45. People fall in love

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Thinking out loud - Ed Sheeran

Luglio.

Un altro mese era già passato e Seoul era nel pieno dell'estate. I parchi verdi erano colmi di persone, soprattutto di famiglie con i loro bambini, e le vie della metropoli erano sempre vissute ad ogni ora del giorno. C'era chi visitava la città nel weekend, chi faceva shopping di mattina e chi usciva per i locali la sera. C'era ancora più vitalità del solito e questo a Jimin piaceva tantissimo. Al contrario di Taehyung che, finalmente, poteva godersi le vacanze estive in santa pace ma non aveva il silenzio adatto per farlo. Amava Seoul, la considerava una delle città più belle al mondo, ma d'estate era invivibile. Troppe persone, troppa confusione e troppo via vai. Per lui era una sorta di allergia: più c'era gente in giro, più lui si sentiva mancare il respiro. Lo trovava davvero asfissiante e odiava dire sempre di no a Jimin per uscire, ma non poteva fare diversamente. In più, aveva già in mente qualcosa per loro e non vedeva l'ora di chiederglielo. Avrebbe accettato di fare l'ennesima vacanza con lui? Questa volta, però, come una vera coppia? Taehyung voleva tornare a Verona. Voleva dare finalmente un senso alla sua relazione con Jimin, sigillandola  una volta per tutte con quel viaggio. Era una cattiva idea? Beh, se non avesse accettato, avrebbe pensato a qualcosa d'altro.

Con l'arrivo del caldo e del sole estivo e cocente, arrivò anche il culmine dell'esasperazione di Taehyung. Il suo cellulare nelle ultime settimane aveva ripreso a squillare ad ogni ora del giorno. Sua madre non ne voleva sapere di smettere di chiamarlo e come lei, anche suo padre. Avevano ancora il coraggio di scusarsi? Avevano ancora la voglia di sbattergli in faccia quanto fosse sbagliata la relazione con Jimin? Che poi, in realtà, di sbagliato non c'era proprio niente. Se sbagliato significava amare una persona del proprio sesso, beh, allora amava il fatto di essere sbagliato. Per questo una sera aveva deciso di porre fine a tutte quelle stronzate e di aggiungere alla lista nera i contatti di sua madre e di suo padre. Smettetela di rompere, aveva pensato Taehyung mentre lo faceva. Smettetela, non ce la faccio più. Siete ridicoli. Eppure, Jimin non sembrava proprio essere d'accordo con lui. Che fosse per la sua troppa bontà o per altro, non voleva che Taehyung rovinasse in quel modo la sua famiglia, se ancora si poteva definire tale. In più, suo nonno era malato e non gli sembrava il caso di rompere i rapporti proprio in quel momento. Era da più di due mesi oramai che non parlava più con la sua famiglia e non aveva più avuto notizie di suo nonno dalla disastrosa cena al ristorante di Seokjin.

* "Jimin, ti sei già scordato tutte le cose che ti ha detto mia madre?"

Il biondo si era seduto sul letto dell'altro e aveva alzato gli occhi al soffitto, stanco di dover sempre ripetere quel discorso. Si ricordava ancora di quella brutta conversazione fatta con i suoi genitori, ma oramai per lui era già passata e non aveva più importanza. Sapeva che tirare in ballo sua madre era stato poco educato, ma giammai apparteneva al passato e non avrebbe avuto alcun senso tenere quel rammarico a vita. Lui era cento volte superiore a Eunji.

"No, Taehyung, non l'ho dimenticato.", gli aveva risposto il più grande, facendogli segno con una mano di sedersi al suo fianco. "Ma credo sia arrivato il momento di accettare una di quelle telefonate e dire chiaro e tondo a tua madre quello che non va. Non puoi scappare per sempre."

"Mia madre è una stronza, Minie. Parlare con lei equivalerebbe a parlare con un muro.", aveva sputato con freddezza il moro, asciugandosi un po' i capelli bagnati con un asciugamano. Poi, dopo essersi accorto del tono brusco con cui si era espresso, ritornò vicino al suo ragazzo e gli lasciò una carezza sul viso. "Non possiamo parlare d'altro? Lo sai che con loro ho chiuso. So della salute di mio nonno e hai ragione, ma non riesco a passare oltre a quello che ti ha detto mia madre. Non riesco proprio a mandarlo giù."

Blue&Grey| vminWhere stories live. Discover now