38. Stay with me

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Stay with me - Sam Smith

Mancavano si e no quindici ore all'areo diretto a New York. Jimin si trovava all'interno della sua camera, sepolto da tutti i suoi vestiti e dagli oggetti personali che aveva scelto di portarsi in valigia per quei quindici giorni all'estero. Alla fine, aveva accettato. Il signor Kim, quando lo era venuto a sapere qualche giorni prima, si era messo a ridere dalla gioia. Era felice di avere un nuovo alunno nella sua accademia. Sapeva che Jimin era speciale e lo aveva ringraziato più volte per aver scelto di seguirlo. Joo-Woon pensava che avrebbe fatto molta strada una volta che sarebbe arrivato a New York. Erano pochi i ballerini che aveva visto simili a lui, aveva davvero un dono. Un dono che doveva essere portato avanti nel migliore dei modi e da professionisti.

Jimin piegò tutti i suoi vestiti e li ripose nella valigia, sperando in tutti i modi che non si stropicciassero troppo. Poi radunò tutti i suoi documenti e li sistemò all'interno di un piccolo portafoglio, insieme al passaporto. Gli capitò in mano il biglietto da visita del direttore Kim e ripensò subito alla chiamata avuta con lui.

* "Accetto la sua proposta."

Joo-Woon, nella sua camera d'albergo, aveva sorriso a trentadue denti. "Che bella notizia, Jimin. Pensavo che non mi avresti mai chiamato, ad essere sinceri. Non mi aspettavo che accettassi davvero."

Jimin, chiuso nel suo bagno per non farsi sentire da nessuno, aveva abbassato il capo e storto il naso. All'inizio, la sua idea era stata proprio quella di non partire e di rifiutare.

"Se avessi rifiutato, l'avrei comunque chiamata per ringraziarla dell'offerta.", gli aveva risposto, non sapendo cos'altro dirgli.

L'uomo sorrise. "Il tuo...il tuo ragazzo verrà con te?"

E Jimin, già agitato, aveva sperato con tutto sé stesso che il battito accelerato del suo cuore non si potesse sentire. Cosa c'entrava Taehyung?

"Il...il mio-"

"Sì, Jimin. Il ragazzo moro che era accanto a te quando abbiamo parlato. Tuo padre ha detto che state insieme, ho sbagliato?"

Jimin aveva cercato di tranquillizzarsi. "Oh, sì sì. Io e Taehyung stiamo insieme, è vero."

O almeno credo, avrebbe voluto aggiungere. Avevano smesso di parlarsi, in quei giorni. Come diavolo ci erano finiti in quella situazione?

"Ti chiedo di lui perché l'altro giorno non mi è sembrato molto favorevole al trasferimento a New York.", gli aveva spiegato il maggiore, "Ho visto la sua espressione, penso te ne sia accorto anche tu. Non avrei mai pensato che tu accettassi davvero di partire. E pensare che ci avrei scommesso."

"A proposito di cosa?"

"Ero certo che il tuo fidanzato cercasse di fermarti in tutti i modi. Mi fa piacere che abbia deciso di seguirti in America."

Il biondino aveva sentito qualche lacrima rigargli il viso. "Non partirà con me, signore. Verrò da solo."

Joo-Woon aveva annuito, comprensivo. "Certamente. Taehyung dovrà sicuramente prepararsi al trasferimento e ha bisogno di questi dieci giorni per-"

"Lui non verrà."

"Oh.", aveva sospirato l'uomo, sorpreso. "Quindi-"

"Starò a New York per due settimane, il tempo di trovare un appartamento e un nuovo lavoro per mantenermi. Ritornerò a Seoul non appena finirò tutte le commissioni e mi preparerò al trasloco definitivo. Mi accompagnerà un amico."

Blue&Grey| vminWhere stories live. Discover now