62. Should've done something but I've done it enough

Começar do início
                                    

Non conosceva moltissimo di quella ragazza e non avrebbe saputo distinguere quello che amava da quello che detestava, ma conosceva perfettamente il suo ruolo: quello di distrarlo dalla sua solitudine, non certo quello di colmarla.

Estelle invece gli aveva fatto conoscere uno strano tipo di solitudine: quella in cui sentiva che solo lui l'avrebbe amata e conosciuta in quel modo.
Sangue, calore, luce e rumore della sua vita, su cui questa si tesseva e ne ricamava i palpiti.
Era difficile parlare di lei ma allo stesso tempo era istintivo come le dita quando scorrevano sulle corde della chitarra.

A Estelle piacevano i grattini sulla schiena e i baci nella parte interna dei polsi, e dormire abbracciati per sentire l'addome di Harry contro la sua schiena, mentre lui la stringeva come per evitare che volasse via durante la notte.

Adorava che quando le faceva del sesso orale partisse a baciarla dal malleolo interno, e allora la vedeva contorcersi già prima di arrivare al ginocchio.
Solitamente le faceva i grattini mentre era nuda a pancia sotto e aveva le natiche coperte dal solo lenzuolo, e doveva sempre spostarle quella montagna di capelli di lato, per farsi spazio coi polpastrelli lungo la schiena.
I grattini erano una faccenda noiosissima per tutti gli uomini per antonomasia, ma lui ne aveva riscoperto i lati piacevoli, perché sapeva che percorrendo i suoi nei verso il basso come se fossero piccole oasi sulla via della seta sarebbe arrivato a scoprirle i glutei, e a quel punto quella fase sarebbe irrimediabilmente finita e lei non avrebbe saputo dire di no.

A Estelle piacevano i parchi divertimento che lui detestava cordialmente, andava pazza per il Martini Dry e a volte univa le due cose a andava sulle giostre ubriaca, roba che lui avrebbe vomitato l'anima anche senza il Martini. Era tipa da oliva nel vermouth e non da fettina di limone, ma i suoi sorrisi più belli li aveva visti quando davanti ad un tramonto aveva la bocca piena di caramelle gommose e qualche lentiggine che sbucava fuori dopo aver preso qualche timido raggio solare. Era veramente pessima a cucinare, ma a volte accendeva il camino a etanolo della sua casa di Londra solo per sciogliersi i marshmallows e metterli nella cioccolata.

Le piaceva il sesso in piedi contro il muro e quello lento davanti al camino, odiava i reggiseni e amava i vestiti leggeri, gli rubava la gomma quando lo baciava e metteva sempre i piedi sul cruscotto durante i viaggi lunghi in macchina. Le gambe sempre nude e le mani costantemente gelate, e se mangiava le fragole si riempiva di chiazze rosse ma lei se ne fregava ampiamente e le mangiava lo stesso.

Però lavava i piatti completamente nuda e qualche volta l'aveva trovata immersa in uno dei suoi libroni sulla British invasion per poi sparare a tutto volume qualche vinile dei The Kinks, e poi gli gettava le braccia al collo per ballare insieme a lui, lei che aveva passato un'infanzia a pane e Cliff Richard mentre possedeva un'anima decisamente più vicina a quella della chitarra elettrica.

Estelle era una creatura contemplativa e solitaria, taciturna e assorta e allo stesso tempo energica e piena di vita, e ondeggiava tra il suo essere rarefatta e distante nel suo mondo ideale, quasi eterea, a momenti in cui irradiava effervescenza e catalizzava le attenzioni su di sé, e il resto del mondo poteva solamente fermarsi a osservarla.
Se non fosse stata bella come un tramonto estivo sarebbe stata comunque una creatura meravigliosa, e al di là del sesso e di tutte le sue evidenti contraddizioni, al di là dei suoi limiti, dei suoi traumi e le sue fragilità, quando si lasciava andare era un vortice di energia positiva era impossibile non sentirsene risucchiati.

Lemon era decisamente un altro paio di maniche. Lei era semplicemente perfetta perché la perfezione era la sua ambizione e l'unico ideale a cui la sua intera vita era votata e dedicata: mai una parola fuori posto, impeccabile al punto che si chiedeva se l'avesse mai vista senza trucco, e mentre la guardava pensava che probabilmente avrebbe sposato un plurimiliardario come Channing Reder e avrebbero passato le giornate a bordo piscina, in due piscine diverse ognuno con il proprio amante, e nei loro cocktail ci sarebbe stato dello Xanax al posto dell'oliva, mentre uno stuolo di babysitter era intento a crescergli un numero considerevole di figli perfetti e con carenze affettive notevoli.

𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒚𝒐𝒖 𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒎𝒆Onde histórias criam vida. Descubra agora