14. Da oggi sono una stronza

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Mi avvicino per inserire una mano tra questi e spostarli dalla sua fronte e, nel fare ciò, lascio una carezza sul suo capo per poi scendere sulla guancia. Sembra un bambino, così tenero e indifeso, un po' come mi sento io quando lui non è nei paraggi. Ma questo forse é meglio non dirglielo, altrimenti conoscendolo si monta la testa.

<<Non so che cosa ho fatto per meritarti ma mi sento la persona più fortunata del mondo>>
Ecco questo glielo posso concedere, tanto in fondo ne è già consapevole.

Una mano ferma la mia stringendo il polso in una presa stretta che mi porta ad avvicinarmi a lui mentre le palpebre si dischiudono lentamente mostrandomi un paio di occhi chiari.
Mi fissa qualche secondo e poi mi regala un sorriso. Afferra la mia mano e la porta vicino alle sue labbra per depositarvi un piccolo bacio.
<<Ti sbagli Vanessa, tra i due qua sono io quello fortunato>> mi sussurra di rimando con voce roca e le pupille che noto si spostano dai miei alle mie labbra. <<Sei sveglio>> dico a bassa voce allontanando la mano dal suo viso.

<<Sono sveglio>> mi fa eco lui mentre le sue labbra si dischiudono in un sorriso e lui cerca di trattenere una risata. <<Perché ridi, cretino?>> chiedo curiosa corrucciando il viso in una smorfia.

<<Non eri tu quella fortunata che non mi merita? Adesso mi insulti anche? Comincio a concordare con te, non mi meriti>>

Mi stacco dalla sua presa e gli lascio un leggero schiaffetto sul petto, innocuo questa volta, anche se penso di essermi fatta più male io di lui. <<Ouch!>> esclama fintamente portandosi una mano al petto e fingendo una smorfia di dolore <<Mi hai davvero fatto male Nessa! Sei crudele!>>.

<<Che fai? Mi prendi in giro? Torno a Milano, prendo i miei guantoni e ti distruggo il naso>>

<<Oddio non mi far ricordare quell'orrore!>> ride lui.

<<Paura per il tuo naso, soldato?>> domando.

<<Più che altro per i miei poveri occhi>>.

Faccio una smorfia oltraggiata. Poi, però, mi ricordo da dove tutto questo è cominciato e riformulo la mia domanda iniziale <<Allora? Non me lo dici perché stavi ridendo?>> faccio il labbruccio per suscitare compassione e costringerlo a svuotare il sacco.

<<Tu hai detto "Sei sveglio" vedendo che avevo aperto gli occhi ma, se devo essere sincero, appena sveglio ho pensato di essere morto ed essere volato in paradiso>> Mi spiega.

<<Ed io cos'ero? La morte nera?>>

<<No, tu eri l'angelo>> sussurra mentre allunga la mano per lasciarmi una carezza sul viso, mano sulla quale appoggio il viso facendomi coccolare. Sorrido <<Questa sarebbe dovuta essere una sorpresa per te, non per me>>

<<Io penso che, infondo, ci abbiamo guadagnato entrambi >> mi corregge immediatamente <<E poi, per carità Nessa mi fa piacere che tu mi abbia riservato questo risveglio, ma ti vedo praticamente tutti i giorni, non so fino a che punto questa sia una sorpresa>>

<<Non mi sottovalutare>> lo metto in guardia alzando l'indice. Detto questo mi sottraggo, a malincuore, dalle sue carezze. Mi alzo dal letto e mi dirigo verso il mobiletto dove ho lasciato anticipatamente il vassoio. Lo afferro e faccio retro front in direzione di Mattia che mi guarda stupito. <<Non ci credo>> sorride passandosi una mano tra i capelli e mettendosi seduto, appoggiando la schiena alla testata del letto. <<Da che ora sei sveglia esattamente?>>

<<Questo meglio non dirlo>> rispondo appoggiando il vassoio e prendendo posto accanto a lui.

<<Ansia?>> mi domanda prendendo la tazzina con il suo caffè.

(Re)TurningWhere stories live. Discover now