I.

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"Smettila di fare la fifona e datti una mossa" incitò Clara, tirando Alice per la punta della camicia. "Non puoi passare tutta la serata seduta su quella sedia nell'angolo. Le feste sono fatte per divertirsi!".

Le principesse (così chiamavano il loro gruppo Alice e le sue amiche essendo cresciute a pane e film Disney) si trovavano a una festa in campagna organizzata da un amico di un amico di Sofia. Anche se quello non era il suo habitat naturale, Alice si era fatta convincere dalle altre a partecipare. "Ti divertirai" le aveva detto sua mamma quando le aveva chiesto il permesso per andare alla festa. E così trascinata da una parte e spinta dall'altra si era ritrovata in mezzo a un branco di sconosciuti che ballavano a ritmo di musica assordante e bevevano drink come fossero succo di frutta. Aveva deciso di indossare un paio di shorts a vita alta e una camicetta a pois un po' scollata e annodata in vita con un paio di sneakers, un look leggermente più impegnato rispetto al suo solito ma che la faceva comunque sentire a suo agio. I capelli erano legati in una treccia laterale con cui non smetteva di giocherellare per l'agitazione. Non è che non le piacesse ballare, ma sapeva di essere un manico di scopa e aveva il terrore di fare una figuraccia.

"Va bene, va bene! Ma per buttarmi in pista ho bisogno di bere prima qualcosa" rispose Alice, sperando così di far smettere le insistenze di Clara.

"Mojito per tutte!" arrivò urlando Sofia, tentando di far sentire la propria voce sopra il costante rimbombo della musica. "Ora non hai più scuse e ti tocca venire con noi in pista!".

"Ma... Veramente... Anna non è in pista!" tentò di sviare l'attenzione da sé Alice, cercando di spostarla sul l'amica.

"Tranquilla che ora ci raggiunge" le risposero in coro le altre due, prendendola ciascuna per un braccio e impedendole così di darsi alla fuga.

La pista da ballo era affollata, piena di sconosciuti sudati e saltellanti che si spintonavano e dimenavano a suon di musica. Quella situazione sembrava assolutamente surreale, ma non si sa bene come cominciava a piacerle. Il volume così alto, l'alcol che cominciava a fare effetto e la compagnia delle sue migliori amiche la facevano sentire stranamente rilassata, permettendole di staccare la testa dai problemi di ogni giorno. Tutte e tre si muovevano a ritmo di musica, o per lo meno ci provavano, ma quello non era l'importante. Si stavano godendo i loro diciott'anni e nessuno gli avrebbe potuto portar via quel momento.

"Hey, fai attenzione!" esclamò Alice quando un ragazzo le andò addosso, spingendola tra le braccia di Clara.

"Scusami, ho perso l'equilibrio" le rispose lui passandosi una mano tra i capelli con aria imbarazzata. Era alto forse un metro e ottanta, con capelli castani e occhi azzurri. Alice si soffermò solo un secondo su quegli occhi così espressivi e quel sorriso amichevole, prima di abbassare lo sguardo e rispondere con un sussurrato "Tranquillo" per poi tornare alle sue amiche.

"È carino" disse Anna comparendo quasi dal nulla sulla pista da ballo, "gli hai chiesto come si chiama?". "Perché avrei dovuto farlo?" rispose Alice con aria scocciata che in realtà nascondeva un grande imbarazzo. "Perché sì!" la presero in giro le altre in coro.

"Beh, ormai è andata così... Ci penseremo un'altra volta".

"Fai un po' come ti pare, ma secondo me era carino" sbuffò Clara prima di lasciar perdere il discorso e cominciare a ballare.

Dopo quella che le sembrò un'infinità di tempo, Alice decise di prendersi una pausa dalla confusione e dalla musica per riposare un attimo i piedi doloranti. "Fortuna che non mi sono messa i tacchi" pensò mentre si dirigeva verso l'uscita. Fuori l'aria era fresca e l'atmosfera rilassata faceva sembrare di essere entrati in un altro universo. Fece due passi avanti per vedere se ci fosse un posto in cui sedersi e adocchiò immediatamente una cassa di legno; non sarebbe stata sicuramente la seduta più comoda del mondo ma per il momento poteva andare. Concentrata nel raggiungere il suo obiettivo (i piedi ormai le urlavano pietà) non si accorse di una buca nel terreno e perse l'equilibrio. Invece di finire a terra lunga e stesa però atterrò dritta dritta su un ragazzo che le stava passando di fianco. "Ecco, la solita imbranata" si rimproverò mentre si immaginava già la figuraccia che stava per fare.

Una Principessa (o quasi) Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu