14. Let it snow

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Snow Flower - Kim Taehyung

"Jimin-ie!"

Il biondino affondò le proprie mani ricoperte dai guanti nella neve fredda. Era quasi l'una di pomeriggio e per tutta la mattinata lui e Taehyung erano rimasti come su sua richiesta abbracciati nel letto del più piccolo, noncuranti del resto del mondo. Entrambi desideravano passare più tempo assieme e quello era davvero il momento più adatto. Gli allenamenti di danza di Jimin in quel periodo si erano duplicati, il suo insegnante gli propose persino di affiancarlo durante le lezioni con i ballerini più piccoli e giovani; subito Jimin non capì, ma quando Min-ho gli offrì così su due piedi quel nuovo lavoro, lui non riuscì a crederci. Avrebbe prima seguito tutte le lezioni insieme a lui, i ragazzini appena entrati nella scuola erano tanti e a volte il suo hyung non riusciva a seguire tutti contemporaneamente. Jimin sarebbe stato pagato, e anche bene; ma il biondo sarebbe riuscito a seguire sia la danza, sia il suo piccolo lavoretto al ristorante di Seokjin? Avrebbe avuto ancora tempo da dedicare a sé stesso, ai suoi amici, a Taehyung?

"Jimin!", ripeté a voce alta Namjoon dalla porta finestra del balcone, "Il pranzo è pronto!"

Il diretto interessato alzò il capo verso l'alto e si portò una mano davanti agli occhi, per coprirsi dalla luce del sole. Il suo sguardo captò la piccola figura del suo hyung sul balcone e, d'istinto, sorrise.

"Ancora qualche secondo!"

Alla vista di quel ragazzo piccolo e gracile infagottato dal suo stesso giubbino, Namjoon scosse la testa. Possibile che a ventisei anni compiuti Jimin giocasse ancora con la neve? Per di più, da solo?

"Fai in fretta-", gli urlò il castano, "- o io e Taehyung ci mangeremo tutto il ramen!"

Jimin gonfiò le guance, non avendo altra scelta. Amava la neve, da sempre. Gli ricordava sua madre, i tempi che passava assieme alla sua famiglia completa in montagna, con gli slittini. Il ricordo della madre e dei suoi soliti pupazzi di neve che amava creare si rifece vivo in lui, ma Jimin lo eliminò quasi subito dalla sua mente. Non voleva dimenticare, ma ogni volta che ricordava tutti quei bellissimi momenti sentiva qualcosa spezzarsi dentro di lui, e il suo cuore non avrebbe resistito ancora per molto. Aveva già fin troppe crepe, non sarebbe sopravvissuto di nuovo .

Namjoon chiuse la porta finestra e ritornò in cucina sfregandosi le mani un po' fredde sui pantaloni felpati della tuta per scaldarsele, sedendosi nel mentre a tavola al fianco di Taehyung.

"Non è un po' cresciuto per fare i pupazzi di neve?", domandò il castano, trattenendo un sorriso. Jimin, a volte, sembrava ancora essere un bambino.

Lo pensava in senso buono, senza cattiveria, quel ragazzo non avrebbe mai fatto male nemmeno ad una mosca, lo sapevano tutti. Alcuni se ne approfittavano perfino ma, in quella casa, tutti i ragazzi lo trattavano come fosse prezioso. Perché Jimin lo era. Aiutava sempre tutti, dava tutto quello che poteva a chiunque pur sapendo di non averne abbastanza nemmeno per lui. Era un ragazzo molto speciale, Namjoon non avrebbe mai smesso di ripeterlo.

Una forte morsa allo stomaco colpì Taehyung. Deglutì, angosciato. "La neve gli ricorda sua madre, hyung.", rispose, sapendo quanto ancora Jimin stesse soffrendo, in silenzio. Taehyung odiava sentirsi inutile non poter fare nulla.

Il maggiore rimase a corto di parole. Sapeva di non essere al corrente di moltissime cose riguardo a Jimin, di non sapere tutti i dettagli della sua vita come Taehyung, essendo il suo migliore amico, ma tutto si sarebbe aspettato tranne quello. Namjoon ricordava ancora il periodo buio che Jimin passò gli anni precedenti, non sarebbe mai riuscito a scordare l'immagine di quel ragazzo seduto nei sedili in fondo all'autobus con il capo sempre poggiato contro al finestrino freddo e lo sguardo vitreo fisso sulla strada.

Blue&Grey| vminOnde histórias criam vida. Descubra agora