21. Black shirt

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Filter - Park Jimin

"TaeTae.", Jimin strinse la presa attorno al suo collo, "Q-quella persona sei tu."

E il suo cuore smise di battere per qualche secondo. Stava dicendo sul serio? Era davvero sicuro di quello che aveva detto? Jimin lo aveva fissato per tutta la serata?

"Taehyung.", lo chiamò il biondo, in modo serio, "Penso che dovremmo parlare, in privato. Ho tante cose da dirti, non ce la faccio più a tenerle tutte dentro."

Cosa voleva dirgli? Forse era davvero quello che pensava? Stava impazzendo.

Il moro smise di ballare e si guardò intorno, agitato. "È-è successo qualcosa? ", gli chiese.

Jimin negò sicuro con il capo. "No, Tae.", lo tranquillizzò, "V-vorrei solo dirti una cosa, è molto importante."

"Oh, v-va bene.", Taehyung si maledí poi mentalmente per smettere di balbettare come un bambino, "Preferisci a-andare fuori o-"

"Ragazzi, eccovi!"

Taemin arrivò verso di loro e gli sorrise, soprattutto quando li vide così vicini a ballare. Sapeva qualcosa su di loro o, almeno, sapeva qualcosa su Jimin. Lui gli aveva raccontato un po' di cose, non tutte, ma alcune se le ricordava. Si vedeva lontano un miglio che quei due non erano soltanto amici, ma decise di non dirglielo per non metterlo in imbarazzo. Così, quando li raggiunse anche Sung-woon, decise di rompere il ghiaccio.

Jimin e Taehyung si allontanarono subito, entrambi con le guance un po' arrossate, che grazie alla poca luce non riuscivano però a vedersi.

"Pensavamo ve ne foste andati.", cominciò a dire Taemin, "Vi abbiamo chiamati un paio di volte ma nessuno dei due ha risposto."

"Oh, davvero?", Jimin prese il suo cellulare dalla tasca dei pantaloni, poi vide le dieci chiamate perse. "Mi dispiace, hyung, se avessi sentito avrei risposto."

"Non preoccuparti, volevamo solo dirvi che avevamo intenzione di ritornare a casa", dichiarò poi il castano, "Ci dispiace finire qui la serata ma sia io che Sung-woon domani mattina lavoriamo."

A Taehyung e Jimin non sarebbe potuto andare meglio di così, in realtà.

"Tranquillo, hyung.", gli sorrise Jimin, "Avevamo intenzione di andarcene anche noi."

Così, essendo tutti d'accordo, radunarono le loro cose e pagarono, poi uscirono dal locale e si diressero verso la macchina del castano, nel parcheggio a fianco. Quando tutti salirono, Taemin accese subito il riscaldamento e si sfregò le mani sulle gambe, per scaldarsele. Faceva ancora freddo, per fortuna non era più nevicato ma le temperature erano comunque molto basse.

Per tutto il tragitto fino a casa, Taehyung e Jimin rimasero in silenzio, gli altri due ragazzi invece parlarono tra loro normalmente. Il biondino si morse il labbro inferiore per l'ennesima volta e guardò di nuovo fuori dal finestrino, osservando il bellissimo panorama che la Seoul notturna offriva agli occhi dei suoi abitanti. Jimin si sporse un po' di più per controllare se, almeno quella sera, si riuscissero a vedere le stelle. Sarebbe stato un miracolo, dato che a Seoul si vedevano davvero pochissime volte.

Anche Taehyung sembrava essere perso nei propri pensieri, infatti non si accorse nemmeno di essere arrivato davanti al vialetto di casa sua.
Taemin posteggiò la macchina proprio davanti al cancellino, così da non far fare ai suoi amici troppa strada a piedi, lasciandoli a inizio via come Jimin gli aveva consigliato, per non disturbarlo troppo.

"Grazie, ragazzi.", Taemin sorrise loro raggiante, "È stata una bellissima serata, dovremmo rifarlo qualche volta."

Anche Jimin sorrise. "Sì, sarebbe bello."

Blue&Grey| vminWhere stories live. Discover now