15. Promise

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Promise - Park Jimin

Taehyung odiava essere al centro dell'attenzione, soprattutto quando si trattava di Jimin. Ci vollero quasi tre quarti d'ora per convincere il più grande ad accettare l'invito di Taemin, fu davvero una grandissima e noiosissima impresa. A dirla tutta, il moro non vedeva l'ora di concludere quella lunga giornata con Jimin, magari cominciando l'anime che quel pomeriggio non erano riusciti a vedere proprio per colpa sua, oppure a parlare di qualsiasi cosa gli fosse passata nella mente stesi sul suo letto. Ma dirgli di restare sarebbe sembrato troppo da egoisti e, Taehyung, proprio non voleva comportarsi in quel modo con il suo migliore amico. D'altronde, che diritto aveva lui di non farlo uscire e di tenerselo tutto per sé? Esatto, nessuno. Jimin necessitava di svagarsi almeno un po', era giusto che uscisse con altri amici al di fuori di lui. Forse Taehyung nemmeno lo sapeva, ma Jimin non lo avrebbe mai rimpiazzato con nessuno. Non si sarebbe mai permesso e, in realtà, non ci sarebbe neanche riuscito. Il suo Taehyung-ssi era un pezzo unico e raro, non gli avrebbe mai potuto creare dolore in quel modo.

Così Jimin, dopo quasi un'ora di litigi, decise di mandare un messaggio a Taemin e di accettare l'invito alla festa di cui avevano parlato al telefono. Non si trattava di un vero e proprio party, solo dell'inaugurazione del nuovo locale di un suo vecchio compagno di scuola, si chiamava Jaebeom, se ricordava bene. 

La serata trascorse abbastanza bene, lui e Taemin si divertirono molto e fecero anche nuove conoscenze. Il biondo aveva bisogno di distrarsi un po', Taehyung aveva ragione. Sentiva la sua mancanza, non avrebbe voluto lasciarlo da solo per uscire e divertirsi quando lui non poteva. Ma lo aveva costretto e, forse, accettò l'invito di Taemin anche per renderlo felice. Sapeva che rinunciare ad una serata insieme non era quello che voleva, ma forse stare lontani per qualche ora avrebbe migliorato un pochino la situazione. 

***

Era quasi mezzanotte e Jimin e Taemin si trovavano seduti ad un tavolino, davanti ad un bicchiere di birra. La musica era alta e Jimin non vedeva l'ora di poter uscire da quel locale; non amava quella tipologia di bar, di solito preferiva frequentare quelli meno chiassosi e con poche persone. Non che non amasse divertirsi e passare qualche serata diversamente, ma preferiva di gran lunga rilassarsi al posto di bere o di rimanere per ore in locali del genere, con la musica che ti rimbombava nelle orecchie. Taemin, infatti, se ne accorse. 

"Jimin.", lo chiamò mentre buttò giù un altro sorso di birra, "Non ami questi posti, vero?"

Il diretto interessato si passò una mano tra i capelli, accorgendosi subito di quanto fossero sudati. Si moriva di caldo là dentro, c'era troppa gente per i suoi gusti. Alla fine, scosse il capo.

"Non preoccuparti.", sorrise, "Avevo bisogno di passare una serata diversa dalle altre." 

Taemin allora scrollò le spalle. Parlarono del più e del meno: della scuola di danza, del lavoro, di relazioni e di Taehyung. Jimin strabuzzò gli occhi quando il castano gli chiese di lui, non s'immaginava potesse ricordarsi il suo nome. A volte lui gli accennava qualcosa, ma non si sarebbe mai aspettato di cominciare a parlare del suo migliore amico. Insomma, non quella sera. Non quando cercava in tutti i modi di non pensarci, sapendolo solo nella sua camera da letto sotto le coperte e, per di più, con l'influenza. Sarebbe dovuto rimanere a casa con lui a fargli compagnia, non aveva aspettato altro per tutto il giorno.

***

"Facciamo un giro?"

A quella domanda, Jimin controllò l'orario sul cellulare. Era quasi l'una di notte e, in più, si sentiva stanco. Taemin lo osservò mentre corrugava la fronte, non sapendo cosa fare. Alla fine, accettò. 

Blue&Grey| vminWhere stories live. Discover now