5. A new trip

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Jungkook chiuse velocemente l’anta del frigorifero e, con un balzo, si sedette sulla tavola da pranzo. Il più piccolo cominciò ad osservare i suoi hyungs mentre digitavano da ore i tasti del computer, in cerca di possibili mete da visitare una volta atterrati in Italia. 

“Ritornerete prima di Natale, vero?”

Jimin e Taehyung si tolsero simultaneamente gli occhiali da riposo e scrutarono divertiti il loro amico, seduto ancora sulla tavola a gambe incrociate. Sarebbero partiti a metà settimana e avrebbero preso l’aereo per il ritorno una settimana dopo. Da anni trascorrevano la Vigilia di Natale tra loro e non sarebbero mancati nemmeno quell’anno. La loro era una sorta di regola, di abitudine, quella di passare la sera prima di Natale tutti insieme davanti al camino a infagottarsi di cibo e a scambiarsi i regali. 

“Non infrangeremo la promessa, Kookie.”, rispose Jimin per entrambi, “Riuscirai a sopravvivere senza di noi per una settimana?”

Taehyung trattenne una risata, guadagnandosi un’occhiata tutt’altro che dolce da parte del più piccolo. Jungkook era legato tantissimo ad entrambi, erano come due fratelli maggiori per lui. Gli sarebbero sicuramente mancati, senza ombra di dubbio. Con Taehyung aveva tantissime cose in comune e si sentiva sempre libero di parlargli di qualsiasi cosa, mentre con Jimin il suo rapporto era leggermente diverso e più delicato. Dopo la storia con Min-soo, la loro amicizia si ritrovò in poco tempo come appesa ad un filo. Non si parlarono per interi mesi e Jungkook soffrì moltissimo. 

“Mi state sottovalutando, hyungs.”, borbottò il ragazzo col solito sorriso furbo da coniglietto, “Ah, Jimin-ie. Mentre tu non ci sarai, credo usufruirò della tua bellissima vasca da bagno.” 

Sì, ce l’avrebbe sicuramente fatta anche senza di loro, pensò Jimin.

***

Era quasi tarda sera, mancavano poche ore alla partenza e Jimin ancora non aveva preparato la sua valigia. 

Il biondino frugava da ore nei cassetti del suo armadio, ma niente gli sembrava adatto a quel viaggio. Anche l’Italia in quel periodo stava entrando nel colmo dell’inverno, infatti Jimin prese tutti i suoi maglioni preferiti e li buttò sul proprio letto, scegliendone solo alcuni da portarsi dietro. Lì passò uno ad uno, costruendo velocemente una grande montagna morbida e calda sul materasso del letto. Erano sempre stati i suoi preferiti, qual era il problema?  

Aish, mormorò Jimin passandosi nervosamente una mano tra i capelli, possibile che debba sempre ridurmi all’ultimo minuto? 

Il biondo afferrò frustato il suo cellulare e cominciò a cercare qualche lista sul web per valigie da viaggio, per potersi orientare meglio. Scappò velocemente in bagno quando lesse spazzolino dato che, ovunque andasse, finiva sempre per dimenticarselo a casa. Jimin possedeva una collezione di spazzolini da denti, di qualsiasi colore, e ormai era diventata una sorta di abitudine quella di comprarne di nuovi. Radunò in un piccolo beauty case tutti i prodotti che usava giornalmente: una spazzola, una piccola fialetta di profumo formato viaggio e quei botticini trasparenti di plastica apposta per l’aereo che tanto detestava. Non c’era una volta in cui non gli si aprissero in valigia. Un’estate, a Tokyo, dovette recarsi alla lavanderia più vicina all’hotel in cui lui e Taehyung alloggiavano per lavare buona parte delle sue magliette, completamente sporche di balsamo per capelli. 

Jimin smise per un secondo di fare quello che stava facendo e rimase seduto sul letto, le cuffiette nelle orecchie ancora accese e la base di Serendipity di un artista coreano di cui non ricordava mai il nome. Lui e Taehyung sarebbero partiti davvero? Quasi non riusciva a crederci. Dopo così tanto tempo a Jimin sembrò quasi un sogno: aveva così tanta voglia di rilassarsi, di prendersi una pausa e di viaggiare ancora una volta il mondo insieme al suo migliore amico. Perché lui era la sua seconda famiglia, il suo compagno di vita, la sua stella. Taehyung era la sua stella. Brillava sempre di luce propria, a volte senza nemmeno volerlo, riusciva ad illuminarlo nei momenti in cui il buio predominava su tutto quanto. E Jimin era il suo sole, la sua vitamina, lo diceva sempre a Namjoon-hyung. 

D’un tratto, la porta della stanza di Jimin si aprì. Una figura bassa e smilza entrò nella piccola camera da letto e rimase ferma, perfettamente di fronte al letto, gli occhi che slittavano da un cassetto all’altro dell’armadio del minore e lo sguardo confuso. Jimin si tolse subito le cuffiette dalle orecchie e le ripose nel piccolo cestino di vimini blu sul comodino, insieme alle sue chiavi di casa e al suo portafoglio. 

“Ciao, hyung.”, salutò il minore con un sorriso, “Non fare quella faccia, riordinerò quando ritorneremo.”

Yoongi fece una smorfia e, a piccoli e lenti passi, si diresse verso l’amico.

“Vuoi una mano?”

Il biondino scosse il capo e fece un altro splendido sorriso al corvino, grato del fatto che fosse stato lui in primis a chiederglielo. Yoongi era una persona alquanto strana, lo era stata da sempre, ma Jimin non mise mai in dubbio quanto bene lui gli volesse. A volte era stressato, altre cupo, altre lo si doveva lasciare solo nel proprio studio a comporre o si sarebbe sicuramente infuriato; altre invece che sprizzava dalla gioia. Ma lui gli voleva bene, eccome se gliene voleva.

“Credo tu debba portarti anche qualche maglione, in Italia farà abbastanza freddo.”, parlò ancora il più grande, schiarendosi la gola, “Magari anche qualche camicia da mettere sotto.”

Camicie. Perché diavolo non ci aveva pensato prima?

Jimin cominciò a piegare per bene alcune delle sue camicie migliori e a riporle nella grande valigia nera, soddisfatto. Yoongi alzò subito un sopracciglio. 

“Jimin-ah.”, lo chiamò, “Cosa stai facendo? Perché ora stai riempiendo la tua valigia di camicie?” 

Il biondino fece spallucce, fingendo di non saperne il vero motivo. E invece lo sapeva bene, eccome se lo sapeva. Perché Jimin decise di portarsi in Italia così tante camicie? Facile. Erano le preferite di Taehyung

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spazio autrice

Ecco a voi il secondo e ultimo capitolo della settimana. È solo di passaggio, dal prossimo entreremo nel vivo della storia. Spero vi stia piacendo, tengo molto a questa fanfiction, come anche a Jimin e a Taehyung. La Vmin non è una ship, ma un sentimento vero e profondo che esiste tra due ragazzi.
Hanno un rapporto davvero bellissimo e speciale, che invidio molto. Non so se sia solo amore "fraterno" o qualcosa di più, non so se sia un rapporto che loro ritengono naturale, ma sono dell'idea che ci sia un sentimento più forte dell'amicizia. Insomma, se non è capito li adoro.

Detto questo, se vi sta piacendo questa storia fatemelo sapere! Alla settimana prossima!

-Sara ❤️

Blue&Grey| vminWhere stories live. Discover now