11. Star

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Little Star - Standing Egg

Natale passò velocemente. La neve in quei giorni si sciolse del tutto e Seoul ritornò velocemente come prima. Jimin passò il venticinque dicembre assieme alla sua famiglia e a Yoongi, che accettò solamente dopo un centinaio di richieste l'invito a pranzare insieme. Gli altri cinque ragazzi, invece, partirono quasi tutti la mattina presto, solo Taehyung viaggiò di sera. Jimin infatti, quella notte, non chiuse occhio finché, verso le quattro di mattina, non gli arrivò un suo messaggio per dirgli di essere arrivato. Quell'anno non festeggiarono nemmeno il suo compleanno tutti insieme, dato che il moro si trovava nella sua vecchia casa insieme alla sua famiglia. Fecero tutti una videochiamata dal loro appartamento, solo Taehyung sarebbe ritornato l'ultimo giorno dell'anno. Fortunatamente sua madre gli preparò una piccola torta, infatti il festeggiato spense le ventisei candeline e brindò insieme ai suoi amici. Non si vedevano da qualche giorno e già sentiva la loro mancanza, soprattutto di uno di loro in particolare.

Jimin, la stessa sera, si decise e raccontò tutto quanto a Yoongi. Il maggiore subito non disse nulla. Lui già sapeva, aveva sempre saputo. Per questo Jimin rimase bloccato sul posto quando non vide nessun segno di sorpresa, confuso.

"Hyung, perché non sembri sorpreso?", gli chiese Jimin, stravaccato sul comodo letto del maggiore.

Yoongi scrollò le spalle. "Perché non lo sono.", sogghignò.

Ed era vero. Quella storia andava avanti da anni, tanti anni, e Yoongi non aspettava altro che sentirselo dire proprio da uno di loro. Persino Namjoon e Hoseok se n'erano accorti. Troppe volte li beccavano a dormire insieme, abbracciati come due cozze, sul divano. Troppe volte vedevano quanto bene si volessero e, soprattutto, in che modo se lo dimostrassero. Troppe volte avevano provato a convincersi che la loro fosse solo una grande manifestazione d'affetto dopo anni e anni di splendida amicizia. Ma quello non era affetto, Yoongi ci avrebbe scommesso due reni.

"Cosa dovrei fare, hyung?"

Yoongi sbuffò. "Sono l'ultima persona a cui dovresti chiedere, Jimin-ah."

Il maggiore non sapeva nulla sull'amore. Le sue poche relazioni andarono tutte in frantumi per causa sua, per questo non era il caso di dare consigli al suo amico. Ma ci provò lo stesso, per non deluderlo.

"Ne avete parlato?", domandò il corvino a Jimin, "Vi ho visti l'altra sera, mentre spacchettavamo i regali. Avevo già capito cosa fosse successo dalle vostre facce."

Il biondino si passò le mani sul volto. "No, dopo la vacanza in Italia non abbiamo più parlato."

"Allora fatelo, Jimin. Cosa diavolo state aspettando?", parlò Yoongi con tono quasi autoritario, "Senti. Voi non siete soltanto amici, questo lo capisci vero? E per Taehyung è sicuramente lo stesso, credimi. I vostri occhi parlano più di ogni altra cosa, e vuoi sapere cosa vedo? Occhi innamorati. Da anni, Jimin. Li vedo dalle superiori e non ho mai smesso di credere in voi. Quindi, perfavore, smettetela di comportarvi da bambini e prendete in mano le redini della vostra vita. So che potreste sentirvi strani, cambiati, ma non c'è nulla di male nell'amarsi. Non c'è nulla di male nell'amare una persona del proprio sesso. Non rovinatevi così, Jimin, non ora che i vostri cuori hanno trovato la via giusta."

E Jimin cominciò a piangere. Un pianto liberatorio, fatto di lacrime rimaste per fin troppi giorni racchiuse nei suoi occhi scuri. Pianse per una ventina di minuti, il capo poggiato sul petto magro di Yoongi, la mente sempre e comunque indirizzata a pensare alla figura di Taehyung, alle sue labbra rosse, al suo viso perfetto. Yoongi accarezzò i suoi capelli biondi, per tranquillizzarlo. Jimin quella sera si addormentò a fianco del suo amico, le braccia che stringevano il corpo del suo hyung nello stesso modo in cui stringevano sempre quello più robusto di Taehyung. Il biondo stava pensando a lui, ancora una volta.

Blue&Grey| vminUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum