XXVII.

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"Ali, ci dici cosa ti passa per la testa?" domandò Anna con una certa preoccupazione nella voce. Dopo aver mangiato il gelato e chiacchierato per un po', si erano messe a giocare a Game of Life ma nonostante fosse il turno di Alice, quest'ultima sembrava talmente incantata da non essersene resa conto.

"No, niente" rispose lei cercando di scuotersi dai suoi pensieri.

"Vuota il sacco" disse Clara con tono gentile ma deciso al tempo stesso.

"Oggi io e Matteo facciamo un mese insieme" commentò con un filo di voce.

"Ma che bella cosa!" esultò Sofia, "perché quella faccia lunga?"

"Perché non si è ancora fatto vivo... cioè, magari ne sto facendo una cosa troppo grande io... forse non è una cosa da festeggiare come tante altre ricorrenze... In fondo è solo un mese"

"Mese o non mese se tu ci tieni è importante!" ribatté Clara con tono fermo.

"E se lui non organizza nulla puoi fare tu!" aggiunse Anna, "In fondo, dopo la sorpresa di ieri cosa ti fa più paura?"

"Perché hanno sempre ragione?" si domandò Alice tra sé e sé dopo averle ascoltate. Se ci teneva davvero non doveva aspettare che fosse lui a prendere l'iniziativa solo per una questione di principio. Nonostante la spaventasse fare il primo passo, si era già messa in gioco più di una volta e quindi aggiungerne un'altra all'elenco non sarebbe stato un problema. Decisa a lanciarsi, prese quindi in mano il telefono, compose il numero di Matteo e lo chiamò. "Basta con i messaggi" si era detta, "se voglio una risposta immediata l'unico modo è fargli uno squillo". Il telefono suonava libero, ma Matteo non rispondeva. Quando ormai Alice stava per buttare giù, sentì una voce affannata dall'altro capo.

"Pronto?"

"Scusa ti ho svegliato?"

"Ma va, figurati. Stavo lavorando a una cosa in garage e avevo le mani impegnate."

"Ah, ok". Alice era un po' delusa da questa notizia. Era davvero così importante quello che stava facendo da non poterle rispondere a un messaggio per tutta la mattina?

"Avevi bisogno di qualcosa?"

"No, nulla di particolare in realtà. Volevo solo sapere se avevi in programma qualcosa per oggi?"

"Mah, veramente no. Pensavo di riposarmi un po', dato che nei prossimi giorni dovrò ricominciare a studiare. Tu invece?"

"Neanche io ho grandi piani in realtà" rispose Alice. La conversazione non stava andando da nessuna parte e di questo passo sarebbero rimasti ognuno a casa propria a girarsi i pollici. Era ora di un'azione di forza.

"Ti va se stasera facciamo qualcosa insieme? Magari vengo io da te questa volta, mangiamo qualcosa, facciamo un giro, guardiamo un film... quello che preferisci!"

"Mah, non so se sia una buona idea che tu venga qui da me... C'è sempre una grande confusione con i miei fratelli e tutto il resto..."

"Guarda che non mi dispiacerebbe per nulla conoscere la tua famiglia. In fondo non possono essere peggio della mia, no?"

Per qualche secondo dall'altro lato della linea si sentì solo del silenzio. Ad Alice non sembrava di aver chiesto niente di ché, ma per qualche motivo Matteo sembrava riluttante a farla andare a casa sua. In effetti, ora che ci pensava non aveva mai nominato più di tanto né i suoi né i fratelli e questo era piuttosto strano. Conosceva tante cose di lui ma quello che riguardava la sua famiglia era piuttosto oscuro.

"Ti faccio sapere, va bene?" disse lui lasciandosi così la porta aperta.

"Ok. Non volevo metterti a disagio... Se non ti va fa lo stesso... Per me l'importante sarebbe solo passare del tempo insieme oggi" e la parola oggi fu pronunciata con una certa enfasi, più o meno volontariamente.

Una Principessa (o quasi) Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz