Capitolo 20

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...il vetro si sta ritraendo e io sono in piedi nell'arena. È come se ci fosse qualcosa che non va nei miei occhi. Il terreno è troppo luminoso e scintillante e continua a muoversi. Mi guardo i piedi con gli occhi semichiusi e vedo che la piastra di metallo è circondata da onde blu che mi sfiorano gli scarponi. Alzo lentamente lo sguardo e osservo l'acqua che si estende in ogni direzione.
Riesco a formulare un unico pensiero coerente.

Questo non è il posto giusto per una ragazza di fuoco.

Raggiungo la striscia di sabbia e riesco, non senza un certo sforzo, ad issarmi su di essa. Comincio a correre più veloce che posso, sgocciolando acqua dappertutto, e cerco di raggiungere la cornucopia. Devo riuscire a recuperare almeno un'arma, e poi devo andare a cercare Peeta. Devo farlo prima che qualcuno possa provare ad ucciderci.
Ma quel qualcuno sembra essere già alle mie spalle.
Ansimo, cercando di velocizzare la mia corsa; i passi di chi mi sta dietro sono forti e veloci. Mi prenderà, se non arrivo in tempo alla cornucopia. Mancano pochi metri, solo pochi metri...
C'è già Finnick, davanti all'imboccatura del corno dorato. Ovvio che sia stato il primo di tutti noi a raggiungere le armi: quest'arena sembra essere fatta apposta per lui. Acqua e sabbia. Finnick è nel suo elemento, essendo nato e cresciuto in un posto che è pieno di acqua e sabbia. Questo non è il mio elemento, invece. Vedo il tridente che stringe nella mano, quello che solleva sopra la testa e che si prepara a lanciare nella mia direzione...
Non provo nemmeno a fermarmi davanti al suo gesto. Che senso ha? Sono più che spacciata, messa alle strette da Finnick e dal tributo che mi sta ancora inseguendo. Sono spacciata... e lo sono prima ancora che cominci il bagno di sangue vero e proprio.
- Sta giù! – mi urla Finnick. Sembra un ordine, il suo, e faccio l'unica cosa che non mi sarei mai aspettata di fare: obbedisco.
Seguo il consiglio di Finnick e mi abbasso, mi appiattisco come posso sulla sabbia, creando una specie di solco mentre scivolo su di essa. Il tridente passa sopra la mia testa con un sibilo, si va a conficcare contro qualcosa. Quel qualcosa, scopro risollevando la testa, è il petto del tributo del Distretto 5: era lui, l'uomo che mi stava inseguendo. Il tridente lo ha colpito dritto al cuore. Il cannone spara quando il sangue non ha ancora cominciato a sgorgare dalla ferita.
Finnick si avvicina per riprendere l'arma, che lascia il corpo dell'uomo con un suono viscido e disgustoso, e mi aiuta a rimettermi in piedi. Posa con gentilezza le sue mani sulle mie braccia. – Stai bene? – mi chiede.
Annuisco, ansimando. Finnick mi ha appena salvato la vita. – Perché l'hai fatto? – gli chiedo.
Sorride, sornione come al suo solito. - Proteggo sempre i miei alleati.
- Alleati? – la mia deve sembrare una strana domanda, alle sue orecchie. Siamo alleati? E da quando? Con Haymitch non abbiamo più intavolato il discorso delle alleanze dalla sera delle sessioni private.
Finnick alza la mano che impugna il tridente, mostrando il braccialetto d'oro che è stretto al suo polso. Lo riconosco: è il bracciale di Haymitch, quello a motivi fiammeggianti che gli ha rimediato Effie e che sembrava odiare così tanto. Gliel'ha dato lui, per forza; Finnick non può averlo ricevuto da nessun altro, se non da Haymitch in persona. È un messaggio per me: devo fidarmi. Devo fidarmi del suo giudizio, e di Finnick.
Mi ha trovato un alleato.
- Prendi un arco, Katniss, svelta! Io sorveglio questo lato – esclama, allontanandosi rapidamente. – Non fidarti di quelli dell'1 e del 2 – aggiunge.
- Come se volessi farlo davvero! – urlo.
Faccio come mi ha detto e raggiungo la bocca del corno. Metto una faretra in spalla e libero un arco, e nel mentre getto attorno a me occhiate frenetiche. Cerco qualcosa che possa tornarci utile per l'arena: cibo, acqua, almeno uno degli zaini che lasciano sempre sparpagliati in giro, ma non c'è nulla di tutto questo. Ci sono solo armi, armi all'infinito. Sembra che gli Strateghi abbiano deciso che le armi siano la sola cosa di cui avremo bisogno, qui dentro. Niente cibo, niente acqua, ma armi a volontà. Armi per una carneficina. Decido di prendere altre frecce e un altro arco, dei coltelli, un punteruolo...
Dei passi che si avvicinano veloci mi inducono a fermarmi. Quando mi volto, vedo Gloss ed Enobaria che cercano di raggiungere la cornucopia. Lancio una freccia verso la donna, ma lei la schiva agilmente e si rituffa in acqua; Gloss, invece, è meno rapido di lei e ne riceve una sul tallone prima di raggiungerla in acqua. Avrei voluto prendere altro, di lui, ma è comunque una piccola rivincita per ciò che mi ha fatto. Per ciò che voleva fare a chi amo.
- Dobbiamo cercare Peeta – dico in fretta quando raggiungo Finnick. Poco lontano da noi, vedo Brutus correre. Gli lancio una freccia ma lui la schiva usando la cintura come scudo, che tiene tesa tra le mani, prima di rituffarsi.
- Da questa parte! – esclama Finnick. Ci spostiamo in fretta, salendo su uno dei raggi di sabbia che partono dalla cornucopia. A parte i Favoriti, che si sono ormai riuniti insieme attorno alle armi, gli altri tributi sono ancora sulle loro postazioni di metallo, o sono in acqua e cercano di raggiungere a fatica la terraferma. Vedo Peeta, a due raggi di distanza, che corre per raggiungerci.
- Ecco anche Mags! – dice Finnick sollevato. Seguo il suo sguardo e vedo l'anziana signora, compagna di Finnick nell'arena, che nuota lentamente verso di noi. Mags, il tributo che avrei voluto come alleato sin dall'inizio... possibile che Haymitch abbia fatto in modo di farglielo sapere? È più che evidente, a questo punto.
Riusciamo a riunirci, tutti e quattro, prima ancora che il resto dei tributi possa puntarci contro le proprie armi. Finnick aiuta Mags a salire sulla striscia di sabbia, e Peeta mi stringe forte in un abbraccio. Quasi gli salto in braccio, nel tentativo di baciarlo. È vivo, è qui con me. Il mio cuore è diventato improvvisamente più leggero, adesso che siamo riuniti. Siamo ancora vivi... ma non è ancora detta l'ultima parola.
- Abbiamo degli alleati? – mi chiede quando smette di baciarmi.
Faccio in tempo solo ad annuire, che Finnick ci richiama. – Dobbiamo andare, presto! Vi coccolerete più tardi.
Lancio uno sguardo seccato verso Peeta, che ridacchia a labbra strette, e poi lo seguo. Finnick si è caricato Mags sulla schiena e percorre la striscia di sabbia a rotta di collo, in direzione opposta rispetto alla cornucopia. Mentre corriamo, lancio un'occhiata alle mie spalle e osservo ciò che ci stiamo lasciando indietro: i Favoriti che cominciano a sfidare gli altri tributi. L'unica cosa a cui riesco a pensare, sollevata, è che sembrano averci dimenticati. Nessuno ci insegue, nessuno prova a fermarci. Nessuno presta attenzione alle quattro persone che stanno abbandonando il bagno di sangue. Abbiamo appena raggiunto una sorta di spiaggia quando il cannone spara di nuovo.
Ci inoltriamo nel folto della vegetazione.

Nel silenzio della notte (In The Still Of The Night)Où les histoires vivent. Découvrez maintenant