6. Bon Voyage

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Flower - Johnny Stimson


L’Italia era semplicemente meravigliosa.

Taehyung osservò lo scenario attorno a sé dal finestrino del taxi e quasi gli si mozzò il respiro. Leggendo recensioni sul web, i turisti preferivano visitare il paese d’estate, quando il sole ti bruciava la pelle e il caldo ti rendeva il corpo sudato e appiccicoso. Ma per lui non c’era nient’altro di più bello dell’inverno. Il cielo azzurro-grigio, le nuvole opache che la maggior parte dei giorni coprivano il sole e la sua luce. Non che odiasse la primavera e l’estate, anzi, ma la stagione fredda lo affascinava. Al contrario di Jimin, che aveva sempre preferito la bella stagione e il tipico caldo umido di Seoul.

Una volta arrivati a destinazione, Jimin e Taehyung scesero felici da quel piccolo taxi bianco che pagarono affinché li accompagnasse nella via dell’hotel in cui avrebbero soggiornato quella settimana.

Verona era splendida. Taehyung scelse quella città su misura per Jimin, sapendo quanto amasse la tragica vicenda amorosa di Romeo e Giulietta di Shakespeare. Sapeva quanto il suo amico volesse visitare la presunta casa dei due innamorati, glielo ripeteva spesso e Taehyung non se lo fece scappare. 

Entrambi presero le proprie valigie e si incamminarono verso il loro alloggio, esausti dalle quasi dodici ore d’aereo ma con uno splendido sorriso stampato sul viso. Jimin non smise di sorridere nemmeno un attimo per tutta la durata del viaggio e Taehyung ne rimase completamente abbagliato. Perfino in quel momento, mentre camminavano insieme vicini trascinandosi le proprie valigie vicino ai piedi, lui non riusciva a staccargli gli occhi di dosso. Era bellissimo, diamine.

Una piccola folata di vento smosse lievemente i suoi biondi capelli setosi e il suo profumo di fragola gli arrivò fin sotto le narici. La sua gracile figura si muoveva leggiadra al suo fianco, il suo meraviglioso e dolce sorriso non cambiò di una virgola e le sue labbra…Dio, le sue labbra erano qualcosa di magnifico. Perfette, piene e rosate, così belle che a Taehyung gli si seccò istintivamente la gola. 

Oramai arrivato ad un punto di non ritorno, il moro inciampò sui suoi stessi passi e cadde goffamente a terra. Jimin corse immediatamente in suo soccorso e lo aiutò a rialzarsi, preoccupato che si fosse fatto male durante la caduta.

“Taehyung-ssi.”, ridacchiò divertito Jimin vedendo il suo amico steso a terra massaggiarsi il fondo schiena, “Come caspita hai fatto?” 

Il minore cercò di rialzarsi accettando la mano libera del biondo, totalmente in imbarazzo. Cosa diavolo gli era preso, ancora una volta? Possibile che, in qualunque circostanza si ritrovasse insieme a Jimin, non riuscisse a staccargli gli occhi di dosso senza sembrare un maniaco?

Jimin scoppiò finalmente in una spontanea risata, una graziosa melodia, non essendo riuscito a trattenersi. Taehyung era sempre stato sbadato, prima o poi si sarebbe fatto male sul serio se avesse continuato a prestare così poca attenzione a dove camminava. Una volta essersi rialzato ed aver controllato di non aver nulla di rotto, il moro si coprì il volto con le mani. Che grande figura di merda, pensò. Se solo non avesse indugiato così a lungo sulla bocca di Jimin…

“Taehyung-ssi.”, sussurrò nuovamente il maggiore, “Stai bene?”

Il moro incrociò ancora una volta lo sguardo al suo e per poco non gli cedettero di nuovo le gambe. Stava per caso impazzendo? 

***

Jimin si rigirò per l’ennesima volta tra le lenzuola bianche del comodo e freddo letto matrimoniale e sbuffò, facendo però attenzione a non svegliare Taehyung, che dormiva beato accanto a lui. Non riusciva a prendere sonno. Il viaggio da Seoul a Milano durò tantissimo, entrambi i ragazzi infatti si trovarono obbligati a buttarsi a letto appena entrati in hotel a causa della stanchezza. Avrebbero così tanto voluto cominciare subito quel giorno a conoscere la città, ma i loro corpi chiedevano riposo, anche a causa del jet lag. 

Blue&Grey| vminWhere stories live. Discover now