Lo sarebbe ancora di più se Sung-woon non venisse, si disse anche, ma decise di non specificarlo.

"Taehyung.", lo chiamò il castano poco dopo, "Jimin prima mi ha parlato molto di te e della tua arte, mi piacerebbe darci un'occhiata qualche volta."

Taehyung si voltò subito verso il biondino che, imbarazzato, abbassò lo sguardo trattenendo un sorriso.

Il moro annuì, contento. "Certo, hyung, quando vuoi.", sorrise, "Grazie di tutto, ci vediamo."

I due ragazzi salutarono anche Sung-woon con un semplice cenno di capo e aspettarono che l'auto se ne andasse, poi rimasero fermi sul marciapiede.

Anche se oramai era buio pesto e l'unica luce che c'era era quella di una luna ricoperta dalle nuvole e quella di un lampione poco più in là di casa loro, Taehyung riuscì comunque a perdersi con lo sguardo negli occhi di Jimin. Non aveva più via di scampo, ci sarebbe sempre cascato in quello splendido sguardo.

"Jimin-ie.", lo chiamo lui balbettando dal freddo, "Saliamo? Sto morendo di freddo."

Il diretto interessato annuì subito e inserì la chiave nel portoncino, facendo prima entrare Taehyung. Salirono entrambi le scale e, quando si ritrovarono sul pianerottolo di casa, aprirono la porta dell'appartamento e se la chiusero alle spalle, dandole anche qualche giro a chiave. Nessuno era ancora sveglio, infatti dovettero accendere la luce per non inciampare e per riuscire a vedere dove andare.

Una volta poggiato il giubbotto sul divano, Jimin si avvicinò lentamente all'altro ragazzo e rimase a fissarlo. Taehyung era di schiena e si stava togliendo il cappotto, le sue grandi spalle erano ricoperte da una bellissima camicia nera e le sue gambe lunghe e perfette erano fasciate da un paio di jeans altrettanto neri. Jimin non aveva mai visto in tutta la sua vita niente di quel genere. Taehyung era...in realtà nemmeno sapeva come definirlo, era così perfetto che non esisteva nemmeno un aggettivo che gli si potesse attribuire. La sua bellezza era qualcosa che superava l'etereo, che superava la bellezza divina. Era così perfetta che nemmeno Dio sarebbe stato in grado di ricrearla.

Quando Taehyung si voltò e si accorse di avere gli occhi del biondo su di lui, decise di mettere da parte tutte le sue paure e fece il primo passo.

"Jimin.", cercò di attirare la sua attenzione, "Cosa volevi dirmi prima?"

Il cuore di Jimin prese a battere velocemente, ma quello non era per nulla il momento di farsi prendere dal panico. Lui desiderava dirgli tutto, desiderava confessargli i propri sentimenti anche se, ancora, non era riuscito a dare un nome né a quel forte sentimento, né a sé stesso. Sapeva di aver avuto in passato interesse sia per una ragazza che per un ragazzo, ma ancora non riusciva a considerarsi un ragazzo bisessuale. Non che avesse qualcosa in contrario, certo, ma era dell'idea che non si potesse rimanere fermi in una via di mezzo. Molto probabilmente era più dalla parte maschile dato che, oltre a Min-soo, non aveva mai avuto altre relazioni amorose con qualche altra ragazza, a differenza di Taehyung. A proposito, era davvero sicuro di volergli raccontare tutto? E se Taehyung non avesse compreso? E se lo avesse abbandonato mettendo fine alla loro amicizia? Era davvero pronto a mettere in gioco il loro forte legame solo per i sentimenti che provava?

Il biondino cominciò a rigirarsi le dita attorno al bracciale rosso molto fine che portava al polso, agitato.

"TaeTae.", chiamò il suo nome, "I-io...io non penso di avertelo mai detto ma-"
Sospirò pesantemente. "-sono più che sicuro di essere attratto dai ragazzi e, sinceramente, pensavo mi fosse passata."

Taehyung quasi rischiò di strozzarsi con la sua stessa saliva. Jimin...Jimin era gay?

"Per favore, non prendermi in giro.", lo implorò, "Ancora non so nulla di tutto questo ma l'unica cosa di cui sono a conoscenza è che sono attratto da un ragazzo e-"

Blue&Grey| vminWhere stories live. Discover now