39. Steps on Broadway

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New York, New York - Alicia Keys


New York era proprio come se l'aspettava.

Non appena Jimin era sceso dall'aereo dopo quattordici lunghissime ore di volo, era rimasto completamente ammaliato dalla bellezza infinita che la città emanava. Lui, Taemin e il direttore Kim avevano lasciato l'aeroporto LaGuardia alle due e mezza di pomeriggio ed erano subito saliti sul loro taxi. Joo-Won abitava negli Stati Uniti da un sacco di tempo, anche se il suo Paese natale era proprio la Corea del Sud. Per questo, quando li aveva accompagnati fino all'entrata dell'Hotel in cui avrebbero alloggiato, li aveva velocemente salutati e si era diretto subito verso casa sua, per poter riposare. D'altronde, il viaggio era stato molto lungo e faticoso, soprattutto per Taemin che non aveva mai viaggiato in aereo e aveva cercato in tutti i modi di rimanere calmo quando aveva scoperto che mancavano ancora sei ore all'arrivo. Jimin lo aveva aiutato a rimanere tranquillo e a cercarsi qualche film da guardare nella piccola televisione attaccata al sedile, per far passare il tempo. Taemin era durato si e no altre due ore, poi aveva ricominciato ad avere crisi d'ansia. Già, forse come primo viaggio non sarebbe dovuto partire per l'America.

Quando erano arrivati in hotel, Joo-Woon aveva lasciato ai due ragazzi un biglietto con alcune informazioni e numeri di telefono vari. Jimin e Taemin avevano fatto il check-in alla reception e si erano subito diretti verso le scale per arrivare alle loro stanze. Non essendo un B&B Hotel classico che accogliesse i propri ospiti alla reception fino alle ore ventitré, per chi avesse fatto più tardi o in orario notturno la struttura prevedeva una receptionist automatica esterna che potesse consentire agli arrivati di timbrare e mostrare la propria prenotazione e di ricevere il numero delle camera e il codice per entrare. Taemin era rimasto subito sorpreso.

* "È geniale.", aveva detto.

Il biondo era scoppiato a ridere. "Credo ci siano anche a Seoul cose di questo genere."

"Mi stai dicendo che esistono delle finte receptionist nella nostra città e io non me ne sono mai accorto?"

Jimin alzò le spalle, sorridendogli. "Sì."

"Oh, fantastico." *

I due ragazzi non avevano esitato nemmeno un secondo e si erano completamente buttati sui loro letti matrimoniali quando li avevano visti appena entrati in camera. Jimin alloggiava nella camera centouno, mentre Taemin nella centoquattro.

* "Possibile che non riesca ad addormentarmi?", Jimin aveva chiesto al suo amico, al cellulare. "Sono talmente stanco che non riesco a dormire."

Taemin aveva riso, si trovava nella sua stessa situazione. "In realtà non riesco nemmeno io.",gli aveva detto, "Ci credi che mi sento ancora soffocare?"

Il biondo si era rifugiato sotto il lenzuolo del letto e aveva soffocato una risata. Il suo amico in aereo non era stato per niente bene. Anche se gli avevano consigliato più volte di tenere aperte le bocchette d'aria e di non agitarsi, lui si era intestardito sul fatto che l'ossigeno non gli sarebbe bastato.

"Perché mettono dei finestrini se non si possono aprire?", aveva quasi urlato dalla paura, seduto tra Jimin e Joo-Won. "Sento che sto per soffocare."

Jimin aveva scosso il capo, ripensando a ciò che poche ore prima era successo prima di atterrare . "Taemin-hyung, ora hai capito perché non si possono aprire i finestrini in aereo?"

Il castano aveva sbuffatto, mentre si metteva il pigiama. "Sì, sì, Jimin-ah. Ho capito."

"Chim?"

Blue&Grey| vminHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin