Capitolo 19

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In the still of the night
I heald you
Heald you tight

Restiamo sulla terrazza fino all'ora di andare a letto e poi sgattaioliamo in silenzio in camera mia senza incontrare nessuno. Cerchiamo di godere della compagnia reciproca per tutta la notte, anche se dormiamo soltanto. Restiamo insieme fino al mattino, fino a che non vengono a svegliarci per i preparativi dell'intervista.
L'intervista: oggi non sarà una giornata di riposo.
Peeta mi saluta con un bacio frettoloso prima di lasciarmi, ancora assonnata e rintronata, per andare dal suo staff. Io resto col mio, che sembra avere tutte le intenzioni di sciogliersi in lacrime come il giorno della sfilata. So che Cinna ha parlato loro, ma non deve essere stato molto convincente se questo è il solo risultato che è riuscito ad ottenere.
Mentre la mattina avanza, tra un trattamento ed un singhiozzo, scopro che hanno in effetti delle regole da seguire. Lo scopro quando Octavia scoppia in lacrime, incapace di trattenersi ulteriormente, ed è costretta a fuggire dalla mia camera. Quindi, chi piange deve abbandonare il lavoro che sta facendo su di me: un po' troppo drastico, per i miei gusti, ma almeno risulta efficace.
Flavius riesce a resistere un altro paio d'ore prima di defilarsi, lasciando il suo lavoro a metà. Rimane solo Venia, che risoluta porta a termine anche il lavoro dei suoi colleghi. Trucco, unghie e capelli: quando ha finito, le mie guance sono tinte di un tenue rosa, il rosa di chi gode di una buona salute, ho gli occhi truccati leggermente e le palpebre che brillano, grazie alla polvere piena di glitter che ha utilizzato, e le labbra fucsia, ma non è il fucsia acceso che vedo sempre addosso a Effie. È un fucsia freddo, simile alla tinta che rimane sulle labbra quando mangi troppe bacche. È un fucsia che, a suo dire, enfatizza il colore dei miei occhi e dei miei capelli.
Venia mi lascia, anche lei ridotta in lacrime, quando Cinna arriva a controllare il punto della situazione. È già pomeriggio inoltrato.
- Devi scusarli, Katniss. Sono davvero tristi per ciò che accadrà domani – dice Cinna, pacato come al solito.
- Non fa niente – sussurro, stringendomi nell'accappatoio bianco. Sono triste anch'io per ciò che accadrà domani. Ma finché tengo gli Hunger Games reclusi in un remoto angolino del mio cervello va tutto bene, e posso continuare ad affrontare il resto delle ore che mancano all'inizio della serata. – Quello è il mio vestito? – chiedo, indicando la grande borsa che ha in mano.
Cinna annuisce. – Prima, però, finiamo di sistemare i capelli.
Mi fa di nuovo sedere ed inizia ad intrecciare i capelli, ricreando l'acconciatura a corona che avevo sfoggiato mesi fa durante il Tour della Vittoria. Tante trecce, e tutte che ruotano attorno alla testa. Peeta sarà felice, all'idea di poterle sciogliere tutte quante. Deve solo attendere qualche ora.
Quando è soddisfatto della sua opera, Cinna apre il borsone e mi rivela il suo contenuto. Riconosco dalla stoffa bianca ricamata a motivi dorati uno degli abiti da sposa che indossai durante il mio servizio fotografico, quello con abbinata la mantella... ed infatti, dopo aver steso per bene l'abito sul materasso, il mio stilista preferito recupera anche quella dai meandri della borsa. La stende, eliminando ogni grinza dal tessuto.
- È l'abito che hanno scelto per me? – domando, avvicinandomi al letto. Sfioro i motivi delicati di cui è interamente fatta la mantella: è fatta di un tessuto così leggero e trasparente che ho quasi paura di strapparla.
- Veramente no, hanno scelto l'abito di perle – mi spiega. – Ma è un abito molto aderente, e ho pensato che questo sarebbe stato più appropriato per la tua nuova figura – ecco un altro modo carino per indicare una gravidanza! – Il presidente Snow ha approvato senza problemi il cambio d'abito.
- Addirittura? Il presidente?
- Lui vuole che indossi un abito nuziale per l'intervista. È stata una sua richiesta inderogabile, a cui ci siamo opposti naturalmente, ma non abbiamo ottenuto grandi risultati.
- Ah – fiato.
Osservo il vestito, pensierosa. Chissà cosa è passato nella testa di quell'uomo per volere che indossassi quest'abito, o un abito da sposa in generale, per la mia ultima intervista. Chissà cosa vuole ottenere, nel vedermi in abito bianco. Chissà cosa penseranno tutti quanti, vedendomi in abito bianco. Pensavo che non mi sarei mai vista nemmeno io, in abito bianco. Mi sono sposata nuda, d'altronde... Questo ricordo mi fa sorridere.
- Beh – dico a Cinna, ricordando anche ciò che ho pensato la sera in cui mostrarono il mio servizio fotografico alla televisione, - almeno avrò un bel vestito.
- Indossiamolo, allora – mi invita lui.
Come la sera della sfilata, mi sfila l'accappatoio con gentilezza ed estrema delicatezza, e con altrettanta delicatezza mi fa scivolare il vestito sul corpo. Non conosco il nome di questo tessuto, ma è fresco e leggero sulla mia pelle nuda. Lascia le braccia e la schiena scoperte, se non fosse per i fili di perle dorati che si intrecciano in una rete. La gonna è così morbida che si posa come un velo sul mio corpo, e ne accentua la curva del ventre. Capisco cosa voleva dire Cinna: questo è un abito fatto apposta per esaltare la figura di una donna incinta.
Infilo i sandali, anch'essi dorati. Cinna sistema la mantella sulle mie spalle e me la lega intorno al collo grazie ad un nastro di raso bianco e brillante. Il leggerissimo pizzo mi avvolge completamente, come una protezione aggiuntiva. Preserva ciò che c'è sotto. È bellissimo.
Devo averlo detto ad alta voce perché Cinna mi risponde con un: - È proprio fatto apposta per te. Risplendi, grazie a quest'abito.
Il tocco finale è un cerchietto di fiori bianchi, veri, impreziositi da piccoli cristalli anch'essi bianchi. Lo sistema sui miei capelli nascondendo il filo di metallo che tiene insieme fiori e cristalli, e sfila alcune ciocche dall'acconciatura affinché ricadano morbide ai lati del mio viso. Quando mi fa voltare verso lo specchio, sono sorpresa da ciò che vedo.
Se la sera della sfilata ero una dea della guerra, stasera assomiglio ad una fata dei boschi, una di quelle che da piccola sentivo raccontare nelle favole. Tutto, dai fiori del cerchietto a quelli ricamati sulla mantella, me la ricordano. Sembro una creatura che non esiste, eccetto che nei sogni dei bambini.
- Alcune leggende parlano di una figura che è la madre di ogni cosa, sulla terra. La chiamano "Madre Natura" – mi dice Cinna, prendendo nella sua una delle mie mani; l'altra, in una carezza delicata, sfiora la mia pancia. – Stasera ti ho trasformato nella mia versione personale di Madre Natura.
Ho gli occhi gonfi di lacrime quando mi volto per guardarlo. Sorrido.
Cinna mi tampona gli occhi con un fazzolettino per salvare il trucco. – Sei pronta ad andare?
Ad attenderci fuori, accanto agli ascensori, ci sono già riuniti Haymitch, Effie, Portia e Peeta. Effie sgrana gli occhi e porta le mani alla bocca quando mi vede arrivare, con Cinna che tiene sollevata la mantella per evitare che si sporchi subito. Haymitch annuisce, osservandomi. Portia sorride.
Peeta, invece, è senza parole. Anche lui è vestito di bianco, ma il suo è uno smoking, il classico abito degli sposi di Capitol City, ed è sicuramente più comodo di qualsiasi altro abito da sposa esistente. I gemelli e gli orli della giaccia hanno dei dettagli dorati, e la camicia ha gli stessi ricami del mio abito.
Abbinati, di nuovo. Il tocco distintivo che Cinna e Portia hanno donato a noi come coppia.
- Wow – è tutto ciò che dice Peeta, avvicinandosi. Mi prende le mani e le stringe forte, mentre bacia dolcemente la mia guancia. – Sei bellissima.
- Anche tu – mormoro. Arrossisco, aggiungendo altro rosa sulle guance già colorite dal trucco.
- Bene, sposini. Andiamo a prendere parte allo show – Haymitch rovina l'atmosfera che si è creata attorno a noi.
Alzo gli occhi al cielo e Peeta ride, guidandomi fin dentro l'ascensore.

Nel silenzio della notte (In The Still Of The Night)Where stories live. Discover now