40. You belong to me

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You belong with me - Taylor Swift

Seoul gli era mancata. Jimin sistemò la sua valigia nel bagagliaio del taxi e salí sul sedile del passeggero insieme a Taemin, pronti a ritornare a casa.

L'esperienza che aveva vissuto in quei giorni a New York era stata spettacolare. Tutto gli era sembrato nuovo e bello, surreale, e mai si sarebbe aspettato di viverlo in prima persona. Una scuola di danza, gli Stati Uniti, una nuova vita. Un sogno che però lui aveva deciso di far rimanere tale. Se avesse scelto di restare e di fare di quel sogno una realtà, prima o poi se ne sarebbe pentito. Ci aveva pensato e ripensato più volte quella notte, prima di partire, ma nulla gli aveva fatto cambiare idea. Nulla lo aveva obbligato a trattenersi lì a Manhattan. L'amore che provava verso Taehyung lo aveva chiamato e lo aveva indirizzato verso la giusta via.

"Lo hai detto a Taehyung?"

Jimin si voltò verso Taemin e gli sorrise a trentadue denti, un sorriso dolce ma allo stesso tempo furbo. Il maggiore, mentre il tassista faceva inversione con la macchina per uscire dal parcheggio dell'aereoporto, corrugò la fronte. Cosa aveva in mente di fare?

"Perché sorridi in quel modo?", gli domandò, quasi divertito. "Mi stai nascondendo qualcosa, eh?"

Era esatto. Jimin, prima di partire per ritornare in Corea, aveva chiamato il suo hyung Seokjin.

* "Jimin-ah?"

Il biondino era scoppiato a ridere quando aveva sentito la sua voce assonnata. "Hyung perdonami per l'orario, ma ho bisogno di parlarti."

Seokjin si era raddrizzato subito sul suo letto matrimoniale e aveva appoggiato la sua schiena contro il muro. "Cos'è successo?"

"No no, noi stiamo bene. Devo solamente chiederti un favore."

Alle due di notte?, si era domandato Seokjin, poi si era ricordato del fuso orario. Successivamente aveva sbadigliato, mentre accendeva la sua lampada per vederci meglio e non stare al buio.

"Dimmi tutto."

Così, in quel momento, Jimin aveva preso parola e aveva raccontato al suo amico la sua favolosa idea. Ci aveva pensato tanto e Seokjin sarebbe stato l'unico in grado di poterlo aiutare.

"Tra poco più di un'ora ho il volo di ritorno per Seoul.", gli aveva spiegato, "Non ho firmato il contratto, hyung. Torno a casa."

Quando glielo aveva detto, Seokjin era quasi caduto giù dal letto dalla troppa euforia. "Jimin-ah, non sai quanto sono contento!", aveva detto a voce alta, poi si era tappato la bocca per non fare confusione. "Sono felice che tu abbia rifiutato. Non fraintendermi, ti avrei sostenuto in tutti i modi se avessi firmato. Ma, ad essere sinceri, ho sperato con tutto me stesso che tu ritornassi qui."

Jimin aveva sorriso. Lo sapeva bene anche lui, per quello aveva fatto quella scelta. "Hyung?", lo aveva poi chiamato, per ritornare al discorso principale. "Ho davvero bisogno che tu mi aiuta. Non ho  ancora detto a Taehyung che ritorno oggi a casa e vorrei fargli una sorpresa."

Il biondo aveva sperato che non fosse una cavolata. Lui ci teneva tanto a compiere quel gesto, voleva sorprenderlo e allo stesso tempo farsi perdonare. Sentiva che sarebbe stata la cosa migliore da fare per rimettere in sesto il loro rapporto e per riconquistare Taehyung in qualche modo, anche se non si erano mai realmente persi. In quei giorni di lontananza, erano stati i loro cuori a rimanere vicini più di ogni altra cosa.

Blue&Grey| vminWhere stories live. Discover now