33. I'm gay

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Stigma - Kim Taehyung

Jimin sbuffò per l'ennesima volta e scosse il capo. Non sapeva più come fare con Taehyung, erano ore che continuavano a litigare. E tutto era cominciato a causa dell'arrivo inaspettato dei suoi genitori a Seoul. Stavano insieme da poco più di una settimana e Jimin credeva di star sognando. Taehyung era finalmente suo. Solo suo. E no, il biondo non sperava che il suo ragazzo lo ascoltasse sempre, ma almeno pensava di poter contare su di lui per qualsiasi cosa. Ma forse si sbagliava.

"Per favore, Minie, cerca di capire.", lo supplicò di nuovo Taehyung, gesticolando con le mani. "C-ci ho ripensato e...non mi sento ancora pronto. Capiscimi, ti prego."

Il biondino si passò una mano tra i capelli e rivolse lo sguardo verso l'alto. Quella conversazione andava avanti da quasi un'ora e mezza e nessuno dei due era riuscito a prendere una decisione o un compromesso. Nemmeno Jimin che, tra i due, sembrava quello con le idee più chiare. Aveva sbagliato a chiedere a Taehyung di dire alla propria famiglia di essere fidanzato con un ragazzo? Forse aveva affrettato le cose? Non lo sapeva. Desiderava solo fare quell'ultimo passo insieme così da poter cominciare a vivere finalmente la loro relazione. E magari, più avanti, anche fuori da quell'appartamento. Solo con lui.

I genitori di Taehyung avevano pranzato con loro. A Jimin era sembrato scortese e poco rispettoso non offrirgli nulla, perciò aveva preparato un piatto per tutti di tutto ciò che aveva cucinato per Taehyung. Fortunatamente era riuscito a trovare una scusa per quanto riguardava la misteriosa "ragazza" di cui Eunji aveva subito parlato a Taehyung, sgridandolo per non averglielo detto. Il moro, quando aveva visto il tavolo da pranzo con i fiori, aveva sorriso spontaneamente. Per lui era stata davvero una bellissima sorpresa e, sapere che Jimin avesse cucinato per lui, lo aveva fatto sentire desiderato e accettato.

Il maggiore si voltò verso il proprio ragazzo. "So che non sarà facile, mi eri vicino quando ho fatto coming-out alla mia famiglia. Ma io sono sicuro che ce la farai e che i tuoi genitori accetteranno le tue scelte. Fidati di me.", gli spiegò sinceramente. "Io ti amo, Taehyung. Questo non ti basta?"

Taehyung si avvicinò al biondino e gli sfiorò dolcemente il viso con un dito. "Minie, certo che mi basta.", gli disse, guardandolo. "Però-"

"Va bene, ho capito.", il più grande abbassò lo sguardo. "Vogliamo due cose diverse."

Jimin poi si scostò dal moro, afferrò la sua borsa bianca dalla sedia della scrivania ed uscì dalla sua camera. Non ce la faceva più. Sapeva che Taehyung non era d'accordo e che aveva cambiato idea sul fatto di dire la verità alla sua famiglia. Non la pensavano allo stesso modo, semplice. Ma Jimin sperava in tutti i modi possibili che lui accettasse ciò che era. Lui non aspettava altro che Taehyung glielo dicesse, proprio come avrebbe fatto lui. Sarebbero stati liberi. Il biondino le avrebbe provate tutte e sarebbe riuscito a convincerlo.

Quando Jimin si sbatté la porta della sua camera alle spalle, Taehyung si sedette sul letto e sospirò. Non solo ora doveva pensare a cosa fare con la sua famiglia, ma in più c'era anche il pensiero per la salute del suo caro nonno. Sarebbe stato meglio?

*"Taehyung-ie.", suo padre lo guardò, triste. "Il nonno è malato."

Il moro aveva chiuso gli occhi. I suoi genitori gli avevano ripetuto la medesima frase che avevano utilizzato per informarlo della malattia di sua nonna. Ancora si ricordava quel giorno.

Eunji aveva abbassato lo sguardo. "Nelle ultime settimane stava poco bene, per questo abbiamo deciso di fargli fare alcuni accertamenti.", spiegò al figlio, "E purtroppo il dottore ha capito ciò che lo faceva stare sempre più male. Ha il cancro, Taehyung. Al fegato."

Blue&Grey| vminOnde histórias criam vida. Descubra agora