33. Sono follemente e perdutamente innamorata di Mattia Ferrari

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Non so se qualcuno potrebbe capire come io mi senta in questo momento.
Una merda, sinceramente. Senza filtri e senza giri di parole interminabili.
Semplicemente uno schifo.

Avverto in me quella strana sensazione che scaturisce nell'animo umano quando si realizza che l'unica cosa che pensavamo essere al sicuro, in realtà è la prima ad andare male.

Vedere Mattia, una delle persone più importanti della mia vita, nonché colui che piano piano me l'ha migliorata, e Giovanna, che probabilmente é quella che odio di più, scambiarsi un bacio nell'ascensore dell'azienda che costituisce la mia quotidianità, non era una mia prerogativa.

Ma proprio per niente.
Non dopo ieri.

Mi sento svuotata, triste e, anche se forse non lo do a vedere, non so dirlo con certezza, sono moralmente distrutta.

Mi chiedo, finirà mai il mondo di ruotare nel senso opposto al mio?

Perché io mi sento esattamente così: aggrappata ad un esile ramo per sfuggire alla corrente. Resisto, resisto, ma prima o poi non ce la farò più e quello si spezzerà, lasciando che l'incessante flusso d'acqua mi faccia precipitare giù lungo una cascata.
E ho tanta paura che quel momento sia oggi.

Perché il mio corpo, il mio cuore, il mio cervello, tutta me stessa teme di non essere abbastanza forte da superarlo. Come faccio a passarci sopra? Come posso andare avanti se nonostante lui l'abbia allontanata io continuo a rivedere nella mia testa la scena di loro due che si baciano davanti ai miei occhi?

Mattia ha lo sguardo confuso, la guarda e sembra quasi paralizzato. Lei invece ha il rossetto sbavato, si gira e mi sorride diabolica, mentre lui intercetta il suo sguardo e capisce.
Dopo reagisce di scatto.

<<Vanessa>> muove un passo nella mia direzione e io, di riflesso, ne faccio un altro indietro. Mi guarda in modo dispiaciuto, quasi implorante.

No...no... Io questa scena l'ho già vissuta. E non posso sopportare tutto quello un'altra volta.
Non posso, non ne sono capace.

Si avvicina ancora un po' e sento che dice qualcosa ma le mie orecchie non recepiscono le sue parole. I miei occhi vengono distratti dall'alone di rosso che circonda le sue labbra.
No, assolutamente no. Non ce la faccio proprio.

Dovrei restare qui, parlare con lui, chiedergli una spiegazione, incazzarmi con lei, come avevo promesso di fare, ma non ci riesco.
Con i muscoli ancora atrofizzati dal dolore, agisco il più tempestivamente possibile e mi giro in direzione delle scale.
Poi faccio quello che, a quanto pare, mi riesce meglio: scappare.

Incomincio a correre e sento i miei tacchi scontrarsi sul pavimento, gli occhi coprirsi di un velo che mi appanna la vista, il battito del cuore accelerato e la sua voce che rimbomba nelle mie orecchie.

<<Vanessa!>> urla e capisco dal tonfo dei suoi passi che mi sta seguendo.
Devo andare più veloce.

Non voglio vederlo, non adesso almeno.
Ho bisogno di essere lasciata da sola ad assimilare anche questa.

<<Nessa, ti prego aspetta un secondo e ascoltami>> mi prega e forse usa quel nome per convincermi. Io, però, sono troppo ostinata a non volerlo vedere.
Scanso a malapena un paio di persone e sento la voce di Marini domandarci qualcosa confuso.
<<Ragazzi cosa succede?>>

Lo ignoro, e anche Mattia presumo, dal momento che continua a starmi alle calcagna.
Alzo il passo, raggiungo l'ultimo gradino ed esco dall'azienda.
Non mi preoccupo di aver lasciato la borsa e il telefono lì dentro.
Niente, non mi importa di niente.

(Re)Turningحيث تعيش القصص. اكتشف الآن