2. The birthday party

Start from the beginning
                                    

Tutti quanti oramai sapevano quanto Taehyung amasse viaggiare con Jimin, da sempre era la cosa che più lo rendeva felice. Un po’ come è per un bambino, quando viaggia per la prima volta con un amichetto. Ma Taehyung non poteva di certo obbligare Jimin a decidere di partire con lui, col suo migliore amico: il biondino avrebbe sicuramente portato suo fratello, per poterci passare un po’ di tempo insieme, come facevano una volta. E, da una parte, era giusto fosse così. Ma inutile dire che Taehyung non riusciva proprio a reprimere la sua gelosia. 

Dopo aver bevuto un bicchiere d’acqua a temperatura ambiente, Jimin salutò Jungkook e Namjoon nel corridoio e salì le scale per dirigersi verso la sua camera da letto. Ad ogni scalino, le sue gambe fecero uno strano suono e Jimin fece una smorfia di dolore. Maledetto allenamento, disse a bassa voce per non farsi sentire dagli altri. 

Quella settimana Jimin passò più ore in sala da ballo che a casa. La scuola di danza che frequentava iniziò già da tempo a prepararsi per lo spettacolo di fine anno e il biondino riuscì a guadagnarsi un assolo. Fin da bambino, il suo più grande sogno era proprio quello di poter danzare da solo su un palco. Da sempre Jimin amava andare in teatro e rimanere a guardare i ragazzi più grandi di lui ballare: sono così bravi, si diceva sempre senza togliere lo sguardo nemmeno un secondo, ma non arriverò mai ai loro livelli. 

Jimin era bravo, diamine se lo era. Quando danzava, sembrava che il suo corpo fosse stato creato solo per fare quello. Jimin era leggero, minuto ma allo stesso tempo muscoloso, un piccolo angelo che, per volare, non aveva per nulla bisogno di indossare un paio di ali. La danza contemporanea era tutto ciò che gli ricordava sua madre, i pomeriggi che passava insieme a lei in sala prove davanti allo specchio, l’amore che ogni giorno gli dimostrava e l’appoggio che da sempre gli aveva dato. Ballare era tutto ciò che sapeva fare, tutto ciò che lo teneva legato alle persone che amava, a sua madre. La mamma di Jimin se ne andò a causa di un incidente stradale qualche giorno dopo il suo ventunesimo compleanno e, da lì, niente fu mai come prima.

Una volta entrato in camera, Jimin s’infilò velocemente il pigiama a scacchi bianco e nero di flanella sottile e si sistemò sotto le coperte, non riuscendo però a chiudere occhio.

La mente di Jimin era da tutt’altra parte, proprio come lo era anche quella di Taehyung.

Il biondo non riusciva a togliersi dalla testa il viso del suo migliore amico. Subito dopo aver mangiato la torta, Jimin fu tentato di prenderlo da parte per cercare di capire quello che gli stesse succedendo ma non lo fece, per paura di non essere all’altezza. Jimin sapeva più di tutti quanto Taehyung odiasse mostrare i propri sentimenti alle persone ma, a volte, quel tipo di situazione non riusciva proprio a mandarlo giù. Per questo rimase quasi un’ora sotto le coperte del suo letto con gli occhi puntati verso il soffitto. 

Più tardi, però, le sue gambe si mossero da sole e Jimin si ritrovò in pochi minuti davanti alla porta della stanza del suo migliore amico, al buio, desideroso di bussare e di ammirare ancora una volta quel viso bellissimo e perfetto che non riusciva a togliersi dalla testa da troppo tempo. 

***

Taehyung adorava ascoltare playlist di canzoni famose suonate al pianoforte. Ogni sera, prima di addormentarsi sotto le coperte, era solito infilarsi gli auricolari bianchi nelle orecchie e chiudere gli occhi. La musica riusciva in qualche modo a trasportarlo in un altro mondo, in una dimensione in cui i problemi e i sentimenti ancora non esistevano. Ultimamente il moro era spesso stressato; a volte, quando ritornava a casa la sera dopo i suoi corsi di pittura, era quasi intoccabile. Nessuno dei ragazzi riusciva mai a strappargli qualche parola dalla bocca, a differenza di Jimin. Lui era l’unico, in tutti i sensi. Rimaneva al suo fianco in silenzio, a volte poggiava delicato una mano sul suo braccio e con l’altra accarezzava i suoi capelli mori e soffici. Ad ogni sua semplice carezza, Taehyung si abbandonava completamente a quelle sensazioni meravigliose. Con Jimin si sentiva completo, amato. Un amore fraterno che lo faceva sconnettere da tutto, dalla vita e dal mondo esterno, almeno per un po’. Ogni preoccupazione, ogni pensiero e ogni paura, con lui, scomparivano. 

Blue&Grey| vminWhere stories live. Discover now