Oggi l'allenamento puntava sui calci volanti e sui lanci delle spade, visto che non prendevo un elfo in volo nemmen volendo.
Ho iniziato a respingere, calciando in volo, dei piatti tirati a tutta velocità da uno strano aggeggio, attaccato al muro.
Tra una sbuffata di fumo e l'altra, Panthea giudicava ciò che facevo, con una voce fredda e seccata.
Ed è stata la stessa cosa con le spade.
-Concentrati, Mal- mi ha detto, scuotendo la cenere dalla sigaretta- devi trafiggere quegli insulsi abiti elfici e provocare delle ferite che nemmeno un centinaio di lacrime di unicorno riuscirebbero a guarire!-

Ho realizzato che, sul serio, mi stava tirando su come se fossi la sua personale macchina da guerra.
Avevo quasi ventidue anni.
Eppure la mia vita è stata già decisa e la mia condanna firmata.
A meno che... non mi opponessi io, prendessi in mano una penna, e decidessi di riscrivere tutto.
Ed era esattamente quello che avevo intenzione di fare.

Nel primo pomeriggio, mentre uscivamo con una truppa per andare a caccia di corni di unicorno (nonostante nella cesta ce ne fossero ben cinque, la stronza ne voleva di più), e ho raccontato a Gona ciò che era saltato fuori da quelle due ore nella stanza rossa.

-Stai scherzando, vero?- mi ha domandato lei, ancora scioccata.
-Per niente. Oltre che tossica, manipolatrice e approfittatrice, è pure razzista verso chiunque non sia purosangue. Credo sia questo il motivo per cui ci tratta diversamente.
-Ma... non ha senso! Non è che se io sono nata babbana, allora automaticamente non valgo un cazzo.
-Questi discorsi erano inaccettabili mille anni fa, figuriamoci ora. Io sarò anche purosangue, ma ho tantissimi limiti e difetti. Sono comunque umana-

Non siamo neanche dovute andare troppo lontano per trovare degli unicorni: ce n'era un gruppetto, tutto intorno a Lyria, l'unicorno rosa, che sembrava parecchio in difficoltà.
-Allora gente- ho ordinato- prendete tutti gli unicorni TRANNE QUELLO ROSA, OK?
-Avete sentito il sergente?- mi ha fatto eco Gona- NON CATTURATE L'UNICORNO ROSA!-
Unica sfiga, insieme agli unicorni c'erano Yuko e altri tre elfi, che vedendoci, sono passati subito al contrattacco.

-Mal, a loro ci pensiamo noi! Tu occupati degli unicorni- mi ha suggerito Gona.
Sono partita subito all'inseguimento, e sono riuscita a bloccarli in una radura poco distante da dove stavano prima.
Un colpo di spada congelante era più che sufficiente per permettermi di raccattare tre corni di unicorno.
Ma non crederete mica che li ho tagliati!
Ho usato un incantesimo clonatore, lo stesso che metterò anche nella clonatrice, che stavo progettando pochi giorni fa.

Sono tornata sul campo di battaglia, ma erano tutti spariti:
Unicorni, elfi, ma soprattutto Gona e la truppa.
Mi è bastato smaterializzarmi nella sala del trono, per capire cosa fosse successo.
-COME DIAMINE SAREBBE A DIRE CHE NON MI HAI PORTATO NUOVI CORNI?- strillava Panthea, a tutto volume- NON AVEVI NULLA CHE POTESSE FERMARTI!
-Mia regina, davvero, io e le mie truppe siamo stati spazzati via da una tromba d'aria, creata da uno strano unicorno e... e non mi credete, vero?
-QUESTA È LA PIÙ GRANDE MINCHIATA CHE TU MI ABBIA MAI RACCONTATO, STUPIDA SANGUEMARCIO! VATTENE DA QUESTA SALA, PRIMA CHE TI APPENDA AL SOFFITTO!-

Avevo assistito alla scena, nascosta dietro la porta, senza esalare il minimo respiro.
Ma miss maschera si era resa conto di cosa aveva appena urlato, in faccia alla povera Gona, o cosa?
Mi sono lentamente avvicinata al trono, e con un finto colpo di tosse, mi sono fatta notare.
Ziggo è saltato giù dal suo giaciglio e ha miagolato per salutarmi.
-Le posso parlare, o è ancora in fase sbollimento?- gli ho sussurrato.
-Meooww...
-Ok, ci provo-

Ho preso un respiro e ho cominciato:
-Signora...
-Cosa vuoi? Sappi che se sei qui per dire che non hai preso nulla nemmeno tu, io...
-Ho questi tre, vanno bene?- le ho prontamente risposto, tirando fuori i tre corni dalla tasca.
-Dammi qua. E vai pure- mi ha liquidato, strappandomi i corni di mano.

Sono tornata in camera, reprimendo la rabbia, per tutto ciò che avrei voluto sbottare.
Gona era sdraiata sul letto e aveva la testa sotto il cuscino. Non prometteva affatto bene...
-Gona...- ho mormorato, togliendole il cuscino di dosso.
-Ti ha riempito di complimenti, vero?- mi ha chiesto, con la voce rotta e un paio di lacrime che le scendevano lungo le guance.
-Ma dove? Mi ha levato i corni di mano e mi ha mandato via.
-È una bastarda, Mal. E mi sta distruggendo.
-Anche a me. E comunque, ti ha chiamata "sanguemarcio", tanto per confermare il fatto che sia razzista.
-Mi ha sempre chiamato così, Mal, non è una novità.
-Ma lo sai cosa significa?-

Gona si è messa a sedere, fissandomi negli occhi, con una certa paura. Possibile che nessuno glielo avesse mai spiegato?
Ho cercato di essere sintetica, ma non è proprio da me...
-"Sanguemarcio" o "Sanguesporco" è il peggior insulto che possa mai essere rivolto ad un mago. Vuol dire che sei impurə perchè non sei figliə di maghi. E una cosa del genere era offensiva già mille anni fa, ti ricordo, figurati ora. Siamo nel 2012, cazzarola.
Se Panthea dovesse chiamarti in questo modo un'altra volta, intervengo io. Ok?-

La rossa si è asciugata le ultime lacrime, e mi ha abbracciato.
-Mal... non so cosa farei, se tu non ci fossi.
-Mi dovresti inventare- le ho risposto, sistemandole le trecce.

Arriverà il giorno, in cui ci rivolteremo contro il mostro mascherato. Ma non sarà a breve...

Sì, denunciatemi pure, che me lo merito 🥺

MAL - A WITCH IN CENTOPIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora