella posizione. <<Sai Nessa, devo confessarti una cosa>> il suo viso è serio e deglutisce senza distogliere il suo sguardo dal mio. <<È da quando ti ho visto stamattina che non faccio altro che pensarci...>>

Mentre parla, istintivamente i miei occhi cercano le sue labbra e le osservano muoversi, la vicinanza dei nostri volti, invece, mi permette di sentire il soffio che produce muovendo la bocca. <<Dimmi>> sussurro riprendendomi dal mio stato di trance.

(Re)TurningDove le storie prendono vita. Scoprilo ora