35. Stai cercando una casa?

1.3K 55 10
                                    

Quando mi sveglio avverto immediatamente la mancanza di quel calore di cui mi sono beata per tutta la notte.
Allungo la mano per tastare la parte del letto accanto alla mia e, sentendola vuota, gli occhi, che fino ad adesso facevo fatica a dischiudere, si spalancano in un secondo.

Ci sono solo io nella stanza, qualche raggio di sole entra dalla finestra e ogni tanto uno spiraglio di aria fresca e frizzante mi riempie di brividi le braccia, lasciate completamente scoperte.

Mi tiro a sedere e non posso fare nulla per nascondere un sorriso beato ed estasiato. Lo specchio di fronte a me, riflette la mia immagine.
Me ne frego dei capelli scompigliati, del trucco quasi totalmente sbavato, e mi concentro solo sui miei occhi.
Sembrano...felici.
Io sembro felice.

Scuotendo le gambe, allontano le coperte dal mio corpo, raggiunto adesso totalmente dal freddo. Mi alzo per recuperare l'intimo, quindi mi guardo attorno alla ricerca di qualcosa che mi permetta di coprirmi.
La camicia bianca di Mattia, quella che indossava ieri mattina, sembra quasi brillare, perfettamente piegata e riposta sulla sedia.

Mi allungo per afferrarla, consapevole che il mio continuo mettere in disordine il suo ordine, gli farà storcere il naso.
Mi alzo inserendo delicatamente i bottoni all'interno delle asole e, non appena sento nuovamente forte il suo profumo attorno a me, non riesco a trattenere un urletto di gioia mente mi lascio cadere all'indietro, atterrando sulla soffice superficie del materasso.
Non ce la posso fare.

Torno in piedi e, camminando a piedi scalzi, esco dalla stanza. Una serie di rumori metallici mi fa capire da che parte andare.
Ed ovviamente il mio intuito non sbaglia.

Mattia, davanti ad un tagliere, sminuzza della frutta in piccoli pezzi mentre un profumino dolce e burroso si diffonde nell'aria a partire dalla padella alle sue spalle.
Faccio due passi e, probabilmente sentendo il tonfo dei miei passi sul pavimento, lui si rende conto della mia presenza.

Alza lo sguardo e mi studia per qualche secondo, prima di sorridere e scuotere la testa distogliendo lo sguardo.
Ripeto, non posso farcela, soprattutto se lui mi guarda così ogni volta.

Con un'espressione gongolante dipinta in volto, prendo posto sullo sgabello e mi godo lo spettacolo: il mio ragazzo che mi prepara la colazione a petto nudo.
Se questo é un sogno, vi scongiuro, prendete la sveglia e lanciatela fuori dalla finestra, le mie intenzioni non sono quelle di svegliarmi.

Una volta terminato di fare ciò che lo tiene occupato, poggia il coltello e con passo lento e felpato di avvicina a me, chinandosi un po' per lasciarmi un bacio dolce e lento.
<<Buongiorno dormigliona>> mi sorride staccandosi pur restando vicino al mio viso. I miei occhi cercano di soffermarsi su ogni piccolo dettaglio del suo viso.
Ne catturo il più possibile e non ne ho mai abbastanza.

Resto incantata proprio come un bambino in un negozio di caramelle, indeciso su quale gli piaccia di più. Perché io amo ogni singola parte di lui, e non riuscirei a scegliere quale mi incanti di più.

<<Ciao>> sussurro a fatica mentre il cuore mi batte forte.
<<Ciao>> ripete lui, sicuramente più convinto di me, lasciando uscire una piccola risata sul finale.
Mi regala un veloce bacio a stampo prima di allontanarsi, permettendomi di riacquisire pienamente le mie facoltà mentali.

<<Volevo portarti la colazione a letto>> dice versando dell'impasto per pancake nella padella.
<<Oh no, fidati>> lo consolo io <<Così é decisamente molto meglio>> rivelo allusivamente accompagnando le mie parole con un occhiolino e squadrandolo da capo a piedi.

Lui si gira a guardarmi malizioso ed entrambi non riusciamo a trattenere una risata quando i nostri sguardi si incontrano.
<<Vanessa>> mi richiama, una volta tornato ad occuparsi della colazione.
<<Si?>>
<<Prendi le posate>>

(Re)TurningWhere stories live. Discover now