7. Guarda cosa mi tocca fare!

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Alle otto e mezza della stessa sera sono nel mio appartamento ad aspettare Mattia.

Ancora deve incominciare la serata e già non vedo l'ora di tornare a casa a dormire!

Per carità, non sono sempre così. Le cene di lavoro sono sempre state il mio habitat naturale: una volta entrata in questo mondo, non ho mai avuto problemi a relazionarmi con gli altri né ad intrattenere conversazioni, proprio perché amo il mio lavoro e quindi nulla di tutto quello ad esso inerente mi pesa in alcun modo.

Semplicemente, fino a quando non prenderò una decisione, la mia anima in pena continuerà a condurre in maniera insoddisfatta le abituali attività della mia, ormai non più, vita perfetta.

Il lato positivo di questa serata? L'alcol.

Per la cronaca, non sono neanche un'alcolizzata ma dopo che il gelato, un bel film in compagnia di Mattia e la palestra non hanno portato risultati, penso di essere giunta all'ultima sponda.

Il campanello mi riscuote dai miei pensieri. Mi alzo dal divano e mi dirigo verso la porta. Nel percorso, però, mi fermo a controllare la mia figura: i capelli mossi sono impeccabili, il trucco anche e il tailleur bianco mi calza a pennello. Dai, almeno su questo fronte non siamo messi poi così male!, mi dice la mia coscienza.

Esco di casa e in pochi passi arrivo vicino alla BMW di Mattia, il quale mi aspetta in piedi appoggiato alla sua macchina. Alza lo sguardo sentendo il portone chiudersi e mi sorride.

<<Madame, la sua carrozza>> dice aprendo la portiera della macchina e facendo un mezzo inchino scherzosamente. Fa, quindi, il giro della macchina e prende posto sul sedile del guidatore.

<<Hai preso tutto?>> mi domanda.

<<Sì>> rispondo atona in maniera meccanica.

<<No>> controbatte lui, per cui apro la borsa e comincio a controllare che ci sia tutto.

Fazzoletti, mascara, tinta labbra, cellulare, disinfettante, carta di credito, chiavi.

Eppure non sembra che manchi qualcosa. <<C'è tutto>> confermo al termine del mio controllo. <<Ah-ah>> Mattia scuote la testa, si allunga verso i sedili posteriori della macchina e, quando torna indietro, mi porge un sacchetto e una rosa.

Penso di avere gli occhi a cuoricino e temo di scoppiare a piangere sul momento.
<<Stavi dimenticando questo>> mi dice con un sorriso.
<<Mattia!>> lo richiamo a voce bassa mentre inevitabilmente anche le mie labbra si distendono in preda all'emozione.

<<Forza, apri!>> mi incita lui vedendo che continuo a guardarlo con un sorriso ebete in faccia.

Afferro la rosa e me la rigiro tra le mani prima di appoggiarla sulle mie gambe.
Amo le rose rosse.
Agisco d'istinto, mi allungo verso di lui e gli lascio un leggero bacio sulla guancia. Lui mi guarda con un'espressione felice e rilassata mentre io mi ricompongo. Prendo la bustina e la apro estraendone una scatolina in velluto blu. <<Perché?>> domando soltanto.

<<Tu aprilo, poi ti spiego>>.

Faccio come mi dice e una collana dorata con il ciondolo a forma di tartaruga si presenta ai miei occhi. Resto incantata a guardarla. <<È bellissima Matt>> dico sollevando lo sguardo e trovandolo intento a fissarmi.

<<La tartaruga è simbolo di sapienza. Quando si regala un oggetto a forma di tartaruga si intende donare una sapiente guida che possa indicare la giusta strada da percorrere nel corso della vita>> mi spiega. <<In questo momento ho pensato che fosse ciò di cui tu avessi maggiormente bisogno>> conclude.

(Re)TurningWhere stories live. Discover now